Non ci sono democrazie o autocrazie, solo governi

international commercedi Andrew Korybko

da http://oneworld.press/

Traduzione di Marco Pondrelli per Marx21.it

La divisione del mondo in “democrazie” e “autocrazie” è un riflesso impreciso della realtà. Ci sono solo governi, e ognuno ha elementi di queste due categorie al suo interno, anche se in misura diversa a seconda delle particolarità del modello nazionale attualmente in pratica.

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha detto ai membri del servizio americano alla fine del mese scorso che “siamo in una battaglia tra democrazie e autocrazie”. Ha anche sfruttato la sua storia di contatti personali con il presidente cinese Xi Jinping per presentarsi come un’autorità sulla visione globale del leader cinese. Biden ha falsamente affermato che il presidente Xi “crede fermamente che la Cina, prima del 2030-35 possiederà l’America perché le autocrazie possono prendere decisioni rapide”. Anche se questi erano solo dettagli minori in un discorso molto più ampio, meritano un esame attento perché rivelano molto sui disegni geostrategici contemporanei dell’America.

La leadership democratica del paese è apertamente ideologica e considera il mondo come diviso tra “democrazie e autocrazie”, con gli Stati Uniti e la Cina che guidano rispettivamente ciascuna di questi campi. Lo scopo di questa visione è di stabilire la base ideologica e strutturale per una Nuova Guerra Fredda. Serve anche come pretesto per gli Stati Uniti per fare pressione sui paesi che non cedono i loro interessi sovrani a quelli americani, sulla falsa base che sono “autocrazie” e che presumibilmente richiedono una “democrazia” (solitamente violenta) sostenuta dagli Stati Uniti. In altre parole questa non è altro che retorica per mascherare obiettivi di politica estera interessati.

Il motivo per cui questo è solo uno stratagemma è che non esistono più democrazie o autocrazie ben definite, ma solo governi. Teoricamente parlando la democrazia nella sua forma più pura e classica non esiste a livello nazionale in nessun paese. Non è pratico per i cittadini avere la possibilità di votare su ogni singola decisione presa da ogni livello del loro governo, da qui la necessità di quella che viene chiamata democrazia rappresentativa. Ma anche questo sistema è imperfetto perché non c’è molto che si possa fare prima della prossima tornata elettorale per ritenere i politici responsabili se mentono al popolo durante la loro campagna.

Un’altra critica che può essere mossa al concetto di democrazia è che le burocrazie permanenti orientate alla sicurezza nazionale, come quelle militari, di intelligence e diplomatiche, non possono realisticamente essere democratiche, date le loro missioni, anche se le loro decisioni hanno un impatto su tutti coloro che vivono nel paese e talvolta anche oltre. Piuttosto, il concetto stesso di democrazia è stato sfruttato in modo da controllare il maggior numero di persone, se questo sia un bene o un amel dipende dal particolare contesto nazionale coinvolto e della loro visione ideale della società.

Per quanto riguarda le autocrazie anche questo termine è stato distorto oltre il suo significato originale. Non c’è nessun paese al mondo in cui un singolo individuo eserciti il potere supremo. È semplicemente impossibile. Nessun essere umano può prendere tutte le decisioni necessarie quotidianamente per far funzionare un paese. Esiste però una leadership centralizzata che decide, che è più comune nei sistemi politici non occidentali che in quelli occidentali (“democratici”), ma anche questi ultimi a volte lasciano legalmente ampi poteri a certe figure come fa la Costituzione degli Stati Uniti per il presidente. La presenza o l’assenza di questi diritti è semplicemente una differenza tra sistemi politici.

Le cosiddette autocrazie delegano responsabilità nella società, anche se a volte non in modo elettorale ma meritocratico. Non c’è niente di male neanche in questo, è solo un’altra differenza tra il modo in cui alcuni paesi sono gestiti. Tuttavia, gli Stati Uniti tendono a disprezzare tali sistemi perché sono più difficili da manipolare esternamente attraverso mezzi politici come l’ingerenza elettorale e movimenti di protesta armati. Sembra anche che questi tipi di sistemi siano gestiti da leader e/o partiti che apprezzano la sovranità nazionale e il benessere del loro popolo più che il profitto delle corporazioni transnazionali.

La divisione del mondo in “democrazie” e “autocrazie” è quindi un riflesso inesatto della realtà. Ci sono solo governi, ognuno ha elementi di queste due categorie al suo interno, anche se in misura diversa a seconda delle particolarità del modello nazionale attualmente in pratica. Tentare di stabilire una gerarchia di sistemi di governo è un compito intrinsecamente soggettivo e soggetto a pregiudizi, esattamente come lo sarebbe stabilire una gerarchia di etnie. Invece di ossessionarsi sulle differenze di certi governi, tutti dovrebbero abbracciare la loro diversità, proprio come dovrebbero fare quando si tratta delle diverse etnie del mondo.