L’europa delle banche è il nostro nemico

L’accordo europeo che le borse e la stampa hanno accolto con grande entusiasmo, prepara un nuovo drammatico attacco ai diritti sociali e alle stesse libertà dei lavoratori e dei popoli europei. Non c’è niente da gioire per il fatto che il governo europeo delle banche ha trovato un’intesa per pilotare il fallimento della Grecia, senza far rimettere troppi soldi alla speculazione.

La cambiale di questo accordo la pagheranno tutta, come già stanno facendo, i lavoratori e i cittadini greci, che hanno visto in pochi mesi regredire di trent’anni le loro condizioni sociali.

La pagherà la civiltà e la democrazia, la pagheranno i beni comuni, il patrimonio culturale, se è vero che un ministro finlandese ha chiesto il Partenone, in garanzia dei prestiti alla Grecia, e se è vero che il presidente del parlamento europeo Junker ha detto che in questo momento la Grecia non può permettersi di essere una democrazia. La dittatura bancaria che governa l’Europa ha trovato un accordo, ma già ora si annuncia che dovremo pagarne tutti i costi.

Il Sole 24 ore ha addirittura fatto i conti su quanto si risparmia con la pensione a 70 anni. Perché non calcolarla allora fino a 80? I risparmi sarebbero ancora maggiori.

Le privatizzazioni, le liberalizzazioni, la mercificazione di tutto sono il prezzo da pagare per la stabilità dell’Europa delle banche. E non è un caso che la manovra del governo italiano, un attacco durissimo alle condizioni di vita e al salario di tutti noi, sia stata elogiata a Bruxelles, così come è stato elogiato l’accordo interconfederale che distrugge contratto nazionale e democrazia. Quest’Europa delle banche ci è totalmente nemica e per questo dobbiamo combatterla. Non ci sarà libertà, non ci saranno diritti, non ci saranno eguaglianza e giustizia, né tantomeno ci saranno cambiamenti nel modello di sviluppo e nell’economia, fino a che la dittatura delle banche governerà e fino a che i governi europei avranno molta più paura di un verdetto di Moody’s o di Goldman Sachs piuttosto che dell’indignazione e della rivolta dei popoli.

Questo è il punto: dobbiamo fare paura a chi comanda. Devono avere più paura delle nostre lotte che dei verdetti della speculazione finanziaria mondiale, solo così fermeremo l’attacco alla nostra civiltà che viene dalla dittatura bancaria. La rivolta contro questa Europa, assieme a tutti i popoli d’Europa, è l’appuntamento vero per l’autunno.