Il futuro della Russia

russia bandiera olimpiadidi Luis Carapinha

da “Avante!”, Settimanale del Partito Comunista Portoghese

Traduzione di Marx21.it

Il presidente russo rieletto si è insediato alla vigilia delle celebrazioni del 9 maggio, il Giorno della Vittoria ampiamente festeggiato in Russia. Assunto l’incarico di primo ministro nel 1999, ancora sotto la presidenza di Eltsin, Putin è diventato la figura centrale della politica russa negli ultimi due decenni, anche durante gli anni della presidenza Medvedev, quando era tornato a guidare il governo.

Il suo ultimo mandato nel ciclo attuale – nel 2024 non potrà ricandidarsi secondo la legge in vigore – si svolge in un periodo travagliato sulla scena internazionale con la Russia soggetta a molteplici minacce, pressioni e sanzioni e vittima di una sfrenata campagna di ostilità mediatica e politica, diretta dall’imperialismo e in particolare dagli Stati Uniti.

Le sfide sul piano militare non sono affatto insignificanti, come dimostra l’espansione della NATO (che svolgerà, nel Baltico, importanti esercitazioni militari nel mese di giugno), lo scudo anti-missili globale degli USA e la dottrina di attacco globale del Pentagono, e la complessa situazione affrontata in Siria.

Ad aprile, l’amministrazione Trump ha intensificato le sanzioni economiche e finanziarie, prendendo di mira gli interessi di grandi compagnie statali e private e oligarchi vicini al potere russo, applicando la famigerata “Lista del Cremlino” precedentemente pubblicata dal dipartimento del Tesoro, che rappresenta una minaccia alla sovranità russa. La situazione è così seria che il ministro russo delle Finanze, Siluanov, è volato a Washinton, con gli oligarchi che chiedevano aiuti statali per far fronte alle sanzioni…

Putin è associato ai meriti per la stabilizzazione economica e sociale della multinazionale Federazione Russa, per la fine della guerra nel Caucaso e la restituzione del sentimento di dignità nazionale all’eroico popolo russo, dopo il cataclisma della disintegrazione sovietica. Il paese si trova a un bivio. La crescita economica è anemica e la Russia ha già attraversato due periodi di depressione dal tempo della crisi mondiale del 2007/8. La situazione demografica è molto complicata e le conseguenze dell’ondata di deindustrializzazione sono pesanti. Nulla, tuttavia, che la “galassia del talento umano” della Russia, secondo quanto scrive il cinese Global Times, non sia in grado di superare.

Pochi istanti dopo essere entrato in carica ed avere riproposto alla Duma il nome del primo ministro a capo del governo, Putin ha illustrato una nuova versione dei celebri “decreti di Maggio”, delineando una serie di ambiziosi obiettivi strategici, dall’economia ai salari, dalla casa alla speranza di vita. I lavoratori e il popolo russo attendono con impazienza il reale miglioramento delle condizioni di vita e dei servizi pubblici, con la riduzione della povertà e delle disuguaglianze che sono nuovamente aumentate. Le fortune dei 200 russi più ricchi sono cresciute nel 2017 e superano le riserve della Banca Centrale!! Le imposte sul reddito rimangono con una aliquota unica del 13%. Il salasso provocato dalla fuga dei capitali non è cessato. Il blocco economico della politica russa continua a rimanere nelle mani dei discepoli del pensiero neoliberista, legato agli interessi della grande finanza. Come ha affermato cinicamente il vice di Medvedev “in Russia non ci sono oligarchi, ma solo imprenditori socialmente responsabili”…

E’ in discussione il destino del paese. La rottura con il corso attuale e una svolta autenticamente popolare sono inevitabili per sganciare la Russia dal groviglio delle contraddizioni e salvaguardarne il futuro.