Geopolitica del Caucaso russo. Giuliano Bifolchi

cover bifolchidi Marco Pondrelli

Il libro di Giuliano Bifolchi affronta in tema del Caucaso russo che è molto poco conosciuto. Nonostante questa piccola regione difficilmente sia al centro del dibattito essa ha una grande importanza, sia per le risorse naturali (gas e petrolio) sia per la sua importanza geostrategica.

Bifolchi parte dal ruolo che la geopolitica ha nel dibattito attuale e nelle scelte dei paesi. I marxisti hanno avuto un rapporto difficile con la geopolitica, la quale ha indubbiamente una sua validità. Ovviamente quella geopolitica non può essere una lettura totalizzante, si rischierebbe di capire o giustificare Hitler ponendosi solo da un punto di vista di scelte strategiche. Allo stesso tempo la lettura di Lenin dell’imperialismo come fase suprema del capitalismo non può essere accantonata dalla ragion di Stato.

Fatte queste premesse è illuminante quello che scrive l’Autore sul tema della geopolitica e sull’Eurasia. Alcuni pensatore vanno considerati attentamente a partire da Friedrich Ratzel, il padre della ‘moderna geografia politica’ [pag. 30] che ha posto come centrale nel suo ragionamento il concetto di lebensraum, ovverosia di spazio vitale, l’idea che guiderà l’invasione tedesca dell’URSS e che era stata ispirata ad Hitler dall’espansione verso ovest degli Stati Uniti d’America.

L’Eurasia entra nella geopolitica attuale con Mackinder che lega questa sua teorizzazione al ruolo imperialistico dell’Impero inglese. Per Mackinder l’Eurasia è l’Heartland (Europa, Asia, Nord Africa) centrale per il controllo del globo, «chi domina l’Europa orientale comanda l’Heartland; chi domina l’Heartland comanda la World Island. Chi comanda la World Island comanda il mondo».

Con Spykman all’Heartland viene contrapposto il Rimland che comprende le coste europee ed asiatiche e che possiede le maggiori ricchezze naturali. È su questa idea che si basa la contrapposizione della guerra fredda, si può dire che se Mackinder fu il teorico dell’Impero inglese Spykman lo fu degli USA durante la guerra fredda, naturale completamento è Brzezinski il teorico dell’Impero statunitense post-’89 che ha capito che quest’area del mondo rimane strategica per l’egemonia del XXI secolo.

Dentro l’Eurasia il Caucaso rappresenta per Brzezinski i Balcani dell’Eurasia.

Il Caucaso di cui parla l’Autore è quello settentrionale interno alla federazione russa, anche se, ovviamente, non possono mancare riferimenti ai tre stati indipendenti. In quest’area il terrosimo di matrice wahhabita ha avuto ed ha un ruolo importante. La stampa italiana ed occidentale tratta i terroristi che operano in Caucaso (Cecenia, Dagestan) come dei patrioti, ignorando non solo la loro pericolosità per la Federazione russa ma anche per l’islam stesso. Le due guerre combattute in Cecenia dalla Russia si comprendono solo capendo che erano guerre difensive, l’obiettivo dei terroristi (e di chi li sosteneva) era quello di distruggere e smembrare lo Stato russo, lo stesso intervento in Siria ‘non solo cementa gli interessi geopolitici di Mosca nella regione, ma deve essere inquadrato nella «guerra al terrorismo» del Cremlino voluta per evitare l’affermazione di movimenti jihadisti nella regione a maggioranza musulmana come quella nordcaucasica’ [pag. 70].

Questo terrorismo che si presenta e si è presentato spesso in alcune aree del mondo dallo Xinjiang ai Balcani, passando per la Libia e la Siria è sempre stato funzionale ai disegni geostrategici dell’Occidente.

La presenza del terrosimo è legato ai due fattori che determinano la centralità del Caucaso, da una parte il fronte di attacco alla Russia (speculare al fronte europe), dall’altra c’è la presenza di una grande ricchezza energetica (gas e petrolio) importane perché, nell’ottica statunitense, può aiutare l’Europa ad alleggerire la sua dipendenza energetica verso la Russia.

Il Caucaso rè anche una tappa della nuova via della seta, che rappresenta il progetto cinese in grado di ridisegnare un mondo multipolare, un altro motivo che aumenta l’interesse degli USA per quest’area dove si trova un paese come la Georgia che, al pari dell’Ucraina, preme per entrare nella NATO.

Questi sono alcuni degli stimoli contenuti nel libro di Bifolchi che per rigore analitico è sicuramente una lettura consigliata.