da Partito Comunista del Sudafrica – www.sacp.org.za
Traduzione dall’inglese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Il Congresso dei Sindacati Sudafricani [COSATU] e il Partito Comunista del Sudafrica hanno tenuto una riunione bilaterale lunedì 2 aprile 2012 a Johannesburg. Sono state discusse le moltissime questioni su cui i due alleati sono in pieno accordo ed è stato deciso di tenere incontri bilaterali più regolari per continuare il dibattito su altre questioni.
La riunione ha convenuto che stiamo vivendo una grave crisi del sistema capitalista globale, non soltanto una crisi episodica, ma una crisi sistemica del capitalismo, che mette il mondo davanti a due prospettive: il progressivo aggravarsi della miseria umana e un aumento del conflitto in un mondo capitalista, o un’inedito progresso e speranza in un mondo socialista.
In Sudafrica la crisi globale del capitalismo sta sovraimponendosi alla persistente crisi sistemica neo-coloniale che si manifesta in livelli cronici di disoccupazione, povertà e disuguaglianza su base razziale, con circa l’81% degli africani che guadagna meno di R 6.000 [circa 575 euro, ndt], mentre il 56% dei bianchi guadagna più di questa cifra.
Gli attuali tassi di disoccupazione, povertà e disuguaglianza, in particolare il modo in cui colpiscono le donne e i giovani, costituiscono una bomba a orologeria, e richiedono la mobilitazione di tutte le forze progressiste, con la classe operaia come principale forza motrice, e si usino le risorse e il potere statale per risolvere questi problemi. Dobbiamo avvalerci dei molti progressi fatti dalla nostra rivoluzione come base sulla quale costruire e affrontare queste sfide.
I due alleati hanno dato il loro pieno appoggio alla campagna COSATU contro la precarizzazione del lavoro, il fiorire dell’intermediazione del lavoro e l’intensificarsi dello sfruttamento dei lavoratori e ha preso atto dell’audace e militante resistenza dei lavoratori.
I due alleati hanno deciso congiuntamente di intraprendere una lotta per un salario minimo, l’assistenza sanitaria, la trasformazione degli insediamenti abitativi dell’epoca dell’apartheid, i trasporti pubblici a tariffe accessibili e l’accesso all’istruzione. Inoltre le parti hanno convenuto di portare avanti la lotta per la trasformazione del settore finanziario, in modo che le risorse in questo settore vengano utilizzate per dare un salario sociale alla classe operaia nonché investimenti in infrastrutture necessarie per creare posti di lavoro e mezzi di sussistenza sostenibili.
L’accordo bilaterale ha identificato una sfida chiave nella “nuova tendenza” emersa nel nostro movimento e nelle nostre formazioni, nella generazione successiva del “progetto di classe 1996”, la fazione neoliberista/neo-coloniale che ha mantenuto un livello di instabile egemonia all’interno del nostro movimento e nello Stato fino al 2007. La nuova tendenza è costituita da una nuova ondata di tenderpreneur [politico o impiegato statale che usa il suo potere o la sua influenza per procurare appalti, ndt] e rentiers [chi vive di rendita, ndt], più disperati e più sfrenati rispetto ai beneficiari BEE [Black Economic Empowerment, un programma post-Apartheid di azione affermativa] di più vecchia data, e costituisce una seria minaccia per il consolidamento della rivoluzione democratica nazionale.
Il congresso ha votato di appoggiare la campagna contro la mercificazione dei servizi pubblici. E’ stato convenuto che il GFIP [Gauteng Freeway Improvement Project, un progetto di investimento per circa R 29 milioni nei prossimi anni per ampliare le autostrade nei pressi di Johannesburg e Pretoria] e la proposta di un sistema di sconti su pedaggi per chi è titolare di una carta elettronica [tipo Viacard, per cui i titolari avrebbero dei forti sconti a sfavore di chi a pochi soldi e deve pagare volta per volta, ndt] costituiscono un’errata allocazione di risorse molto grave su un progetto che non è a favore della classe operaia e dei ceti poveri, e che ora lascia i pendolari della zona Gauteng con un enorme onere fiscale, a causa di questo progetto inadeguato. La protesta contro i pedaggi elettronici deve essere trasformata in una campagna più ampia per infrastrutture di trasporto pubblico, una più equa allocazione di case ai poveri e una derazzializazione generale delle piccole e grandi città. COSATU e SACP hanno condannato la massiccia corruzione nel nostro paese, sia nel settore pubblico che in quello privato, e il furto e lo spreco di fondi pubblici, che sta dissanguando il paese.
L’accordo bilaterale ha riaffermato l’impegno di entrambe le organizzazioni a sostenere l’attuazione delle politiche progressiste adottate dalla Conferenza dell’ANC [Congresso Nazionale Africano] tenuta a Polokwane nel 2007 e contenute nel manifesto elettorale ANC del 2009.
Al fine di creare un nuovo Sudafrica non-razziale, non sessista, democratico e prospero, i due alleati hanno dichiarato la loro intenzione di stare spalla a spalla, insieme con l’ANC, nella lotta per avanzare la nostra rivoluzione nazionale democratica e porre fine all’oppressione nazionale della maggioranza, il super-sfruttamento dei lavoratori dal capitalismo monopolistico bianco e la triplice oppressione che devono affrontare donne.
La riunione ha deciso che dobbiamo sempre ricordare che siamo l’asse socialista della nostra alleanza e che la rivoluzione democratica nazionale è necessaria sia in se stessa che in quanto è la via più breve alla società socialista, che è la nostra speranza.
Malesela Maleka, portavoce SACP
Patrick Craven, COSATU Portavoce Nazionale