di Marco Pondrelli
‘Il 7 agosto i funzionari del Foreign Office inserirono nel già corposo dossier su Mattei che avevano accumulato fino a quel momento una nuova nota, quasi anonima ma molto eloquente. A spedirla, su carta intestata, era stato un misterioso Mr. Searight, che confidava : «Di recente una certa persona ha sostenuto una conversazione con un’importante personalità dell’industria petrolifera che recentemente è entrata in contatto con Mattei. A suo dire, Mattei gli avrebbe confidato la seguente riflessione : “Ci ho messo sette anni per condurre il governo italiano verso un’apertura a sinistra. E posso dire che ce ne vorranno di meno per far uscire l’Italia dalla NATO e metterla alla testa dei Paesi neutrali», ovvero dei Non Allineati, nati dopo la Conferenza di Bandung del 1956 e tendenzialmente inclini verso il blocco sovietico’ [pag. 87], questa lunga citazione chiarisce l’importanza che ha avuto per l’Italia e per il mondo la figura di Enrico Mattei. È difficili dire se le affermazioni attribuite a Mattei siano vere, in ogni caso non si può considerare Mattei il semplice Presidente di un azienda pubblica. Il ruolo politico di Mattei era costruito sulla difesa degli interessi italiani, ovverosia della sovranità del Paese. Sempre nel libro di Filippo Bovo si legge ‘due giorni prima della morte di Enrico Mattei, il “Financial Times” pubblicò un curioso articolo in cui di domandava se non fosse opportuno che questi se ne andasse dall’ENI. L’articolo, intitolato Will signor Mattei have to go ?, spiegava chiaramente come fosse nell’interesse non soltanto della grandi compagnie petrolifere anglo-americane ma pure dell’Italia un eventuale abbandono di Mattei, il cui operato avrebbe altrimenti messo in discussione gli equilibri politici cari a Londra e Washington e portato Roma fuori della loro orbita’ [pag. 83].
L’Italia di Mattei fece quello che oggi non solo l’Italia ma l’Unione europea non riesce a fare, come scrive Aresu in Europa manca un capitalismo politico in grado, di unire politica economia e sicurezza nazionale.
La difesa delle prerogative nazionali emergono da quando Mattei ebbe il compito, subito dopo la guerra, di commissario liquidatore dell’AGIP. Contro la volontà degli alleati e di una parte del mondo politico italiano egli non solo si rifiutò di liquidare l’AGIP ma la rilanciò. Proprio questa volontà di difesa nazionale portò Mattei ad esercitare, da Presidente dell’ENI, una originale politica estera che nel difendere gli interessi italiani creò un asse con i paesi del terzo mondo. Questo lo portò a scontrasi con l’imperialismo statunitense, inglese e francese, in quest’ultimo caso Mattei arrivò a finanziare la battaglia nazionale del FLN in Algeria[pag. 67].
Il libro di Bovo ricostruisce la biografia di Enrico Mattei dalla sua infanzia, partendo dalla sua non avversione al fascismo che si trasformò, dopo il contatto con la dottrina sociale della Chiesa, in antifascismo militante che lo portò nelle file della Resistenza (da cui nacque la duratura amicizia con Luigi Longo). Mattei fu eletto anche parlamentare della DC con una campagna fortemente anticomunista, ma questa fu più una scelta tattica dovuta agli attacchi di filo-comunismo che, in epoca maccartista, aveva ricevuto. Non a caso Chruščëv dopo la morte di Mattei lo ricordò come ‘il caro amico dell’Unione Sovietica’ [pag. 105].
L’Italia di oggi ha perso la capacità di difendere i propri interessi e la possibilità di costruire una politica estera ed economica autonoma, va dato atto alla tanto vituperata cosiddetta Prima Repubblica, di avere garantito, pur nell’ambito dell’accettazione del Patto atlantico, una autonomia nei rapporti con l’Unione Sovietica, con il mondo arabo ed anche con la Cina. Sono ad esempio convenienti per l’Italia le sanzioni decise contro Russia e Cina? Abbiamo fatto gli interessi del nostro Paese sostenendole ?
La conclusione del volume è dedicata alla morte di Mattei ed a tutte le personalità che si sono dedicate al tentativo di fare luce su quanto successo (Mauro de Mauro, Francesco Rosi, Pier Paolo Pasolini), il merito dell’Autore è di non cadere nelle congetture ma ricostruire attentamente i fatti che portano ad individuare i motivi più che negli interessi delle Sette Sorelle negli equilibri atlantici.