
di Marco Pondrelli
È difficile capire cosa succederà nel 2025 sul piano internazionale, in particolare non siamo in grado di prevedere come evolveranno i due grandi fronti aperti in questo momento. Il genocidio del popolo palestinese continua con regolare ferocia nel silenzio complice dei nostri media, il Presidente della Repubblica nel suo discorso di fine anno ha ricordato al morte per assideramento di una bambina di pochi giorni, salvo dimenticarsi di dire di chi è la colpa.
L’Italia è troppo preoccupata per la sorte di Cecilia Sala per occuparsi delle centinaia di giornalisti palestinesi uccisi dalle bombe israeliane. A proposito del caso Abedini-Sala noi speriamo che si risolva bene e velocemente. C’è però un tema che sfugge ai media italiani, è quello di un cittadino iraniano che viene accusato di avere lavorato per costruire droni nel suo Paese, questa non è un’accusa ma atto di arroganza dell’impero statunitense a cui il nostro governo sovranista, come sempre, risponde mettendosi sull’attenti.
Se sul fronte palestinese non si vede una luce in fondo al tunnel, in Ucraina le voci di un possibile confronto diplomatico si fanno sempre più forti. Va però detto che una cosa è volere il dialogo altro è essere pronti a delle concessioni per arrivare alla pace. La Russia ha detto che la sua linea rossa è l’ingresso dell’Ucraina nella Nato, l’Occidente, ma sopratutto gli Stati Uniti, sono pronti a discutere su questo? Le scelte dolorose non saranno solo le concessioni territoriali ma anche uno stop alla Nato. La Russia è pronta al dialogo ma un accordo deve essere chiaro e sicuro. Si era trovato un accordo sulla non espansione della Nato ad est dopo l’unificazione della Germania, si era trovato un accordo in Ucraina (Minsk 2), oggi molto ‘autorevoli’ opinionisti ci dicono che quelli erano accordi farsa. Se questo è l’atteggiamento che ha l’Occidente quando si siede ad un tavolo, firmare e non rispettare gli accordi, è allora chiaro che la Russia ha bisogno di raggiungere obiettivi sul terreno per garantire i propri interessi.
Se è difficile capire quali saranno i tempi del dialogo è più facile individuare le scelte strategiche degli USA, che non sono solo le scelte personali di Trump. Il nemico del XXI secolo è la Cina e molte risorse dovranno essere spostate nell’Indo-Pacifico, l’Europa è destinata a perdere la sua centralità e quindi gli Stati Uniti potrebbero essere interessati a chiudere il fronte ucraino portando a casa il risultato di avere diviso Europa e Russia, colpendo il sistema economico-produttivo del proprio nemico (l’Unione europea). Questo scenario potrebbe portare con sé lo sganciamento degli USA dalla guerra la quale potrebbe continuare ma essere completamente pagata dagli stati europei. Una guerra, calda o fredda, è coerente con quanto scritto da Draghi nel suo report, la Russia sul lungo periodo sarà nemica della Ue.
In questo quadro è sconsolante il dibattito italiano, incapace di andare oltre alla retorica della difesa della democrazia (salvo poi annullare le elezioni quando il risultato non è gradito). Manca un discorso capace di considerare gli interessi del nostro Paese, questo è frutto di una mancanza di sovranità. È Washington che decide la nostra politica e lo fa nei suoi interessi e non nei nostri, la politica fa solo front office.
Il 2025 che abbiamo di fronte sarà quindi un anno di grande difficoltà. Il problema è anche la mancanza di una seria opposizione, forte e organizzata, che sappia andare oltre a vuoti slogan dicendo qualcosa di serio su Nato, Ue, guerra e giustizia sociale. In politica non esiste il vuoto è quindi il rischio è che il malessere che nel nostro Paese continua a crescere sia attratto dalla destra, non quella di governo ma una destra ancora più pericolosa che si sta organizzando. Purtroppo i comunisti e la sinistra sono persi in veti reciproci, incatenati a dibattiti che riguardano un piccolo ceto politico autoreferenziale. Mentre altrove le lotte hanno uno sbocco e una rappresentanza politica, il rischio è che da noi i comunisti si limitino a fare il tifo per questo o quel personaggio.
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