di Marco Pondrelli
Mercoledì 26 luglio dopo avere respinto la sfiducia per la Santanché il Senato ha votato con 130 favorevoli, 4 astenuti e nessun contrario una risoluzione sul cosiddetto Holodomor, la carestia che colpì l’Ucraina nel biennio 1932-33. Come direbbe Flaiano ‘la situazione politica è molto grave ma purtuttavia non è seria’, se questo testo fosse stato preparato da studenti di terza media alle prese con qualche interrogazione, se la sarebbero cavata con un’insufficienza ma comunque avrebbero avuto il tempo per rimediare; per chi ha redatto questo testo invece le speranze sono poche.
Si potrebbe fare presente a chi afferma che Stalin ‘provocò deliberatamente una carestia che causò milioni di morti, principalmente contadini e piccoli proprietari terrieri, tra la popolazione civile dell’allora Repubblica socialista sovietica ucraina‘ che la carestia colpì anche il Caucaso, quelli forse sono morti di serie B? Si potrebbe domandare su quali fonti ci si basa laddove si afferma che ‘l’Holodomor provocò, secondo diverse stime, tra i 7 e i 10 milioni di morti (uomini, donne e bambini), con un crollo significativo della popolazione rurale in Ucraina‘. Quali testi sono stati considerati oltre agli articoli di Sallusti? Si rendono conto i nostri parlamentari che stanno affermando che quasi la metà della popolazione dell’allora Repubblica ucraina è morta? Sulla cultura media dei parlamentari italiani sono rintracciabili in rete vari filmati, nei quali si vede che alcuni non sanno rispondere a domande non proprio impossibili come, ad esempio, la data dell’unità d’Italia, però sono proprio loro ad entrare nel dibattito storico chiudendo il confronto fra studiosi. Come ha affermato Canfora in un’intervista a il fatto quotidiano ‘un problema storiografico non si risolve a colpi di voti in Parlamento‘. La politica oggi chiude il dibattito, trasformando una parte degli accademici in criminali, come è successo per il caso Skala di cui ci siamo occupati. È la stessa logica che anima Bonelli (autore di una proposta di legge per introdurre il reato di negazionismo climatico) se non sei d’accordo con me non sei un interlocutore da convincere o da combattere, sei un criminale da incarcerare. Ci domandiamo se citare studiosi come Mark Tauger, Douglas Tottle o Grzegorz Rossoliński-Liebe presto diventerà un reato. Nell’attesa, godendoci gli ultimi scampoli di libertà concessi della gloriosa liberaldemocrazia occidentale, ci permettiamo alcune osservazione sulla carestia del ’32-’33.
Questa carestia, come detto, non colpì solo l’Ucraina e fu dovuta a cause naturali (cosa che anche Conquest nel suo ‘raccolto di dolore’ non nega), ciò che una parte della storiografia (e di parlamentari) sostengono è che questa crisi fu ‘usata’ da Stalin per colpire i suoi nemici: i contadini (tutti) e gli ucraini (tutti). Va però aggiunto che prove definitive e convincenti non ne sono mai state portate, anzi spesso le ricostruzioni si sono rivelate false. Della carestia se ne iniziò a parlare fin da subito e a farlo fu la propaganda nazista, che produsse falsi che vennero ripresi in epoche successive, come ad esempio da Walter Dushnyk in ‘50 years ago: the Famine Holocaust in Ukraine‘. I falsi nazisti non furono gli unici, nel 1934 alcuni giornali di William Randolph Hearst, il fascista numero 1 d’America, iniziarono a pubblicare gli articoli di uno studioso di questioni sovietiche, Thomas Walker, che corredati da foto raccontavano il dramma ucraino, sono racconti citati anche da Robert Conquest ma che si sono rivelati falsi. A spiegare che le foto e i racconti non erano veritiere fu Walker stesso. Questo signore che in realtà di chiamava Robert Green era evaso da un carcere degli Stati Uniti e quando venne processato ammise di non essere mai stato in Ucraina. La lista dei falsi potrebbe continuare ma invitiamo i parlamentari italiani ad approfondire autonomamente l’argomento.
Nel 2021 l’ambasciatore ucraino in Italia nel ricordare questa tragedia (e nessuno mette in discussione che tale fu) si avvalse dei dispacci scritti dal console italiano a Kharkov, Sergio Gradenigo, è grave che l’ambasciatore taccia su altri passaggi del diplomatico italiano, che si lamentava del fatto che ‘la stampa internazionale, così sollecita nell’invocare la riprovazione universale contro la Germania, rea di cosiddette «atroci persecuzioni degli ebrei», Taccia pudicamente di fronte a questo macello organizzato dal governo sovietico, nel quale proprio gli ebrei hanno una parte molto larga […] non un solo ebreo si trova fra i colpiti da essa e che al contrario essi si trovano tutti grassi e ben nutriti, sotto le fraterne ale della GPU’. La storia di questo personaggio che si dimise per andare a combattere volontario in Abissinia, rifugiandosi in Argentina dopo la guerra, qualche dubbio dovrebbe indurlo o veramente crediamo che la carestia sia stato un complotto giudaico? In questo caso non ci appelliamo a leggi contro l’apologia di fascismo ma aspettiamo un TSO.
Il racconto sull’utilizzo strumentale di questo dramma potrebbe continuare, ci limitiamo a due considerazioni finali. La prima è che questa mozione arriva dopo il rifiuto della Russia a prolungare l’accordo sul grano, il messaggio che si vuole fare passare e che ieri Stalin ha affamato l’Ucraina oggi Putin affama i Paesi poveri, altre colossale sciocchezza, perché il grano ucraino solo in minima parte va nel sud del mondo.
Il secondo punto è il tentativo di dimostrare che l’Ucraina seppur nata nel 1991 è stata sempre oppressa dalla Russia, perché al dispotismo mongolo ha opposto e oppone la liberaldemocrazia occidentale. Questa semplificazione (a essere buoni) non tiene conto della realtà ucraina, se quella che si combatte oggi è anche una guerra civile lo è perché dentro lo Stato ucraino ci sono differenze che non si può riportare a sintesi con la forza.
Questo è uno dei tanti atti russofobi, che come sempre è figlio di una maggioranza rossobruna che da FdI arriva al Pd, anche quando Bush jr dichiarò la guerra infinita e assieme al suo sodale Tony Blair provocò centinai di migliaia, se non milioni di morti, non abbiamo mai pensato che il popolo statunitense fosse inferiore e avremmo protestato se qualche Rettore avesse cancellato un seminario su Kerouac (magari avremmo apprezzato la condanna del genocidio dei nativi americani). La politica italiana non si rende conto che questi atti oltre a non avere un senso logico la distanziano sempre più da il popolo che vorrebbero rappresentare, che non cede al razzismo anti russo.
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