Dichiarazione del Partito Comunista dell’Uruguay

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Traduzione di Mauro Gemma per Marx21.it

Il Comitato Esecutivo del Partito Comunista dell’Uruguay

Vista la decisione adottata dal Presidente della Repubblica entrante, Luis Lacalle Pou di non invitare all’insediamento della prima magistratura dello Stato i presidenti della Repubblica di Cuba, Miguel Díaz-Canel, della Repubblica del Nicaragua, Daniel Ortega e della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Nicolás Maduro, il Partito Comunista dell’Uruguay, dichiara quanto segue:


1. Che rifiuta che un evento di protocollo sia considerato dal futuro presidente come una festa di famiglia o un evento privato.

2. Che condanna che siano stati invitati a questo evento dal profondo significato democratico per l’Uruguay i leader della Bolivia, Jeanine Áñez (che alla fine ha deciso di non partecipare); del Brasile, Jair Bolsonaro; del Cile, Sebastián Piñera; e della Colombia, Iván Duque.

3. Che mette in discussione le credenziali democratiche di queste persone, che sono arrivate al governo con un colpo di Stato, e che, insediatesi, hanno scatenato una brutale repressione contro il loro popolo, fatti completamente riprovevoli.

4. Che, come se tutto ciò non fosse già abbastanza per ricevere il ripudio da parte di tutte e tutti gli onesti cittadini dell’Uruguay, Lacalle Pou ha anche invitato il segretario generale dell’OSA, Luis Almagro, che è diventato un vigliacco proconsole imperiale che ha avallato e sostenuto tutti i colpi di Stato e le violazioni della democrazia e dello stato di diritto che si sono verificate nel continente, e che osteggia i popoli che si rifiutano di sottomettersi all’imperialismo statunitense.

5. Che esige dal governo entrante una politica estera che corrisponda ai principi di non intervento negli affari interni dei paesi terzi, il rispetto dell’autodeterminazione, la promozione della cooperazione e dell’integrazione regionale, la risoluzione pacifica delle controversie e il non allineamento, che sono parte della storia della politica estera uruguaiana.

6. Che manifesta la massima solidarietà con i popoli fratelli di Cuba, Nicaragua e Venezuela e con i governi che li rappresentano.

7. Che garantirà, dagli spazi determinati dal popolo uruguaiano, che il paese e le sue istituzioni non vengano utilizzati come l’istanza di coloro che sono sempre abituati a trattare le persone come sudditi e l’intero paese come proprietà di pochi privilegiati.

Montevideo, 29 febbraio 2020