L’Unione Europea provoca la Bielorussia

bielorussia vignaDichiarazione del Partito Comunista di Spagna

da https://www.solidnet.org

Traduzione di Mauro Gemma per Marx21.it

Se erano prevedibili le decisioni del Consiglio Europeo sulla Bielorussia, non per questo erano inevitabili, ma ancora una volta l’Unione Europea ha scelto di seguire la strada della sottomissione alle richieste statunitensi. 


Così, dopo le parole del presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, sono arrivate quelle di Charles Michel, presidente del Consiglio, che ha annunciato che l’Unione non riconosce i risultati delle elezioni presidenziali bielorusse del 9 agosto. Charles Michel ha affermato, a nome del Consiglio, che le elezioni non sono state “eque e libere”, definendo “una frode il processo elettorale”, anche se si è astenuto dal mostrare prove, e ha dichiarato che l’Unione imporrà sanzioni ai membri del governo bielorusso per facilitare la “transizione pacifica”.

Con il linguaggio dell’ipocrisia e della doppiezza , Charles Michel ha parlato di “raddoppio degli sforzi per trovare una soluzione pacifica ”in Bielorussia, sapendo perfettamente che, ingerendosi in modo insolente, alcuni paesi membri dell’Unione hanno promosso proteste nel Paese, con l’intenzione di creare un nuovo Maidan, una situazione di caos che faccia crollare il governo Lukashenko. 

Bruxelles e la Commissione sono pienamente consapevoli che diversi paesi membri (Polonia, Lituania, Cechia) lavorano per creare un nuovo centro di crisi sui confini russi, contando sul sostegno di altri paesi europei e sulla ingerenza e il sostegno politico e diplomatico degli Stati Uniti. Non è il risultato del caso che, mentre si sviluppano queste azioni in Bielorussia, il dispositivo militare della NATO conduce manovre ai confini del paese contribuendo deliberatamente alla pressione su Minsk e alzando il livello della tensione nella zona. Questa politica interventista, che è sempre stata sostenuta dall’Unione Europea, non ha nulla a che fare con la difesa dei diritti umani e deve, inoltre, sopportare la vergogna di essere a rimorchio delle decisioni di Washington.

Il piano per provocare la Bielorussia è stato accompagnato dallo stimolo alle proteste violente, alla diffusione di false informazioni su presunti scioperi, alla sponsorizzazione di assemblee davanti alle fabbriche bielorusse per simulare proteste di massa da parte dei lavoratori, dal sostegno unanime dei media conservatori all’ipotetica protesta della grande maggioranza della popolazione, mentre si sono taciute le manifestazioni di sostegno al governo di Minsk e si offre sostegno all’opposizione di destra; un’opposizione che ha un programma neoliberista che intende promuovere privatizzazioni, porre fine alle società pubbliche, ritirare la Bielorussia dallo Stato dell’Unione che la unisce alla Russia, farla lasciare l’Unione Eurasiatica e l’unione doganale, scommettere sull’approvvigionamento di gas liquefatto degli Stati Uniti, con l’abbandono del gas russo; mettere in atto un piano aggressivo di “de-comunistizzazione” simile a quelli approvati dai governi di estrema destra di Polonia e Ucraina; e, infine, far entrare la Bielorussia nella NATO: un programma completo che sembra scritto a Washington, è quello che postula anche l’Unione Europea.

La brutalità della polizia, in questa occasione, è stata denunciata in Bielorussia dai leader dell’Unione Europea, al contrario di quanto è avvenuto con la sanguinosa repressione in Francia delle manifestazioni dei gilet gialli, brutalità che ha causato undici morti, più di quattromila feriti e tredicimila arrestati; né tale brutalità è stata segnalata nel comportamento della polizia turca nei confronti dei profughi, e tanto meno nell’attività della guardia costiera libica (complice anche del mercato di schiavi) finanziata da Bruxelles.

L’Unione Europea che ora contribuisce alle provocazioni contro la Bielorussia è la stessa che ha finanziato e ha sostenuto i golpisti in Ucraina nel 2014; che ha sponsorizzato Juan Guaidó nel tentativo di rovesciare il governo del Venezuela; che ha riconosciuto i liberticidi della Bolivia che hanno deposto il presidente Evo Morales; e che ora vuole coprirsi dietro ai valori democratici mentre, in realtà, segue il copione interventista statunitense, quello che ha annunciato Mike Pompeo a Praga il 12 agosto chiedendo all’Unione Europea di applicare sanzioni alla Bielorussia. Decisione accettata e annunciata da Charles Michel, che non contribuirà a creare un clima pacifico di armonia e collaborazione nell’Europa dell’Est.

Il Partito Comunista di Spagna chiede al governo del nostro paese di adottare una decisione propria, svincolata da ogni misura interventista adottata da Bruxelles o Washington, e fa appello a lavoratori, cittadini, organizzazioni democratiche, a esprimere il loro rifiuto di questa nuova avventura interventista contro la Bielorussia che si aggiunge alla lunga lista di paesi attaccati dall’ambizione imperiale degli Stati Uniti con l’assistenza dei paesi dell’Unione Europea, incatenata a Washington, che ha nuovamente adottato una vergognosa posizione di sottomissione agli Stati Uniti.