Minacce pubbliche di un colpo di stato militare: la CGT chiede vigilanza e un’indagine approfondita

francia gallo simboloda https://www.cgt.fr

Traduzione di Lorenzo Battisti

Nei giorni scorsi è stato pubblicato, su una rivista di estrema destra “Valori attuali”, una lettera firmata da una ventina di generali francesi in pensione e sottoscritta da decine di altri ufficiali francesi di tutti i livelli. La minaccia, nemmeno troppo velata, è quella di un intervento diretto dei militari per “raddrizzare” una democrazia repubblicana che, a loro parere, appare troppo molle. Il loro appello è stato accolto da Marine Le Pen che li invita a unirsi a lei: invita cioè a politicizzare le forze militari per un intervento diretto in politica. Se il colpo di stato era stato ventilato, Marine Le Pen l’ha accolto. La situazione ha chiaramente allarmato le organizzazioni operaie, in primis la CGT e il Partito Comunista Francese. Tutto questo suona assolutamente tetro alla vigilia del 25 aprile. Ma appare ancora più preoccupante per il significato che ha in Francia questa data.

Il 21 aprile, anniversario del tentato putsch dei generali durante la guerra d’Algeria e della prima partecipazione dell’estrema destra al secondo turno delle elezioni presidenziali, il sito del giornale di estrema destra Valeurs actuelles ha pubblicato un testo, firmato da 20 ex generali, che si conclude con la minaccia di un colpo di stato militare. 

Invitando il governo a mostrare più fermezza verso “un certo antirazzismo”, “l’islamismo e le orde di periferia”, questo appello descrive un paese che è sull’orlo della guerra civile e finisce con la minaccia di intervenire con le forze armate “in una missione pericolosa per proteggere i nostri valori civili e salvaguardare i nostri compatrioti sul territorio nazionale”.

Questo testo è cofirmato da più di mille altre persone i cui nomi sono stati pubblicati con i loro gradi militari.

Venerdì 23 aprile, la presidente del Rassemblement national (RN) ha lodato il “coraggio” degli autori di questa lettera aperta e li ha invitati a unirsi a lei nella sua campagna presidenziale.

Solo domenica sera, 25 aprile, il ministro della difesa ha reagito, definendo questo testo sedizioso “irresponsabile” e minimizzando la sua portata, con la motivazione che questa iniziativa sarebbe limitata ai soldati in pensione.

Per la CGT, questa minaccia pubblica di un putsch è eccezionalmente grave. La neutralità dell’esercito e la sua subordinazione al potere civile sono principi repubblicani con i quali non si può scendere a compromessi. Le forze armate hanno un ruolo di difesa e di mantenimento della pace e non devono in nessun caso interferire nella vita politica. La reazione del presidente della RN conferma quanto la sua ideologia sia antinomica ai fondamenti della nostra Repubblica.

Lo sviluppo di opinioni di estrema destra nelle forze armate richiede una reazione forte.

Questa vicenda conferma la necessità di rafforzare il controllo dei cittadini nei settori legati alla difesa. A questo proposito, la CGT sottolinea che il Consiglio Superiore della Riserva Militare, di cui fa parte, non si riunisce più con la frequenza richiesta dalla legge. Eppure è un forum essenziale per l’intervento dei cittadini e il legame indispensabile tra l’esercito e la nazione. E’ per questo che la CGT è favorevole al riconoscimento del diritto di sindacalizzazione in un quadro confederale per i militari.

Le autorità esecutive e giudiziarie devono svolgere urgentemente le indagini e le procedure necessarie su questa rete sovversiva di estrema destra, le sue possibili ramificazioni all’interno delle forze armate e i suoi legami con le forze politiche, primo fra tutti il Rassemblement National.

Fedele alla sua lotta per la democrazia, che è inseparabile dalla lotta per la difesa degli interessi dei lavoratori, la CGT invita a vigilare e a continuare le mobilitazioni contro il razzismo e le idee di estrema destra.

Montreuil, 26 aprile 2021

La lettera di Valori Attuali

“Per un ritorno dell’onore dei nostri governanti”: 20 generali chiedono a Macron di difendere il patriottismo

Su iniziativa di Jean-Pierre Fabre-Bernadac, ufficiale di carriera e responsabile del sito Place Armes, una ventina di generali, un centinaio di alti ufficiali e più di un migliaio di altri militari hanno firmato un appello per un ritorno all’onore e al dovere all’interno della classe politica. Con il loro permesso, Valeurs actuelles pubblica la lettera, piena di convinzione e di impegno, di questi uomini attaccati al loro paese. 

Signor Presidente,

Signore e signori del governo,

Signore e signori del Parlamento,

Questa è un’ora grave, la Francia è in pericolo, diversi pericoli mortali la minacciano. Noi che, anche dopo la pensione, rimaniamo soldati della Francia, non possiamo, nelle attuali circostanze, rimanere indifferenti al destino del nostro bel paese.

Le nostre bandiere tricolori non sono solo un pezzo di stoffa, ma simboleggiano la tradizione, attraverso i secoli, di coloro che, indipendentemente dal colore della pelle o dal credo, hanno servito la Francia e dato la vita per lei. Su queste bandiere, troviamo le parole “Honneur et Patrie” in lettere d’oro. Ora, il nostro onore oggi sta nel denunciare la disintegrazione che sta colpendo il nostro paese.

– Un declino che, attraverso un certo antirazzismo, ha un solo obiettivo: creare sul nostro suolo un malessere, persino l’odio tra le comunità. Oggi, alcuni parlano di razzismo, indigenismo e teorie decoloniali, ma attraverso questi termini è la guerra razziale che questi odiosi e fanatici sostenitori vogliono. Disprezzano il nostro paese, le sue tradizioni, la sua cultura, e vogliono vederlo dissolversi strappando il suo passato e la sua storia. Così, attraverso le statue, attaccano le antiche glorie militari e civili, analizzando parole secolari.

– Questa disintegrazione, insieme all’islamismo e alle orde suburbane, sta portando al distacco di molte parti della nazione, trasformandole in territori soggetti a dogmi contrari alla nostra costituzione. Tuttavia, ogni francese, qualunque sia la sua fede o non fede, è di casa ovunque in Francia; non può e non deve esistere nessuna città o quartiere in cui le leggi della Repubblica non siano applicabili.

– Disintegrazione, perché l’odio prevale sulla fraternità durante le manifestazioni in cui il potere usa le forze dell’ordine come agenti per procura e capri espiatori di fronte ai francesi in gilet gialli che esprimono la loro disperazione. Questo mentre individui infiltrati e incappucciati saccheggiano i negozi e minacciano queste stesse forze dell’ordine. Eppure, questi ultimi non fanno che applicare le direttive, a volte contraddittorie, date da voi, governanti.

I pericoli aumentano, la violenza aumenta di giorno in giorno. Chi avrebbe previsto dieci anni fa che un giorno un insegnante sarebbe stato decapitato fuori dalla sua scuola? Ma noi, i servitori della nazione, che siamo sempre stati pronti a mettere la nostra pelle in gioco – come richiedeva il nostro status militare – non possiamo essere spettatori passivi di tali azioni.

È quindi imperativo che coloro che dirigono il nostro paese trovino il coraggio di sradicare questi pericoli. Per fare questo, spesso è sufficiente applicare senza debolezze le leggi che già esistono. Non dimenticate che, come noi, la grande maggioranza dei nostri concittadini è stufa dei vostri vacillanti e colpevoli silenzi.

Come disse il cardinale Mercier, primate del Belgio: “Quando la prudenza è ovunque, il coraggio non è da nessuna parte. “Quindi, signore e signori, basta procrastinare, l’ora è seria, il lavoro è colossale; non perdete tempo e sappiate che siamo pronti a sostenere le politiche che prenderanno in considerazione la salvaguardia della nazione.

D’altra parte, se non si fa nulla, il lassismo continuerà a diffondersi inesorabilmente nella società, causando alla fine un’esplosione e l’intervento dei nostri camerati attivi in una pericolosa missione di protezione dei nostri valori di civiltà e di salvaguardia dei nostri compatrioti sul territorio nazionale.

Vediamo che non è più tempo di procrastinare, altrimenti domani la guerra civile metterà fine a questo caos crescente, e i morti, di cui sarete responsabili, si conteranno a migliaia.

I generali firmatari:

Général de Corps d’Armée (ER) Christian PIQUEMAL (Légion Étrangère), général de Corps d’Armée (2S) Gilles BARRIE (Infanterie), général de Division (2S) François GAUBERT ancien Gouverneur militaire de Lille, général de Division (2S) Emmanuel de RICHOUFFTZ (Infanterie), général de Division (2S) Michel JOSLIN DE NORAY (Troupes de Marine), général de Brigade (2S) André COUSTOU (Infanterie), général de Brigade (2S) Philippe DESROUSSEAUX de MEDRANO (Train), général de Brigade Aérienne (2S) Antoine MARTINEZ (Armée de l’air), général de Brigade Aérienne (2S) Daniel GROSMAIRE (Armée de l’air), général de Brigade (2S) Robert JEANNEROD (Cavalerie), général de Brigade (2S) Pierre Dominique AIGUEPERSE (Infanterie), général de Brigade (2S) Roland DUBOIS (Transmissions), général de Brigade (2S) Dominique DELAWARDE (Infanterie), général de Brigade (2S) Jean Claude GROLIER (Artillerie), général de Brigade (2S) Norbert de CACQUERAY (Direction Générale de l’Armement), général de Brigade (2S) Roger PRIGENT (ALAT), général de Brigade (2S) Alfred LEBRETON (CAT), médecin Général (2S) Guy DURAND (Service de Santé des Armées), contre-amiral (2S) Gérard BALASTRE (Marine Nationale).