Una critica marxista al reddito di cittadinanza

reddito di cittadinanzadi Giulio Palermo, economista dell’Università degli Studi di Brescia

da comunistibrescia.org

Riceviamo dalla Federazione del PCI di Brescia e pubblichiamo quale contributo alla discussione.

“Da un punto di vista marxista, l’idea di migliorare le condizioni materiali della popolazione semplicemente distribuendo nuovi redditi nasce dalla confusione teorica tra sfere della produzione e della circolazione. Intervenendo solo nella circolazione il RdC agevola la vendita delle merci ma non modifica di una virgola lo sfruttamento del lavoratore nella produzione. Anzi, nel quadro del processo di riforma del mercato del lavoro, favorisce la generalizzazione del lavoro precario e il conseguente arretramento nelle condizioni lavorative e retributive.

Dal punto di vista della lotta di classe, il RdC ha un impatto doppiamente negativo: primo, perché aumenta le divisioni interne al proletariato e il differenziale retributivo tra lavoratori regolari e irregolari; secondo, perché sposta l’asse rivendicativo dalla lotta per la difesa degli interessi di classe dei lavoratori alla cooperazione interclasse in nome del bene comune. Infine, la parallela ritirata dello stato sul fronte della spesa pubblica apre nuovi spazi al mercato e favorisce lo sviluppo del processo di mercificazione della società.

(…)

I problemi del capitalismo non si risolvono distribuendo redditi ma combattendo il capitale e arginando i suoi effetti. I diritti del lavoratore, incluso il diritto a un salario dignitoso, si conquistano con la lotta sul posto di lavoro. E lì che si valorizza il capitale ed è lì che i lavoratori hanno i migliori strumenti per impedire che il capitale li ingoi del tutto. Ma fuori dei posti di lavoro, il capitale non termina certo la sua azione. E allora la lotta anticapitalista deve generalizzarsi e svilupparsi in ogni settore in cui il capitale prova ad espandersi.

Al malato non servono soldi ma un sistema sanitario che funzioni bene e gratis. La ricerca medica non può essere al servizio del profitto se deve garantire la salute e le medicine non possono essere una merce se devono arrivare a chi ne ha bisogno. Ai ragazzi bisogna fornire scuole che facciano pensare, non che insegnino a piegarsi al capitale. Bisogna dare loro strutture sportive in cui crescere sani, educare il loro corpo e divertirsi. Per ridurre le asimmetrie di genere, si deve socializzare il lavoro domestico, ancora troppo a carico delle donne, non monetizzarlo. Per dare risposta concreta ai bisogni della popolazione si devono fornire beni e servizi, fuori dal circuito del mercato e fuori dalla logica del profitto. Si deve demercificare la società non sviluppare la mercificazione. Questa è la conclusione cui giunge il marxismo dopo aver criticato il capitale e i suoi meccanismi. Non c’è posto per nessun RdC in questo percorso.”

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