Enormi le perdite nell’UE in seguito alle sanzioni contro la Russia

sANZIONI copda “Avante!”, Settimanale del Partito Comunista Portoghese

Traduzione di Marx21.it

Le sanzioni imposte alla Federazione Russa dagli Stati Uniti e dall’Unione Europea sono alla base dell’eliminazione di quasi 400.000 posti di lavoro e della perdita di 17,6 miliardi di euro nell’UE.

I calcoli si riferiscono all’anno 2015 e sono stati divulgati nella prima settimana di gennaio dai mezzi di comunicazione sociale austriaci, che citano uno studio elaborato da un istituto economico locale. Secondo tale studio, per quanto riguarda il livello della diminuzione dell’occupazione, la Germania occupa il primo posto con circa 97.000 posti di lavoro distrutti, seguita dalla Polonia con 78.000 impieghi eliminati.

La Germania è il maggiore partner economico e commerciale della Federazione Russa e, in virtù di tale condizione è stato anche il paese che subisce le maggiori perdite in conseguenza dell’imposizione unilaterale delle sanzioni. Nello stesso periodo si stima che solo le perdite tedesche ammontino a sei miliardi di euro. Al secondo posto si piazza la Francia, con perdite calcolate in 1,6 miliardi di euro, afferma la stessa fonte.

L’intervento dell’UE e degli USA in Ucraina – in particolare con il loro appoggio al colpo di Stato che nel 2014 ha rovesciato il capo dello Stato e del governo ucraino e che si è concluso con l’installazione di una giunta di natura fascista nel paese, con la secessione della provincia della Crimea e la sua adesione alla Federazione Russa, e con lo scatenamento della guerra fratricida contro le regioni russofone dell’Ucraina che si sono opposte al nuovo potere a Kiev – ha determinato il deterioramento delle relazioni di Bruxelles e Washington con Mosca ed è proseguito con l’applicazione dell’embargo.

Recentemente, i leader europei e statunitensi, riuniti in un vertice in Germania, hanno deciso di prolungare ed applicare maggiori sanzioni alla Russia. In un comunicato, la Casa Bianca ha giustificato la decisione con la necessità di esercitare pressione sul Cremlino perché attui gli accordi  di Minsk, sottoscritti con l’obiettivo di trovare una soluzione pacifica al conflitto in Ucraina.

La Federazione Russa ha risposto alle sanzioni applicate dal 2014 bloccando l’importazione di prodotti agricoli dei paesi dell’UE e stabilendo accordi con paesi dell’America Latina.