di Tony Busselen | da Partito del Lavoro del Belgio
Traduzione dal francese per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
Che un personaggio così poco credibile come Tshisekedi ottenga il 33% dei voti dovrebbe indurre i nazionalisti congolesi e la sinistra a riflettere.
Tshisekedi ha 79 anni. La sua ideologia e la sua carriera politica sono legate alla dittatura di Mobutu, che ha distrutto completamente l’economia congolese e l’ha ridotta a un terzo di quello che era. Come è possibile che un personaggio di così scarsa credibilità possa ottenere il 33% dei voti e generare un tale entusiasmo in una parte del popolo congolese?
Una persona che ha votato per Tshisekedi mi ha detto: “So che Tshisekedi non è perfetto, ma Kabila deve andarsene. Con lui, progrediamo a 2 km/h, mentre considerando la situazione in cui siamo, dovremmo viaggiare a 30 km/h”. Per una buona parte dei congolesi, il progresso economico e politico di Joseph Kabila è insopportabilmente lento. Nella loro disperazione, si dimenticano che Tshisekedi non può portare che decenni di declino.
Il vecchio Gizenga, l’ex vice primo ministro di Lumumba, ha dichiarato all’inizio di ottobre di sostenere la candidatura del presidente Joseph Kabila “perchè tra gli undici candidati, è l’unico che è legato al movimento nazionalista lumumbiano”. Gizenga ha continuato: “E’ l’unico che ha presentato un programma di sensibilità nazionale di sinistra, indirizzato alla grandezza della nazione, al mantenimento dell’unità e della sovranità del popolo, e al miglioramento della situazione sociale della popolazione”.
Di fronte all’opposizione di destra, questa alleanza di sinistra difende la cooperazione con la Cina e le altre economie emergenti del Sud, difende l’esigenza che gli uomini d’affari occidentali tengano maggiormente conto degli interessi del Congo. Ma la ricostruzione del paese è ancora molto modesta. In un paese dove sarebbero necessari 150.000 km di strade, il governo Kabila, negli ultimi 5 anni, ha doppiato il numero, passando da 7.000 a 13.000 km. Le entrate dello Stato sono aumentate del 400% per l’ammontare di 51 dollari all’anno pro-capite. Con questo bilancio, bisogna fare tutto: pagare i funzionari, l’esercito, la giustizia, le infrastrutture, l’istruzione, la sanità, ecc.
Le vecchie abitudini
Sul fronte politico, la sinistra, anche se meno della destra, non si è del tutto liberata delle vecchie abitudini di corruzione, interessi personali e divisioni reciproche. Gizenga, ha fatto quello che Tshisekedi, Kamerhe, Kengo non sono stati in grado di fare, cioè mettere da parte le proprie ambizioni. Egli non si è presentato come candidato e ha invece sostenuto qualcuno che la pensasse come lui (Kabila). Ma in alcuni distretti elettorali, i candidati parlamentari del campo stesso presidenziale si sono confrontati in battibecchi mettendosi reciprocamente fuori gioco.
La sfida della sinistra è enorme: dovrà convincere una gran parte della popolazione congolese che è effettivamente in grado di portare un cambiamento a queste vecchie abitudini e nella vita quotidiana. Altrimenti, rischia di sparire nelle paludi che il colonialismo, la dittatura di Mobutu e cinque anni di guerra (1998 al 2003) hanno lasciato in Congo.