Cina: il piano di sviluppo economico e sociale per il 2012

di Alberto Gabriele per Marx21.it

jintao cantiere1. Il 5 marzo il rapporto sulla realizzazione del Piano di sviluppo economico e sociale per il 2011 e la versione preliminare del piano di sviluppo economico e sociale per il 2012 sono stati presentati alla quinta sessione dell’11o congresso Nazionale del popolo. L’assemblea ha approvato entrambi i piani il 16 marzo.
 

Il rapporto sul Piano di sviluppo economico e sociale per il 2011 conferma in linea di massima cose gia’ note ( la realizzazione di importanti obiettivi, il continuo progresso in molte aree economico-sociali e la permanenza di vari problemi strutturali), ma contiene anche alcuni dati abbastanza nuovi e significativi.

La crescita del PIL nel 2011 e’ stata del 9.2%, 1.2 punti percentuali in piu’ di quanto previsto dal piano. In Cina ( a differenza di quanto succede il Italia e nella maggior parte dei paesi del mondo) un tasso di crescita « oltre il piano » e’ tutt’altro che un avvenimento eccezionale. Contrariamente alle apparenze, pero’, non rappresenta necessariamente un fatto positivo, perche’ costituisce in qualche misura un indizio della insufficiente capacita’ del governo nel frenare le spinte sistemiche che provocano un eccesso di investimenti fissi.
 

Alcuni passi avanti importanti sono stati fatti nei campi del miglioramento del tenore di vita nelle campagne e nei processi di ristrutturazione economica. Ad esempio, la spesa per l’agricoltura e le infrastrutture economiche esociali in zone rurali e’ aumentata del 21.2%, oltre il doppio del PIL. Gli investimenti in ricerca e sviluppo (R&D) sono aumentati , e’ stato lanciato il programma Innovazione 2020, e decine di nuovi centri di ricerca sono stati posti in funzione. Il valore aggiunto delle industrie manufatturiere high-tech e’ aumentato del 16.5%, un tasso superiore a quella della media delle grandi imprese. Nuovi ingenti fondi sono stati investiti nello sviluppo tecnologico dei settori industriali strategici, e nello sviluppo prioritario delle regioni piu’ povere, nella ristrutturazione del settore energetico e nella protezione dell’ambiente naturale.
 

Nella sfera dello sviluppo sociale, il dato piu’ importante e’ costituito da una crescita reale del reddito disponibile medio rurale maggiore di quella del reddito urbano, per il secondo anno consecutivo. Il tasso di crescita del reddito rurale e’ stato dell’11.4%, maggiore di quella del PIL e la piu’ alta dal 1985. I salari dei lavoratori migranti sono aumentati di oltre il 20%, confermando la forte tendenza al rialzo tipica degli ultimi anni – favorita da vari fattori, tra cui i segnali di relativo esaurimento del pur amplissimo ”esercito di riserva” nelle campagne e l’aumento dei salari minimi imposti per legge.
 

Varie iniziative settoriali di lotta contro la poverta’ rurale sono state ampliate. Il programma di costruzione di case popolari ha ricevuto fondi per oltre 170 miliardi di yuan, oltre il doppio che nel 2010. Oltre 4 milioni di unita’ abitative sono state completate, e sono cominciati i lavori per costruirne altri 10 milioni.
 

Il sistema di sicurezza sociale (parzialmente nuovo), che copre sai i residenti urbani che quelli rurali, puo’ ormai considerarsi “basicamente in funzione”. Si sono realizzati progressi nel rafforzamento dell’educazione pubblica e nella riforma e nell’ampliamento del sistema sanitario pubblico.
 

La maggiore parte degli obiettivi quantitativi annuali fissati dal 12º piano quinquennale sono stati raggiunti o superati. Su 11 sotto-obiettivi legati ai sette obiettivi chiave del piano quinquennale, otto sono stati raggiunti o superati. Tra loro, sono particolarmente significativi quello relativo al consumo di acqua per unita’ di valore aggiunto industriale e altri tre di natura ecologica, l’avanzamento del programma di case popolari e il tasso di copertura della assicurazione medica basica nelle citta’ e nelle campagne. Invece, tre importanti sotto-obiettivi ecologici sono stati mancati: quelli relativi alla diminuzione del consumo di energia per unita’ di PIL e delle emissioni di diossido di carbonio e di ossido di idrogeno.
 

Il piano annuale contemplava inoltre un’altra categoria di nove obiettivi. Sette sono stati raggiunti o superati: i tassi di crescita del PIL, dell’ urbanizzazione, della partecipazione alla scuola secondaria superiore, dei redditi pro capite urbani e rurali, e due obbiettivi legati alla creazione di posti di lavoro. Altri due obiettivi (proporzione del settore servizi nel PIL e spesa per ricerca e sviluppo come percentuale del PIL )sono stati mancati. [1]
 

2. Tuttavia, chi pensasse che il (quasi completo) raggiungimento degli obiettivi quantitativi del piano induca i comunisti cinesi a dormire sugli allori e ad abbandonarsi all’autocelebrazione sarebbe anni luce lontano dal vero. Usando in modo caratteristico la prima persona plurale, coerente con il carattere collettivo dello sforzo del partito per lo sviluppo nazionale, il documento afferma infatti subito dopo che le ragioni sottostanti il mancato raggiungimento di alcuni obiettivi sono di carattere strutturale: “La ragione principale del nostro fallimento nel raggiungere alcuni obietttivi annuali sono: le direttrici principali dello sviluppo economico non sono state cambiate in modo sostanziale, il lavoro sulla ristrutturazione economica procede troppo lentamente, le industrie pesanti e la chimica costituiscono una parte troppo grande dell’economia, e il livello complessivo della tecnologia e’ basso”.
 

Sono stati fatti dei progressi, ma non e’ stato facile e la strada e’ ancora lunga. “  I risultati ottenuti sono prodotto dell’approccio scientifico… (ai problemi da parte del partito e degli sforzi di tutto il popolo)…e ha dimostrato pienamente i vantaggi del sistema socialista com caratteristiche cinesi… La situazione macroeconomica che deve essere affrontata nel 2012 rimane difficile e complessa… ci sono seri conflitti e problemi che rendono il nostro sviluppo economico sbilanciato, non- coordinato e insostenibile”. Tra i vari fattori negativi individuati nel rapporto, ci sono quelli di natura ecologica e sociale a richiamare maggiormente l’attenzione: ”La situazione relativa al risparmio energtico e alla riduzione delle emissioni e’ severa… La distribuzione del reddito e’ ancora molto diseguale…”.
 

Che fare? La seconda sezione del documento illustra i principali obiettivi strategici per il 2012. La stella polare dello sviluppo cinese e’ sempre piu’ chiaramente individuata nella modernizzazione e ristrutturazione dell’economia sulla base dello sviluppo scientifico e tecnologico, da perseguirsi tra l’altro attraverso uma continua espansione degli investimenti in ricerca e sviluppo. Il PCC sembra avere interiorizzato profondamente una elementare verita’ nota a ogni materialista: nel lungo periodo, il vero sviluppo, l’unica forma possibile di continuo miglioramento delle condizioni dell’umanita’, puo’ e deve basarsi crescentemente (e, in ultima nalisi, esclusivamente) sullo sviluppo scientifico-tecnologico, e non sulla ulteriore depredazione delle risorse naturali. Tale sviluppo scientifico-tecnologico non va inteso in senso restrittivo, come puro sviluppo del macchinismo e della scienza da laboratorio, ma deve permeare tutta la sfera della pianificazione e del controllo della economia : “ Lo sviluppo scientifico e la accelerazione della trasformazione delle direttrici principali dello sviluppo economico devono costituire il principio fondamentale del nostro lavoro”.
 

Sulla base di questa premessa fondamentale, il PCC indica alcuni compiti fondamentali e prefigura l’attuazione di alcune misure chiave durante il 2012 [2].
 

L’obiettivo di crescita dei consumi e’ 14% (molto piu’ alto della crecita del PIL). Il PCC si impegna a “intensificare gli sforzi per aumentare il reddito dei meno abbienti, aumentare regolarmente i salari minimi e le pensioni, e migliorare il sistema dei salari nel settore pubblico”. Obiettivi quantitativi sono indicati anche per la spesa in R&D ( che dovra’ raggiungere una percentuale del PIL pari a 1.92, ormai vicinissima alla soglia del 2% tradizionalmente considerata come minimo adeguato per un paese avanzato moderno), per lo sviluppo delle industrie high-tech e di altri settori strategici non tradizionali, e dei servizi in generale. Risorse crescenti saranno investite nelle zone rurali, per accelerare il progresso tecnologico in agricoltura, espandere le infrastrutture e piu’ in generale migliorare le condizioni di vita della popolazione.
 

Sara’ perseguito uno sviluppo armonico delle diverse regioni del paese – rafforzando i trasferimenti verso quelle piu’ povere – e continuera’ il processo di urbanizzazione (a questo proposito, e’ interessante osservare che nel 2011, per la prima volta nella storia, il numero dei residenti urbani ha superato quello degli abitanti delle zone rurali). La priorita’ accordata agli investimenti nei campi della conservazione e innovazione energetica e della difesa dell’ambiente viene ulteriormente confermata.
 

3. Alcuni delle ultime (sotto)sezioni del documento presentano un particolare interesse di ordine ideologico e sociale. La sezione 7, dedicata alle riforme e al “ miglioramento dei sistemi e meccanismi volti a realizzare lo sviluppo in modo scientifico”, contiene tre punti di cruciale importanza.
 

Il primo riguarda la proprieta’ dei mezzi di produzione: il PCC mantiene il principio fondamentale in base al quale “ La proprieta’ pubblica e’ dominante e le entita’ economiche sotto diverse forme di proprieta’ si sviluppano una accanto all’altra”. In questo contesto, continuera’ la riforma delle imprese pubbliche, la maggior parte delle quali passano ad essere amministrate in un regime formalmente simile a quello delle partecipazioni statali che c’erano un tempo in Italia.
 

Il secondo punto riguarda la riforma del sistema di distribuzione del reddito: ”Aumenteremo la proporzione del reddito individuale nel reddito nazionale e quella dei salari nella distribuzione primaria. Aumenteremo regolarmente i salari minimi, e amplieremo gradualmente il ruolo delle contrattazioni collettive… prenderemo ulteriori misure per rendere piu’ efficace la tassazione dei redditi piu’ alti… invertiremo rapidamente la tendenza verso l’aumento delle diseguaglianze economiche”.
 

Il terzo punto si riferisce al proseguimento e al rafforzamento delle riforme del sistema di sanita’ pubblica, basato sulla estensione del sistema nazionale di assicurazione medica basica, raggiungendo un tasso di copertura del 95% anche nelle campagne. Il partito – con grande difficolta’, dato il potere della lobby dei medici e di altri interessi costituiti – sta anche cercando di riformare il sistema di ospedali pubblici ( troppo costosi e inefficienti, a causa del permanere di forme di semiprivatizzazione introdotte incautamente molti anni fa) e di mettere in piedi un sistema di acquisti centralizzati delle medicine di base.
 

Le ultime sezioni ribadiscono come obiettivi prioritari ( a parte la crescita economica e la creazione di posti di lavoro) il miglioramento del sistema di sicurezza sociale ( aumentando tra l’altro i sussidi per il finanziamento della assicurazione medica dei migranti), la costruzione di case popolari, lo sviluppo dei sistemi pubblici nei settori della sanita’ e dell’ educazione [3]. E’ importante osservare che in tutti questi settori e’ previsto esplicitamente un aumento del ruolo dei finanziamenti provenienti dal bilancio centrale dello Stato.
 

4. I documenti di pianificazione economica e sociale sintetizzati in questo articolo sono molto interessanti, non solo dal punto di vista dei contenuti, ma anche da quello dello stile e della forma (nella misura in cui questi aspetti possano essere colti dalla traduzione inglese !). Nonostante l’estrema ufficialita’ che li caratterizza, infatti, essi gettano getta abbastanza luce sulla cultura economica, politica e , in un certo senso, filosofica del Partito Comunista Cinese (PCC), in questa fase estremamente complessa caratterizzata a livello internazionale dalla accresciuta instabilita’ dei maggiori centri del capitalismo mondiale e da un evidente e preoccupante aumento della aggressivita’ dell’imperialismo, e a livello nazionale dall’avviarsi di una delicata transizione che portera’ ai vertici del partito e dello Stato un nuovo gruppo dirigente. Gli aspetti piu’ rilevanti sono i seguenti :

  • Il PCC rimane fedele al modello generale di socialismo di mercato che caratterizza strutturalmente l’originale formazione economico-sociale costituita dalla Repubblica Popolare Cinese, ma ha ormai acquisito piena coscienza della necessita’ di mettere in atto riforme strutturali profondissime volte al passaggio dalla crescita estensiva (economicamente e ecologicamente insosteninibile) allo sviluppo intensivo.

  • La riaffermazione del modello socialista si identifica con la natura scientifica della pianificazione e piu’ in generale della gestione della economia e dello stesso rapporto tra uomo e natura. La distanza culturale dalle varie forme di irrazionalismo reazionario prevalenti nell’occidente capitalistico (dalla religione del mercato alla mistica della “crescita”) e’ assai piu’ ampia di quanto generalmente riconosciuto dalla maggior parte degli osservatori.

  • Sono iniziate e dovranno approfondirsi una serie di riforme destinate a rafforzare il ruolo dello Stato nei servizi sociali basici, nella sicurezza sociale e nella edilizia pubblica. Necessariamente (e, in qualche caso, esplicitamente) queste riforme implicano una riduzione del ruolo relativo del mercato in ampie sfere dell’economia di decisiva importanza per il benessere sociale, e un ripudio del « deviazionismo di destra » di impronta para-liberale che tanti danni ha provocato in questi settori nel recente passato.

  • Si afferma in modo esplicito il diritto/dovere da parte dello Stato di intervenire con urgenza e in modo deciso nei processi di distribuzione dei redditi primari, al fine di invertire la perniciosa tendenza all’aumento delle diseguaglianze economiche. A questo proposito, alcuni segni preliminari (la riduzione per due anni consecutivi della differenza tra i redditi medi urbani e rurali; l’avvenuto superamento numerico della popolazione rurale da parte di quella urbana; l’accelerazione nella crescita salariale in atto dai primi anni 2000) potrebbero indicare che l’inversione di tendenza e’ gia’ in corso.
     

NOTE
 
1 Il relativo insuccesso in questi due campi e’ meno grave che nel caso della mancata realizzazione di alcuni obbiettivi ecologici. Sia l’espansione dei servizi che il rafforzamento del sistema nazionale di innovazione e ricerca stanno comunque procedendo molto rapidamente.
 

2 Tra questi, faro’ riferimento soprattuttoa quelli non strettamente economici (naturalmente, mantenere uma robusta crescita continua ad essere una priorita’).
 

3 La spesa per l’educazione raggiungera’ il 4% del PIL