La tragedia greca, la follia militare e la sinistra

di Oliviero Diliberto | da il Fatto Quotidiano blog

grecia donna poliziaIn questi giorni siamo tutti greci. Dalla parte del popolo greco massacrato dalla follia del ricatto neoliberista europeo. Perché quello che succede oggi in Grecia può accadere a ogni altro popolo europeo, Italia compresa.
 

Sono stato in Grecia da poco, Atene era spettrale: negozi chiusi, ovunque manifestazioni, scuole senza libri, ospedali senza siringhe. Un paese paralizzato. La Grecia poteva essere salvata all’inizio della crisi con soli 30 miliardi euro. Invece la Troika (Bce, Commissione Europea e Fmi) ha voluto colossali piani d’austerity che hanno fatto crollare il Pil greco del 12%. E hanno fatto schizzare il debito al 165% (all’inizio era al 120%). Una cura che ha finito per ammazzare il paziente.
 

Quanti miliardi sono stati regalati alle banche in questi anni? Perché, invece, per salvare gli Stati i soldi vengono prestati (debito che si aggiunge al debito) e i prestiti sono condizionati a manovre da lacrime e sangue? Quale folle logica c’è dietro a tutto ciò?
 

È la pazzia del neoliberismo fallito.
 

Una pazzia inutile e dannosa. Che cosa succederà, infatti, quando andranno in scadenza altri titoli greci? Ricomincerà il film: servono soldi, l’Europa chiede più austerità; l’economia crolla, ma i debiti vengono onorati per mezzo del massacro sociale. Una spirale che troverà la sua fine solo con il crollo definitivo della Grecia e con essa dell’Europa tutta. Perché se l’Europa non è in grado di salvare la Grecia, come potrà alla bisogna salvare l’Italia che ha un debito cinque volte più grande?
 

C’è una cosa, però, che balza agli occhi e rende plasticamente reale la tragedia greca.
 

La Grecia è il quinto importatore mondiale di armi. Il paese europeo con le più alte spese militari: ogni anno più del 3% del Pil se ne va per la difesa. O meglio, per comperare gli scarti militari di Francia e Germania. Il Wall Street Journal ha da tempo rivelato che Merkel e Sarkozy avevano imposto l’acquisto di sottomarini, navi, elicotteri e carri armati come condizione per sbloccare il piano di aiuti alla Grecia.
 

Si tagliano stipendi, pensioni e salari. Si licenziano i lavoratori e si massacra un paese. Le spese militari, però, non si toccano, mai. Esattamente come in Italia con gli F35.
 

Resta una speranza. La Grecia andrà al voto tra pochi mesi. I sondaggi raccontano il crollo dei socialisti (sotto il 10%) e l’ascesa vertiginosa dei partiti di sinistra, complessivamente sopra il 40%. Il popolo greco sembra aver capito.