Burkina Faso: chi incarnerà il rinnovamento sankarista?

da resistenze.org | di Amidou Kabré | afrique-asie.fr

burkina faso flag wallpaper-wideTraduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

A lungo divisi, i partiti politici e le organizzazioni della società civile che difendono gli ideali del presidente Thomas Sankara hanno finalmente deciso di unirsi. Obiettivo: affrontare l’imminente battaglia per le presidenziali di ottobre con un unico candidato da designare in un forum, il 16 e 17 maggio.

La mappa politica del Burkina post-insurrezionale si ricompone ogni giorno con moltissime sorprese. E’ così che la decisione dei sankaristi di designare un unico candidato per le prossime elezioni presidenziali può rivelarsi una importante. Infatti, nel corso degli ultimi 27 anni del regime di Blaise Compaoré, hanno certamente fronteggiato lo stesso nemico, ma non sono mai stati capaci di unirsi per combatterlo. Oggi, l’avvento della rivolta popolare ha dimostrato che l’immagine di Sankara ha unito non solo i giovani, ma ha anche e soprattutto rafforzato la convinzione che si possono unire le forze per un nuovo Burkina.

La foto che ha fatto il giro del mondo di Sawadogo Lassane, giovane attivista dell’Unione per il Rinascimento, Partito Sankarista (UNIR / PS), che affronta a mani nude due soldati armati di bastoni e pistole, è l’esempio che più di tanti altri dimostra la determinazione del movimento sankarista. Per le elezioni presidenziali del 11 ottobre, i leader del movimento non avranno altra scelta che unirsi e dovranno includere i partiti politici, le organizzazioni della società civile, la diaspora e gli ex compagni di esilio di Thomas Sankara che dovranno riunirsi alla causa per ritornare nel paese. Ma nulla è vinto in anticipo. Lo snodo principale è la spinosa questione della leadership. Il dibattito interno è già salito con diversi candidati e vari gruppi di sostegno.

Per ora, Bénéwendé Sankara resta la favorita per difendere i colori del sankarismo. E’ anche l’unica che viene mostrata nei sondaggi, i quali la danno sistematicamente al terzo posto dopo Roch Marc Christian Kaboré e Zéphirin Diabré, due ex ministri di Blaise Compaoré impegnati nella corsa presidenziale. Supponendo che vi sia l’unanimità sulla designazione di Bénéwendé, egli potrebbe finire almeno al secondo od addirittura il primo posto. Tanto più che la lotta alla corruzione avviata nella transizione potrà toccare molti dei suoi concorrenti e dei loro accoliti, prodotti del vecchio regime, afflitto dalla corruttela. Fatto che andrà a danneggiare la loro popolarità.

Il diplomatico Jean-Baptiste Natama. Dopo aver creato lo scorso gennaio il suo partito, Convergenza Patriottica per il Rinascimento / Movimento Progressista (CPR / MP), si è finalmente unito al movimento sankarista. Per essersi distinto quale segretario permanente del Meccanismo Africano di Valutazione tra Pari (MAEP), incaricato di valutare il buon governo politico in Africa, questo esperto delle Nazioni Unite e dell’Unione africana per le operazioni di mantenimento della pace altro non è che l’attuale Capo di Gabinetto della Presidenza della Commissione dell’Unione africana (UA). Giurista, politologo e diplomatico, Jean-Baptiste Natama è noto per il suo rigore professionale. Tuttavia, egli dovrà combattere duramente per convincere, a causa della verginità politica. Che abbia successo o meno, la sua candidatura a capo del movimento sankarista dovrebbe dare peso al dibattito interno e spingere tutta la squadra ad agire in coerenza.

Mariam Sankara. Il suo coinvolgimento sarebbe la bacchetta magica per far avere successo all’unità sankarista. E ‘il simbolo autentico dell’unione di diverse forze, come minimo, non verrà messo in dubbio il suo impegno per gli ideali sankaristi. Il suo problema, ovviamente, è quello di non conoscere l’arena politica del Burkina Faso essendo ritornata dopo sette anni di esilio trascorso in Francia. Per questo motivo, tutto fa pensare che non oserà impegnarsi in prima linea all’interno di una gara elettorale con risultati improbabili. Tuttavia, dovrebbe impegnarsi a svolgere il ruolo di unificatore attorno al candidato designato. In questo caso, ella deve assolutamente far ritorno nel paese, se necessario, con i suoi figli Filippo ed Augusto che non hanno messo piede in Burkina Faso dal colpo di stato dell’ottobre 1987.

Norbert Michel Tiendrebeogo. Con il suo partito, il Fronte delle Forze Sociali (FFS), si è spesso imposto per le sue prese di posizione radicali. E’ stato lui che ha incoraggiato l’ex opposizione a creare uno staff permanente di crisi (EMPC), durante le grandi mobilitazioni contro il regime di Blaise Compaoré. Discretamente, la sua voce ha avuto il suo peso in diverse decisioni fino alla insurrezione. Ma lui sarà contento di questo ruolo? Non c’è nulla di meno sicuro poiché, seppur non riuscirà a farsi designare alla testa del movimento, egli vorrà comunque pesare nella scelta del candidato unico.

Jean-Hubert Bazie. Anche senza base elettorale, questo vecchio compagno di Thomas Sankara ha una forte influenza nel movimento. E’ anche il decano di un’ala sankarista fortemente rappresentata alla CNT. Qualunque cosa possa dirsi circa il suo basso peso elettorale, si è recentemente circondato di giovani leader come Alphonse Ouédraogo e del partito dei giovani rivoluzionari chiamato Alleanza dei democratici rivoluzionari (ADR). Jean Hubert Bazie si presenta come la guida politica di questi ultimi. La sua candidatura non era attesa. Laureato in scienze della comunicazione ed ex giornalista, sarà l’uomo-ombra per progettare la linea politica del rinnovamento sankarista, purché si impegni per questo.

I sankaristi, attivisti della società civile. Non affiliati ai partiti politici, sposano ancora l’idea di unione della famiglia politica. Ma ancora una volta, la loro debolezza sarà quella di fare gli equilibristi stando equidistanti dal dibattito fino ad ora lasciato ai soli politici. Essi trarranno benefici dal loro muoversi secondo regole di correttezza e potranno fare il grande passo di lanciarsi apertamente nella contesa elettorale con delle parole d’ordine di mobilitazione. In questa direzione, Jonas Hien, nella sua qualità di presidente della Fondazione Tomas Sankara, diventerà l’uomo del consenso per riunire gli altri attori politici.

Inoltre, se il Balai Citoyen, il quale ha giocato un ruolo importante nell’insurrezione popolare, si trasformerà nel “Balai Politico”, il movimento sankarista sarà in linea di massima la sua base; Thomas Sankara era il loro idolo. Ma per ora, rimane solo il musicista impegnato Sams’K Il Jah che ha accettato, a titolo individuale, di occupare un posto nell’organizzazione dell’intrattenimento per la Convention di questo mese di maggio. Altri seguaci del Balai Citoyen, con base a Bobo-Dioulasso, han dato anche loro un’adesione individuale alla Convention. Ciò che diverrà impossibile sarà il chiamare a raccolta tutti quelli del Balai Citoyen, dal momento che sono palesi gli agganci di alcuni membri che si sono ripartiti tra il Movimento per il Progresso di Roch Marc Christian Kaboré, l’Unione per il progresso e il cambiamento di Zéphirin Diabré ed i puristi che intendono mantenere apolitica la linea del movimento.

I “secondi ruoli” sono altrettanto importanti. Molti vecchi amici di Thomas Sankara sono rimasti a lui fedeli. Tra questi vi sono l’ex ambasciatore Mousbila Sankara, l’ex ministro degli Interni Ernest Ouédraogo Ngoma e il suo omologo del lavoro Fidèle Toe, l’ex Alto Commissario Germaine Pitroipa, etc. e diversi personaggi meno noti che si sono già presentati. Tutte queste persone avranno il loro peso se avranno la responsabilità di specifici compiti.

Poichè sono stati quelli meno coinvolti nella gestione del potere in questi ultimi anni, i sankaristi saranno nella posizione migliore nella classe politica burkinabè per criticare le mancanze del passato regime di Blaise Compaorè e quelle dei suoi ex collaboratori che si erano riciclati. Questo è un sicuro vantaggio in vista dello sviluppo del loro potenziale elettorale nelle future consultazioni, a condizione che l’annunciata unità dei sankaristi non rimanga solo di facciata e purché riescano altresì a vincere la loro storica povertà riunendo i mezzi finanziari necessari. Sarà solo a questo prezzo che il rinnovamento sankarista potrà vivere ed imporsi come forza reale nel mondo politico burkinabè, dove i vecchi arnesi del caduto regime si disputano la malsana eredità del loro mentore Blaise Compaorè e sviluppano ogni strategia per la conquista del potere.