“L’ esercito in camice bianco” di Cina e Cuba in Africa

bambini cina bandierinedi Carlos Lopes Pereira

Avante!”, Settimanale del Partito Comunista Portoghese

30 aprile 2020

da http://www.avante.pt

Traduzione di Marx21.it 

Numeri preoccupanti crescono giorno dopo giorno.

La pandemia di COVID-19 continua ad espandersi in tutto il mondo, con circa tre milioni di casi confermati in 183 paesi, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Nel mezzo della crisi sanitaria, continuano gli sforzi della comunità scientifica per trovare un vaccino.


In Africa, il Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie di Nairobi ha informato, il 28 aprile, di avere registrato 33 mila casi di contagio, con quasi 1500 morti. L’Egitto (con 337 morti) e il Sudafrica (con 90 morti) sono i paesi più colpiti.

Con economie dipendenti (debito, prezzi bassi delle materie prime, guerre, interessi neocoloniali) e sistemi sanitari deboli, la maggior parte dei paesi africani affronta contemporaneamente altre malattie (malaria, AIDS, tubercolosi) e piaghe (come le locuste nella parte orientale). In questo senso, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione (FAO) ha messo sull’avviso circa il rischio di fame che diversi paesi del continente corrono mentre con la pandemia che avanza sono messe a repentaglio le attività agricole e pastorali.

Ma dall’Africa arrivano anche notizie incoraggianti, spesso distorte o nascoste dai media mainstream.

C’è il sostegno continuo dalla Cina, riconosciuto dall’Unione Africana.

E c’è la solidarietà di Cuba. Nonostante debba affrontare COVID-19 nel proprio paese in condizioni difficili, a causa del blocco imposto quasi 60 anni fa dagli Stati Uniti e peggiorato negli ultimi mesi per cercare di impedire l’ingresso di cibo, carburante e medicine, Cuba ha inviato in queste settimane in 22 paesi quasi 1500 specialisti sanitari per far fronte all’emergenza sanitaria.

In quanto parte del contingente internazionalista “Henry Reeve” – un “esercito in camice bianco” creato nel 2005 da Fidel Castro, per rispondere a situazioni di catastrofi ed epidemie – una brigata medica cubana, composta da 216 medici, infermieri e altri tecnici, è arrivata in Sudafrica. In precedenza, brigate simili sono arrivate in Angola, Togo e Capo Verde.

A Pretoria, nella base aerea di Waterkloof, il ministro della Difesa Nosiviwe Mapisa-Nqakula ha sottolineato che la missione cubana è arrivata il 27 aprile, in coincidenza con la Giornata della Libertà in Sudafrica. «A tutti voi, nello spirito di Fidel Castro , grazie, grazie mille. Sappiamo che non è la prima brigata medica cubana, né sarà l’ultima ad aiutare i popoli dell’Africa “, ha detto.

La ministra della Governance Cooperativa e degli Affari Tradizionali, Nkosazana Dlamini-Zuma, ha ricordato che “i cubani sono sempre stati al nostro fianco, sin da quando abbiamo combattuto per la libertà”. Ha ricordato l’aiuto di Cuba al Sudafrica democratico e la presenza di medici cubani nel continente quando è stato necessario combattere l’epidemia di Ebola.

Anche il ministro delle Relazioni Internazionali e della Cooperazione, Naledi Mandisa Pandor, ha ringraziato l’Avana per la pronta risposta: “Cuba ha nuovamente dimostrato il suo carattere di roccaforte della solidarietà internazionale”.

Come ha sottolineato l’ambasciatore cubano a Pretoria, Rodolfo Benítez, la presenza di medici cubani in Sudafrica “è una chiara dimostrazione che l’eredità lasciata da Nelson Mandela e Fidel Castro è sempre all’ordine del giorno ed è viva più che mai”.