Il movimento per la pace: agire subito

di Marco Pondrelli

Dalla nube della censura iniziano a filtrare notizie che mettono in crisi la narrazione ufficiale. L’Operazione Militare Speciale continua e l’avanzata russa è lenta ma costante, se l’obiettivo politico, ovverosia quello di una Ucraina fuori dalla Nato, sembra ancora lontano quello militare è più vicino. Va dedicata una piccola riflessione a quello che succede nell’acciaieria Azovstal di Mariupol, non tanto per la solita propaganda italica, con il tg1 che attraverso la voce di una delle mogli dei nazisti lì asserragliati arriva a dare voce alla necessità di farsi scudo dei civili, il tema interessante è un altro. Più passano i giorni e più si capisce che il problema non sono i combattenti ucraini ma c’è dell’altro, è oramai evidente che ci sono richiusi nell’acciaieria militari occidentali, sarebbe interessante sapere a che titolo visto che le cancellerie di questa parte del mondo hanno sempre negato un loro ruolo diretto. Inoltre si sta con insistenza parlando di laboratori biologici, la Nuland in audizione al Congresso ha confermato la presenza di queste strutture, statunitensi, sul suolo ucraino, nel caso sarebbe molto interessante sapere qual era lo scopo, perché costruire laboratori biologici al confine con la Russia?

La stampa italiana troverà il modo di dare spiegazioni e di instillare il dubbio, per cui se medici russi vengono in Italia, chiamati dal nostro governo, ad aiutarci a sostenere l’emergenza pandemica sono delle spie mentre se Washington costruisce laboratori biologici ai confini con la Russia lo fa a fin di bene. La stampa italiana può trovare giustificazioni per questo ed altro ma ciò non toglie che il resto del mondo inizierà a farsi delle domande. Quando sentiamo dire che la Russia è isolata domandiamoci cosa pensa, ad esempio, un libico dell’Occidente, se pensa che veramente il male arrivi da Mosca oppure se vede in Mosca un baluardo contro chi lo ha bombardato e magari ha ucciso la sua famiglia.

Magari a breve saremo smentiti a dall’acciaieria Azovstal non uscirà nulla di sconvolgente ma più in generale la sensazione è che la narrazione di una inaspettata resistenza popolare ucraina sia destinata a sgonfiarsi rapidamente.

Il secondo punto contro cui la propaganda è ininfluente è il popolo italiano, le stragrande maggioranza dei mezzi d’informazione continua a martellare ma la maggioranza degli italiani mantiene una posizione chiara, no all’invio di armi sì al dialogo con la Russia. Ovviamente per la stampa italiana la colpa è degli hacker russi che, nonostante la censura di testate come Sputnik o Russian tv, evidentemente hanno trovato il modo di entrare direttamente nella testa delle persone. Chi invece è dotato di senso critico può arrivare alla facile conclusione che la gente non è così stupida come certe persone pensano. Il rischio di una guerra nucleare è concreto, probabilmente neanche nell’ottobre del ’62 siamo arrivati così vicini ad un conflitto. Il senso comune coglie questo punto.

La forza di chi chiede la pace e la soluzione diplomatica continua a crescere, alcuni leader anche non comunisti come Di Battista si stanno spendendo contro l’escalation e l’invio di armi, Santoro ha dato vita ad una iniziativa molto interessante (prontamente censurata da YouTube) ed infine la stessa censura dei media italiani mostra visibili crepe ed aumentano le voci critiche. Il compito che abbiamo di fronte è quello di costruire un fronte forte ed ampio contro la guerra. Dobbiamo avere la capacità di dialogare anche con culture diverse dalla nostra. Ci sono pezzi del mondo cattolico, a partire dal Santo Padre, molto critici verso l’operato degli USA e della Nato, con essi e con altri pezzi del mondo politico, sociale e culturale deve essere avviata una grande lotta per la pace.

Il nostro obiettivo deve essere quello di dare voce alla maggioranza degli italiani, le cui idee di pace non hanno un vero referente politico, per fare questo occorre che tutte le forze in campo facciano uno sforzo per superare le rispettive divisioni. Il momento è drammatico, gli spazi democratici si stanno riducendo ed i rischi di una precipitazione del conflitto sono evidenti, di fronte a questo scenario non si possono ripetere gli errori del passato, occorre uno sforzo unitario ed occorre costruirlo su obiettivi chiari e precisi, il primo deve essere il rispetto dell’articolo 11 della nostra Costituzione e l’uscita dell’Italia dalla Nato.

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