Scomode verità. Dalla guerra in Ucraina al massacro di Gaza. Alessandro Di Battista

di Marco Pondrelli

Il libro di Di Battista è un libro di denuncia, indignato, polemico scritto da chi non ha paura di sfidare il politicamente corretto. Leggendolo in molti penseranno che loro stessi avrebbero potuto vergare queste pagine. La ‘verità’ del mainstream è diventata soffocante, non è ammesso il dissenso né sulla guerra in Ucraina né sul massacro (concordo con l’Autore è un errore chiamarla guerra) in corso a Gaza. Alcune affermazioni sono diventati assiomi che non vanno dimostrati, sono atti di fede, il primo di essi consiste nel sovrapporre antisemitismo e antisionismo. Di Battista fa un po’ di chiarezza spiegando che una cosa è l’antigiudaismo, altra cosa l’antisionismo e altra cosa ancora l’antisemitismo ovverosia l’odio verso le popolazioni semite, come i palestinesi stessi. Vivendo in un epoca in cui le parole perdono il loro significato improvvisati esperti possono mischiare tutto, senza che si alzi una voce non dico critica ma almeno interlocutoria.

Prima di dedicarsi a Gaza l’Autore affronta la questione ucraina, pur non risparmiando critiche alla Russia Di Battista afferma: ‘la Russia non ha certo la forza di attaccare la NATO e, piaccia o meno, ha mire difensive’ [pag. 45]. I fatti aiuterebbero, se fossero presi in considerazione, ad avvalorare questa tesi. Nell’aprile del 2022 c’era un accordo che venne fatto saltare dall’allora Primo Ministro inglese Boris Johnson e dal Presidente statunitense Biden, per capire i reali motivi della guerra bisogna scavare fino a scoprire quella che è l’atavica paura dell’anglosfera di un alleanza fra Russia ed Europa. Il North Stream segnava anche simbolicamente l’avvicinamento di Russia e Germania, l’energia a basso costo che arrivava da Mosca aiutava l’industria europea, costretta oggi a pagare prezzi molto più alte per avere il gas liquefatto statunitense. Gli Usa ci vendono il loro gas, dicono di aiutare l’Ucraina ma in realtà la maggior parte dei soldi che stanziano va ai grandi produttori di armi (statunitensi).

Una stampa libera e una politica seria si sarebbero opposti a tutto questo, anziché parlare della democrazia ucraina minacciata, Di Battista parla dei video che girano in rete nei quali si vedono i militari inseguire i giovani che non vogliono partire per il fronte, ci chiediamo dove siano andati gli eroi che affrontavano i carrarmati russi con le molotov.

Da grande conoscitori della realtà palestinese Di Battista rende in modo crudo la realtà del massacro che si sta consumando. La mattanza colpisce in primo luogo i civili assieme ai giornalisti che documentano quello che sta succedendo, scrive l’Autore: ‘a volte penso che il sadismo israeliano sia parte integrante della strategia’ [pag. 109], difficile dargli torto quando si legge ‘di decine di pazienti palestinesi sepolti vivi dai bulldozer israeliani’ [pag. 116]. Le fandonie di chi sostiene che gli ospedali vengono attaccati perché usati da Hamas per nascondere armi o per attaccare l’esercito israeliano sono state confutate dal Washington Post (segno che la stampa USA è un po’ più libera della nostra), che il 21 dicembre 2023 ‘ha pubblicato un’inchiesta secondo la quale non ci sono prove che confermano la versione israeliana’ [pag. 119].

Proviamo a domandarci cosa succederebbe se Russia e Israele si scambiassero i ruoli, cosa direbbe il Tg1 se fosse Mosca a dover rispondere dell’accusa di genocidio? La risposta è sempre la stessa ‘antisemitismo’, è il motivo per cui, come scrive l’Autore, non si possono mostrare le immagini degli ebrei che il tutto il mondo protestano contro Israele e contro quello che sta succedendo in Palestina. Assieme a queste proteste va sollevato lo sguardo al resto del mondo, l’Occidente è sempre più piccolo e arrogante, ricorda il famoso detto inglese ‘tempesta sulla Manica il Continente è isolato’. Di Battista non solo ricorda la figura di Mandela grande sostenitore della causa palestinese ma ricorda anche come in America Latina (a partire dal presidente brasiliano Lula), in Africa e in Asia ci siano tanti Paesi che sostengono la Palestina. È il segno di un mondo che sta cambiando, l’Africa si sta ribellando e sta cacciando i francesi, ricorda l’Autore che in molte proteste di piazza i manifestati innalzavano le immagini di Putin.

Il capitolo che chiude il libro è un appello a non voltare lo sguardo dall’altra parte, fare carriera politica, giornalistica o accademica attaccando direttamente Israele o gli Stati Uniti non è facile ma quello che si sta consumando in questo momento richiede una risposta, significativa la frase di Martin Luther King che Di Battista cita nel finale del libro: ‘non ho paura della cattiveria dei malvagi, ma del silenzio degli onesti’ [pag. 192].

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