Matrimonio e famiglia in U.R.S.S.. Etica e progresso. Grigorij Sverdlov

di Marco Pondrelli

In uno dei sui ultimi interventi (alcune osservazioni a margine) Palmiro Togliatti affrontava il tema della trasformazione della famiglia e concludeva il suo scritto affermando: ‘quello che invece possiamo prevedere e porre come obiettivo da raggiungere è che la unione familiare sia veramente un centro e un fattore di libero sviluppo della persona umana1‘. Questa frase ci aiuta ad approcciarci al libro di Grigorij Svedlov (1898-1965) che descrive le politiche sovietiche rispetto alla famiglia fino al 1944.

In Unione Sovietica l’idea della famiglia non era quella tradizionale, nel bel saggio di Georgij Nikolaevic Serebrennikov che completa il volume l’Autore denigra fortemente la visione della donna della Germania nazista, rappresentata dalle tre K ‘Kuche, Kinder, Kleider’ (cucina, bambini, vestiti). Le politiche sovietiche era mosse dal desiderio di sostenere le famiglie nello sforzo per la costruzione del socialismo, come scrive Lenin ‘la vera emancipazione delle donne, il vero comunismo, comincerà solo dove e quando inizierà una lotta di massa contro questa piccola economia domestica, o meglio quando inizia la sua totale trasformazione in economia socialista su larga scala’ [pag. 7].

La visione che si aveva della famiglia e della donna è molto diversa da quella attuale, anche il femminismo oggi ha abbandonato la sua spinta anticapitalista, nella quale la lotta al patriarcato era anche lotta di classe, per trasformarsi in quello che come nota Formenti viene chiamato dalle donne sudamericane immigrate negli Stati Uniti ‘il femminismo della señoras’.

Il 1917 porta con sé alcune riforme, come quella del divorzio, che non erano pensate per distruggere il nucleo familiare ma per trasformarlo nella via verso il socialismo. L’aumento della natalità che, ad esempio, dal 1936 al 1937 cresce del 20% [pag. 90] era data non dalla retorica tipica del fascismo ma da nuove condizioni sociali e politiche come i congedi di maternità, che oggi sono dati per scontati (fino a quando?) ma che all’epoca furono un’importante conquista.

Lenin aveva affermato che l’opera iniziata in URSS ‘potrà progredire solamente quando, invece di centinaia di donna, milioni e milioni di donne, in tutta la Russia, vi prenderanno parte’ [pag. 68]. I traguardi raggiunti in Unione Sovietica furono grandiosi, solo a titolo di esempio basti dire che nel 1938 in numero di studentesse universitarie era di 384.000 ”tredici volte maggiore di quello delle donne che studiavano in tutti gli istituti di istruzione superiore nella Russia zarista ed il doppio della somma totale delle studentesse dell’intera europa’ [pag. 79].

Il ruolo che le donne assunsero nel mondo del lavoro fu ancora più manifesto durante l’invasione nazista (periodo in cui fu scritto il libro). Durante la Grande Guerra Patriottica le donne non solo lavorarono per sostenere lo sforzo bellico ma furono in prima linea a combattere, fra tutti gli episodi citati merita di essere riportato il diario di un militare tedesco ucciso al fronte, il quale scrive ‘durante il rastrellamento di Novgorod, la nostra fanteria scopri tra le rovina una donna soldato. Quando tentarono di disarmarla, essa si slanciò sull’ufficiale. I nostri soldati di fanteria stentarono a domarla e solo percuotendola riuscirono a costringerla ad andare avanti…Sotto gli interrogatori più stringenti, la donna russa rifiutò di aprir bocca. Andò alla morte con un sorriso di disprezzo sul volto, a braccia conserte e respingendo con sdegno l’offerta di bendarla’ [pag. 109].

Il libro non si dedica solo alla figura della donna, la legislazione sovietica individuava come centrale i bambini, la loro protezione, la loro educazione e la loro crescita culturale, tutte cose che oggi diamo per scontate ma che a quel tempo rappresentavano un grande cambiamento.

Nell’Unione Sovietica il matrimonio non era stato abbandonato ma si era trasformato, questo perché ‘il diritto matrimoniale e di famiglia sovietico è conforme all’etica e alla morale socialista, perché, come altre misure attuate dal Partito Comunista e dal Governo Sovietico, è diretto a consolidare i principi morali della società socialista, a risolvere un compito importante dello Stato sovietico: il consolidamento della famiglia’ [pag. 39]. Questa visione stride fortemente con chi oggi, purtroppo a sinistra, si batte per riconoscere, giustamente, tutele e diritti a chi viene costantemente discriminato per le sue libere scelte sessuali senza però capire che senza i diritti sociali tutto questo è inutile.

Note:

1Chiarante Giuseppe, Con Togliatti e con Berlinguer. Dal tramonto del centrismo al compromesso storico (1958-1975), Carocci editore, Roma, 2007, pag. 226.