Iran. Guerra a un passo, attacco a Teheran entro Natale?

di Daniele Cardetta | su www.articolotre.com

 

iran-ambasciata-uk-w350Si infiamma la “questione iraniana” dopo l’assalto all’ ambasciata britannica di ieri a Teheran. Londra promette: “questo gesto non resterà impunito”, e gli fanno eco gli Stati Uniti per bocca di Hillary Clinton. Il rischio che venga aperto un nuovo fronte anche in Iran entro il 2012 è altissimo.

30 novembre 2011 – Dopo l’assalto di ieri all’ambasciata britannica di Teheran, non sono mancate le prese di posizione, anche dure, della diplomazia internazionale. Anche l’Onu si è speso nel cercare di prendere le distanze da quanto successo in Iran, e lo ha fatto condannando l’azione degli studenti iraniani contro il palazzo dell’ambasciata britannica. Non lo fece però nel 1980, quando i corpi speciali inglesi erano intervenuti nell’ ambasciata iraniana a Londra, e questo ha fatto andare su tutte le furie Teheran.

Proprio la Gran Bretagna, per bocca del premier Cameron, ieri ha dichiarato che l’aggressione all’ambasciata non resterà impunita, e subito dopo ha confermato l’evacuazione di una parte del suo personale diplomatico nella Repubblica Islamica. Gli studenti iraniani hanno assaltato l’ambasciata dopo che il parlamento iraniano aveva stabilito l’allontanamento dopo due settimane dell’ambasciatore inglese dal territorio iraniano. Tutto il personale dell’ambasciata evacuato verrà, presumibilmente, portato negli Emirati Arabi, mentre un primo gruppo di diplomatici dovrebbe imbarcarsi a metà settimana su un volo diretto a Dubai. Una vera e propria fuga da un luogo che è diventato davvero pericoloso per i cittadini di Sua Maestà.

La rabbia degli studenti del resto è esplosa con rabbia, e le scene delle bandiere americana, israeliana e inglese date alle fiamme hanno fatto il giro del mondo. I riflettori di tutto il mondo sono già puntati da mesi sulla Repubblica Islamica per via del controverso programma nucleare che Teheran starebbe portando avanti, secondo il rapporto dell’Aiea, sin dal 2003. Londra non è stata comunque lasciata sola nel minacciare ritorsioni, a questo punto sempre più concrete, nei confronti dell’Iran, e ha potuto contare da subito sugli alleati di sempre: gli Stati Uniti.

Il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha infatti definito «un affronto alla comunità internazionale» l’attacco all’ambasciata britannica in Iran. La Clinton ha usato parole molto chiare per marcare la propria indignazione nei confronti del governo iraniano:«Gli Stati Uniti condannano questo attacco nei termini più duri possibili». A margine della conferenza sullo sviluppo globale cui la Clinton partecipa a Busan, in Corea del Sud, ha poi aggiunto: «Siamo pronti ad ribadire in ogni modo che possiamo rendere chiaro quanto più forte possibile che i governi hanno il dovere verso la comunità diplomatica di proteggere vite e beni e ci aspettiamo che il governo iraniano lo faccia». Parole dure, che probabilmente preludono a misure bellicose nei confronti dell’Iran.

Intanto, è stata fissata per oggi una nuova riunione degli ambasciatori europei a Teheran per valutare l’accaduto dopo l’attacco di ieri . Tutto il personale, secondo quanto si è appreso, dovrà lasciare l’Iran entro la giornata odierna. È inevitabile che l’argomento sarà anche al centro della riunione dei ministri degli Esteri di domani a Bruxelles, e non è detto che possano essere prese misure in grado di aprire scenari difficilmente prevedibili.

Il presidente del parlamento iraniano, Ali Larijani, ha voluto rispondere duramente al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per aver condannato l’attacco di ieri sera all’ambasciata britannica a Teheran, affermando che la risoluzione adottata in tutta fretta nelle scorse ore rischia di mettere a repentaglio la sicurezza globale. «L’intervento frettoloso del Consiglio di Sicurezza nel condannare l’azione degli studenti è stato deciso per coprire precedenti crimini dell’America e della Gran Bretagna, mentre la polizia iraniana ha fatto tutto il possibile per riportare la pace. Questa azione subdola porterà instabilità nella sicurezza globale». Secondo Ali Larijani l’azione di ieri degli studenti contro l’ambasciata britannica si spiegherebbe con «decenni in cui la Gran Bretagna ha cercato di dominare l’Iran. Anche se dopo la rivoluzione le mani degli Usa e dei britannici furono tagliate dall’Iran», ha concluso.

Anche la stampa araba ha dato ampio spazio alla vicenda parlando dell’attacco all’ambasciata britannica in Iran in termini di viva preoccupazione.

Il timore di analisti internazionali e non è che quello dell’assalto all’ambasciata britannica possa essere il pretesto tanto ricercato dalle potenze occidentali per varare misure anche muscolari contro Iran al fine da interrompere il suo presunto programma nucleare. Le esplosioni sospette in territorio iraniano delle ultime settimane confermerebbero un rinnovato attivismo delle potenze occidentali anche nel territorio della Repubblica Islamica, dove si starebbero muovendo anche a livello di intelligence. Le possibilità che entro il 2012 possa venire aperto un nuovo fronte proprio in Iran è molto alto, ancor più che la situazione potrebbe venire forzata dalle azioni unilaterali di paesi come la Gran Bretagna e Israele.

La polizia iraniana ha comunque fatto sapere di avere arrestato i giovani manifestanti che ieri pomeriggio hanno fatto irruzione all’interno dell’ambasciata britannica . Lo ha annunciato il capo delle forze di sicurezza iraniane, Ahmad-Reza Radan, senza precisare il numero delle persone finite in manette. Radan ha infatti spiegato che «Alcune persone si sono riunite di fronte all’ambasciata britannica e hanno iniziato a lanciare slogan, un altro gruppo invece è entrato nell’ambasciata superando il cordone di sicurezza della polizia». Radan ha precisato che coloro che sono entrati nel compound britannico nei giardini Qolhak sono già stati arrestati e che sono state disposte misure per catturare quanti sono scampati l’arresto.