Contro la guerra imperialista in Libia

Martedì 22 agosto. I bombardamenti della Nato su Tripoli si acutizzano. E’ una carneficina contro il popolo libico. Il fuoco dell’Alleanza atlantica spiana la strada agli “insorti”. I giornali e i telegiornali sono scatenati: si canta la vittoria della Nato e si preannuncia ( “finalmente!”) la caduta del “dittatore ”Gheddafi. Dopo il 1969 il petrolio libico sta per tornare sotto il controllo del capitalismo occidentale. Le Borse esultano.

Ancona. Martedì 23 agosto. Mattino. Anche i giornali locali ( “ Il Corriere Adriatico”, le pagine marchigiane de “ Il Resto del Carlino” e de “ Il Messaggero”) inneggiano alla vittoria della Nato. Non c’è una voce contraria, nessuna controinformazione. Nel sole d’agosto anche i partiti locali della sinistra, anche i movimenti tacciono. Le strade sono deserte. La guerra sembra non esistere. La censura, voluta e subita, affoga nel silenzio l’orrore del massacro imperialista. La strage per il petrolio.

Verso le 9.00 i compagni e le compagne del PdCI di Ancona si sentono tra loro. La parola d’ordine che prende corpo tra i cellulari è: “ Non possiamo accettare questo silenzio. Non si può sopportare tale brutale censura. Non possiamo essere passivi. Occorre reagire”.

E’ una mattina d’agosto, il caldo paralizza la città, spegne ogni ardore. Non è facile scendere in piazza, improvvisare una reazione. Anche tra i compagni vi è scetticismo : “ Non ce la facciamo…come facciamo? Chi fa il volantino? Chi lo scrive? Dove lo stampiamo? Chi va a volantinare ? I compagni sono in ferie, sono fuori, sono al mare. Chi li chiama? Come farli rientrare? Ci sono le famiglie in spiaggia, i figli…”. L’impresa – anche questa piccola impresa – sembra impossibile. Lo scoramento sale. “ Non ce la facciamo… mandiamo un trafiletto ali giornali…si ma non lo pubblicano…” .

Poi, scetticismo ed esitazioni vengono superati. I compagni decidono di provare. Si comincia in tre, in quattro. Ognuno si prende il compito di telefonare ad altri due, tre compagni per chiamarli alla mobilitazione. La cosa riesce. Entro le dieci del mattino una quindicina, una ventina di compagni danno la loro disponibilità ad essere in piazza ( “stasera alle 18.00, in Piazza Roma. Si, d’accordo, ci siamo”).

Su face book i compagni postano una nota contro l’attacco Nato a Tripoli. Diversi anconetani, sempre su face book, rispondono che sono d’accordo con la critica alla guerra. Le adesioni danno coraggio a chi sta lavorando per il sit-in. Allora, sotto la nota contro la guerra, una compagna aggiunge che “ stasera, alle 18.00, tutti in piazza Roma, mobilitiamoci!”. Altre adesioni.

Un minimo di organizzazione, di militanza, di “passaparola” è stato fatto. I compagni ci sono, qualche cittadino anche. Si può provare.

Ma manca il volantino. Chi lo scrive? Lo scrive il segretario della Sezione PdCI di Ancona. Lo scrive sulla scorta della nota già pubblicata di mattino presto su face book dai compagni.

Si, ma chi stampa il volantino?

In Sezione non c’è né ciclostile né fotocopiatrice ( piccola lezione: in nessuna sezione comunista può mancare una fotocopiatrice. “ Se c’è un’emergenza, che cazzo facciamo? ” – dice un compagno…).

Chiamiamo il compagno Maurizio Formica, segretario provinciale PdCI. Maurizio non sta bene ( tanti auguri per una pronta guarigione, Maurizio…). Non avevamo il coraggio, proprio perché non sta tanto bene, di chiamarlo. Ma Maurizio capisce il problema, dice subito si.

“ Mandatemi per mail il testo del volantino e provo a stamparlo da qualche parte”.

Glielo mandiamo per mail. Maurizio esce di casa alle 16.00 circa e trova il modo di stampare alcune migliaia di volantini, con tanto di simbolo del PdCI e della Federazione della Sinistra. Verso le 17.00 li consegna. Anche il volantino è fatto!

Manca l’attenzione dei media : Tg3 regionale e testate locali.

I compagni vanno direttamente nelle redazioni locali, parlano con i direttori o i capo redattori della politica locale. Consegnano loro il volantino : “ Stasera siamo in piazza Roma, a manifestare contro la guerra in Libia. Vi chiediamo, in questa città deserta, di non sottovalutare l’evento. I motivi della nostra contestazione li trovate tutti nel volantino. Vi suggeriamo di riprendere i passaggi relativi ai 4 mila attacchi della Nato in Libia, al fatto che è una guerra per il petrolio, ai 52 miliardi di euro che costa questa guerra , a fronte della manovra economica antipopolare in atto; al fatto che giusto cent’anni fa, nel 1911, il governo liberale Giolitti già massacrò, per gli stessi motivi colonialisti, il popolo libico”.

I compagni che consegno il volantino alle redazioni ( anche a quella del Tg3) e che spiegano i motivi del sit-in piazza Roma capiscono che qualche varco si apre, che vi è qualche, seppur lieve, interesse…

Alle 18.00 in piazza Roma. I volantini sono pronti. I compagni sono ancora pochi, si teme un flop.

Pian piano, però, i compagni e le compagne arrivano. Una ventina. Con le bandiere rosse e le bandiere della pace. Un primo gruppo di cittadini si unisce al sit-in. Poi un altro. La piazza non è più vuota. La gente che passa per Corso Garibaldi si ferma, prende il volantino. In molti si fermano a parlare con i militanti. Un compagno, con il megafono, dice le ragioni dei comunisti e dei pacifisti. L’iniziativa sta riuscendo.

Intanto arriva in piazza un fotografo de Il Messaggero”. Fotografa la piazza, i compagni, i cittadini che prendono il volantino. Le bandiere rosse con la falce e il martello. Le bandiere della pace.

Poi telefona la redazione del Tg3. Vuole sapere come va il sit-in. I compagni raccontano. Poi telefona la redazione de “ Il Resto del Carlino”. Vuole sapere se l’iniziativa è riuscita. I compagni rispondono. Poi telefona la redazione de “ Il Corriere Adriatico”… poi quella de “ Il Messaggero”…

Il sit-in va avanti sino alle 20.00. I compagni e le compagne hanno distribuito migliaia di volantini, hanno parlato con almeno un centinaio di persone…hanno aperto una iniziale discussione. Diversi cittadini parlavano del “dittatore” Gheddafi che “doveva prendere una lezione”. Alcuni si sono ricreduti…

Alle 19.30 va in onda il Tg3 Marche : il sit-in viene raccontato a lungo; i passaggi salienti del volantino ( precedentemente suggeriti dai compagni nella stessa sede Rai) vengono letti : “ 52 miliardi di spese militari…4 mila attacchi degli aerei da guerra…ognuna delle cinque navi da guerra al largo delle coste libiche costa ogni giorno 350 mila euro… è una guerra per il petrolio…”.

Alle 19.30 il Tg3 Marche viene visto da almeno 100 mila persone…è un successo…

Il responsabile nazionale del Dipartimento Esteri del PdCI, Francesco Francescaglia, viene messo al corrente dell’iniziativa ad Ancona. Non solo è d’accordo con l’iniziativa ma chiede il testo del volantino per lavorarci su e trasformarlo in volantino nazionale del Partito. Volantino che viene subito inviato alle Federazioni, ai territori, con la richiesta di promuovere iniziative analoghe sul territorio nazionale. Rapporto positivo tra base e dirigenti.

La mattina del 23 agosto articoli sul sit-in ( con ampi passaggi del volantino lasciato nelle redazioni) appaiono sia su “ Il Resto del Carlino” che su “ Il Messaggero” : “ I comunisti in piazza contro la guerra”. Su “ Il Messaggero” una bella foto a colori de compagni e della piazza con le bandiere rosse.

Non era facile, ce l’abbiamo fatta. I compagni dicono : “ Occorre insistere, fare più iniziative…stare in piazza…far conoscere le nostre idee… così si rafforza il Partito, lo si radica…”. C’è la soddisfazione per una piccola battaglia vinta. Da cui ripartire. Se si vuole si può. ( f.g.)