La modernità della Rivoluzione d’Ottobre

di Marco Pondrelli

Il 7 novembre per noi rimane una data importante. Purtroppo in questo spicchio di mondo essa ha perso il suo significato, perché oramai è la politica a scrivere la storia, tanto è vero che pochi anni fa l’Europarlamento ha votato una risoluzione in cui si attribuiva all’Unione Sovietica la corresponsabilità nello scoppio della Seconda Guerra Mondiale (ricordiamoci sempre che questa risoluzione fu votata anche dal Pd che oggi grida al pericolo fascista). Allo stesso tempo prendono forza le posizioni di coloro che vorrebbero riconoscere l’Holodomor per legge, chiudendo il dibattito storico e stabilendo con un voto parlamentare la verità dei fatti.

Non stupisce che se il 7 novembre dovesse essere ricordato, lo sarà perché rappresenta la nascita di una tirannide, nazismo e comunismo hanno segnato il Novecento ma per fortuna la democrazia liberale ha vinto. Oramai anche l’insegnamento di Norberto Bobbio, che non era un comunista, è dimenticato è la democrazia è tale solo se è liberale e essendo il migliore dei sistemi possibili, siamo moralmente autorizzati ad esportarlo.

Domenico Losurdo ha approfondito il rapporto fra democrazia e liberalismo motivando perché i due termini sono in contraddizione, i padri del pensiero liberale come John Locke erano sostenitori della schiavitù, i popoli colonizzati sono stati trattati come non civilizzati e ancora oggi la repressione dei palestinesi ad opera di Israele non ha nulla di democratico e neanche di civile.

Per tutto il Novecento la battaglia del movimento operaio ha avuto l’obiettivo divedere riconosciuti i diritti sociali (assistenza, sanità, lavoro) tutti temi che oggi vengono puntualmente nascosti, noi ci permettiamo di domandare che democrazia è quella in cui poche persone accumulano grandi ricchezze e il resto della popolazione è condannata alla povertà. In Italia fasce sempre maggiori della popolazione non si curano perché non possono permetterselo, questo è un tema che riguarda la democrazia oppure e solo un potenziale problema di ordine pubblico? La grande vittoria del capitale che si ammanta di modernità e considera chi si oppone un residuato del Novecento ci ha riportati ancora più indietro, all’Ottocento. Si sta ricostruendo un rapporto di lavoro in cui sarà il singolo a rapportarsi con il padrone (anzi l’imprenditore) senza alcun ruolo per i sindacati, perché non esiste più il lavoro ma solo il consumatore.

La rivoluzione del ’17 dimostrò che lo sfruttamento non era una legge divina ma che poteva essere abbattuto, certamente l’Unione Sovietica ha commesso degli errori ma la forza di quell’esperienza ha cambiato il mondo. Un dato su tutti è la grande stagione della decolonizzazione, dall’Africa, all’America Latina passando per l’Asia interi popoli si sono affrancati dalla servitù all’Occidente. La Cina si avvia a divenire la prima potenza economica mondiale, ha tolto 800 milioni di persone della povertà e non ha mai scordato il 1917, perché senza la Rivoluzione d’Ottobre non ci sarebbe questa Cina. Non solo, oggi viviamo in una società che inquadra il problema femminile solamente con le quote rose nei consigli d’amministrazione, ignorando la situazione delle lavoratrici precarie costrette a decidere fra il lavoro e la famiglia ben sapendo che la decisione di diventare madri vuole dire non vedersi rinnovato il contratto, nel 1917 dopo la Rivoluzione non solo venne riconosciuto il diritto di voto alle donne, assieme a leggi sul divorzio e sull’aborto, ma vennero anche applicate politiche per permettere alle donne di studiare e di lavorare godendo degli stessi diritti degli uomini, ricordiamo poi che in seguito le donne diedero un contributo fondamentale durante la Seconda Guerra Mondiale combattendo eroicamente per difendere la Patria.

L’esperienza sovietica non può essere assimilata al nazismo o al fascismo, anzi oggi come non mai è necessario ricordare l’incredibile sacrificio umano che il popolo sovietico diede per sconfiggere la Germania. Dalla fine della guerra si è voluta costruire una contro-narrazione, la guerra è stata vinta dagli Stati Uniti, come raccontano tanti film hollywoodiani. Alcuni anni fa fece scandalo un sondaggio fatto in alcuni licei romani dal quale emergeva che la maggioranza degli studenti pensava che Matteotti fosse stato ucciso dalla Brigate Rosse, in realtà non c’è nulla di cui meravigliarsi, il dibattito politico ridicolizza la storia, sia che si parli dell’URSS che della storia italiana e purtroppo anche la sinistra ha dato il suo contributo perché venissero riscritti i manuali di storia.

La lotta di classe è anche una lotta di idee, lo studio l’approfondimento dei problemi è essenziale e mentre i maggiori sostenitori della democrazia liberale giudicano il popolo ignorante mettendo in discussione il suffragio universale, noi continuiamo a pensare che il popolo non si faccia abbindolare dalle invenzioni di stampa e politica e che sia oggi su posizioni molto più avanzate di quanto pensino tanti sinceri ‘democratici’.

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