Il Partito Comunista Portoghese sui recenti sviluppi in Libia

Traduzione di Mauro Gemma

Il Partito Comunista Portoghese (PCP) condanna il massacro perpetrato dalla NATO nella città di Tripoli, le cui vittime sono salite, in appena due giorni, a più di 2.000 morti.

Seguito a più di cinque mesi di intensi bombardamenti e guerra della NATO, il bagno di sangue perpetrato contro la popolazione della capitale libica, nella cosiddetta “Operazione Sirena”, come pure gli avvenimenti che l’hanno seguito, confermano, ancora una volta, i reali obiettivi e i veri protagonisti di questa guerra colonialista di invasione e occupazione.

La conquista di Tripoli è soprattutto il risultato, non della propagandata vittoria militare dei cosiddetti “ribelli, ma piuttosto dell’intervento diretto della NATO e del vero e proprio massacro perpetrato da questa struttura politico-militare.

Il popolo libico è stato e continua ad essere vittima di un crimine e della flagrante violazione del Diritto Internazionale, della Carta delle Nazioni Unite e della stessa Risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, che ipocritamente faceva riferimento alla protezione dei civili libici e riconosceva il ruolo delle autorità libiche.

Come il PCP aveva a suo tempo avvertito, e come la realtà sta confermando, ciò che è in causa con la guerra di invasione e occupazione della Libia non sono i diritti del suo popolo o qualsiasi desiderio di libertà e democrazia. Al contrario, ciò che è in causa, ancora una volta nella Storia e sull’esempio delle guerre dell’Iraq, Jugoslavia e Afghanistan, è il soddisfacimento degli interessi strategici delle principali potenze della NATO per quanto riguarda il controllo di importanti risorse naturali, il saccheggio del Fondi sovrani libici e l’imposizione del dominio imperialista nella regione del Nord Africa e del Medio Oriente.

La guerra contro il popolo libico è inseparabile dal quadro internazionale di approfondimento della crisi strutturale del capitalismo, di risposta della forza imperialista ai processi popolari che hanno avuto luogo nel Mondo Arabo, come anche di crescenti contraddizioni inter-imperialiste. Con la denuncia dell’ipocrisia e delle campagne mediatiche di menzogna e disinformazione che sostengono la strategia aggressiva delle principali potenze imperialiste, il PCP mette in guardia sul fatto che la guerra di occupazione della Libia, le crescenti minacce di un intervento imperialista in Siria e le rinnovate provocazioni israeliane contro il popolo palestinese, sono pericolosi elementi che si aggiungono alla tensione in una situazione già molto segnata dall’instabilità e dal reale pericolo di generalizzazione dei conflitti.

La conquista di Tripoli da parte delle cosiddette forze ribelli rappresenta un’altra operazione contro il diritto di sovranità e integrità territoriale delle nazioni. Ma, come la realtà si è incaricata di dimostrare in varie situazioni, ciò non significherà la fine della resistenza del popolo libico all’invasione e all’occupazione del suo Paese e ancor meno della resistenza dei lavoratori e dei popoli alle guerre, alle aggressioni e alle provocazioni dell’imperialismo.

Per il PCP, la fine del conflitto passa attraverso il ritiro delle forze occupanti e il dialogo nazionale libico che miri a una soluzione politica del conflitto interno. Condannando la posizione del governo portoghese che si è accodato nel sostegno alla guerra di invasione e occupazione della Libia e nel riconoscimento del cosiddetto “Consiglio Nazionale Transitorio”, il PCP si rivolge ai lavoratori, ai giovani e al popolo portoghese affinché, indipendentemente dalle differenze di opinione su Muammar Gheddafi e l’attuale regime, respingano la gigantesca campagna mediatica che supporta questo intervento imperialista, si mobilitino e intensifichino la lotta per la pace, contro le aggressioni e le ingerenze dell’imperialismo nordamericano ed europeo nel Mondo Arabo e nelle altre regioni del globo.

26 agosto 2011