Concluso il congresso della COSATU, il grande sindacato di classe sudafricano

di AC | da solidarite-internationale-pcf.over-blog.net

cosatuTraduzione a cura di Marx21.it

“Noi vogliamo un’azione risoluta e non solo di parole al vento; noi vogliamo delle trasformazioni radicali concrete a favore della classe operaia come tratto saliente della seconda fase della transizione. La seconda fase radicale della transizione necessita di un impegno deciso a restituire il potere economico al popolo. L’avanzata che si osserva in Brasile, a Cuba, nel Venezuela e negli altri paesi dell’America Latina e del mondo sono la conseguenza allo stesso tempo di lotte sempre più acute e della determinazione della direzione rivoluzionaria”

Dal 17 al 20 settembre 2012 si è svolto l’11° Congresso nazionale della confederazione sindacale di classe sudafricana COSATU.

Con lo spettro del massacro di Marikana incombente sul Congresso, il dibattito è ruotato essenzialmente attorno alla posizione da adottare rispetto all’ “Alleanza tripartita” formata con il Partito Comunista, alleato storico della COSATU, e soprattutto l’ANC, forza dirigente del processo di liberazione nazionale.

L’unità riaffermata, ma sull’impegno a “trasformazioni radicali”

Il Congresso ha alla fine optato per una soluzione di compromesso, riaffermando la necessità dell’unità sindacale a sostegno della coalizione governativa guidata dall’ANC ma anche l’urgenza delle lotte per l’aumento dei salari e per “trasformazioni radicali” nel paese.

Così il discorso di chiusura del presidente rieletto della COSATU, Sdumo Dlamini, ha messo l’accento innanzitutto sull’unità:

“Nei prossimi tre anni, il Sudafrica conoscerà l’unità nell’azione. Le strade sudafricane saranno coperte da tee-shirts rosse, del COSATU e del Partito Comunista, e da quelle nere, verdi e oro dell’ANC”.

Ma il presidente ha messo in guardia contro le parole che non sono seguite da atti rivoluzionari conseguenti e ha fatto appello a guardare ai processi rivoluzionari latinoamericani.

“Noi vogliamo un’azione risoluta e non solo di parole al vento; noi vogliamo delle trasformazioni radicali concrete a favore della classe operaia come tratto saliente della seconda fase della transizione.

La seconda fase radicale della transizione necessita di un impegno deciso a restituire il potere economico al popolo. L’avanzata che si osserva in Brasile, a Cuba, nel Venezuela e negli altri paesi dell’America Latina e del mondo sono la conseguenza allo stesso tempo di lotte sempre più acute e della determinazione della direzione rivoluzionaria”.

La COSATU abbandona la CSI per aderire alla FSM

Momento forte del Congresso, il dibattito attorno al ritiro della COSATU dalla Confederazione Sindacale Internazionale (CSI), uscita dall’affiliazione ai “sindacati liberi” anticomunisti, e alla sua adesione alla Federazione Sindacale Mondiale, erede della tradizione del sindacalismo di classe e rivoluzionario.

L’adesione alla FSM era già stata preparata negli anni scorsi dalla decisione di quattro sindacati influenti: quello della chimica (CEPPWAWU), dell’educazione e della sanità (NEHAWU) e soprattutto della metallurgia (NUMSA) che hanno tutti raggiunto la FSM. E’ in corso la procedura di adesione del sindacato dei minatori (NUM).

Dopo essersi confrontati con la tenzone verbale tra il segretario generale della FSM, George Mavrikos, e la segretaria generale della CSI, Susan Barrow, i delegati della COSATU, con il peso decisivo esercitato dai quadri del Partito Comunista, hanno alla fine deciso di abbandonare la CSI e di aderire alla Federazione Sindacale Mondiale.

Una decisione definita nella dichiarazione della FSM come un ritorno a casa: la “COSATU ritorna nella sua famiglia, la grande famiglia che lotta contro lo sfruttamento di classe e la barbarie imperialista”.

I documenti del Congresso della COSATU

http://www.cosatu.org.za/eventslist.php?eid=31