di Marco Pondrelli
Li Wen è supervisore di dottorato all’Accademia Cinese delle Scienze Sociali e nel suo ultimo lavoro compie un’analisi completa della società cinese contemporanea. Non è, come si potrebbe pensare, un lavoro che magnifica il lavoro del PCC, anzi l’Autore nel prendere atto dei grandi traguardi ottenuti dal Paese è cosciente dei limiti, dei problemi e delle contraddizioni che restano aperti.
Questa analisi non è uno studio delle realtà cinese distaccato dal mondo circostante, come afferma Li Wen nella prefazione all’edizione inglese ‘nel 20° secolo, due eventi storici originatisi in Cina hanno colpito il mondo intero. Uno è stato la fondazione della Repubblica Popolare Cinese sotto un sistema socialista, che ha cambiato radicalmente il panorama politico nell’Asia orientale e nel mondo. L’altro è stato l’inizio dell’Era della Riforma e dell’Apertura della Cina’ [pag. 5]. Sono stati due colpi inferti all’imperialismo statunitense, nel primo caso è venuto meno quel che per gli USA sarebbe dovuto essere il perno del proprio potere in Asia, nel secondo caso si sono poste le basi per un’alternativa al Washington Consensus.
L’apertura dell’Era della Riforma ha consentito il sorgere di una società moderatamente prospera, facendo questo la Cina ‘ha dato il maggior contributo agli sforzi di riduzione della povertà e, secondo la Banca Mondiale, le innovative attività cinesi di lotta alla povertà su larga scala offrono casi costruttivi per azioni globali di riduzione della povertà [pag. 19]. Questa crescita è alla base del sogno cinese che Xi Jinping ha definito come la costruzione ‘di un Paese ricco e forte, una nazione ringiovanita e un popolo felice’ [pag. 39]. Questa crescita cinese non ha solo contribuito a ridurre la povertà in Cina nel mondo ma ha rappresentato e rappresenta una valida alternativa per tutti i Paesi poveri del mondo.
I risultati raggiunti però non oscurano i limiti di questo sviluppo e le sfide ancora da raggiungere, correggere i propri errori è sempre stato un obiettivo per la dirigenza cinese, il libro spiega bene i problemi che nel corso della crescita cinese sono stati affrontati e quelli ancora da affrontare. La struttura economica cinese sta cambiando, chi continua a pensare alla Cina come alla fabbrica del mondo che avanzata grazie allo sfruttamento del lavoro non ha capito quello che sta succedendo e che Li Wen spiega molto bene [pag. 76], i cambiamento riguardano il modello di sviluppo. La Cina ha combattuto e combatte la povertà con gli investimenti nell’istruzione e nella sanità, una popolazione sana e istruita è alla base di un Paese che cresce grazie allo sviluppo tecnologico e non certo grazie allo sfruttamento dei lavoratori. Un modello di sfruttamento intensivo del lavoro non potrebbe spiegare l’aumento della classe media, anche se esse è ancora sottodimensionata rispetto alle potenzialità che potrebbero essere espresse, questo è un limite [pag. 82].
Assieme al tema pensionistico l’Autore affronta quello abitativo, il forte inurbamento degli ultimi 50 anni ha prodotto una grande domanda di alloggi e questo ha richiesto un protagonismo nuovo del governo, come scrive Li Wen ‘in generale, la Cina ha ottenuto notevoli risultati nella costruzione di case a prezzi accessibili dal 2007, risolvendo i problemi abitativi delle famiglie a basso e medio reddito nell’area urbana [pag. 140]. Certamente un aumento della domanda porta con sé il rischio di un surriscaldamento del mercato e quindi della creazione di una bolla immobiliare, il Presidente Xi Jinping ha affermato che ‘le case servono per viverci, non per speculare’ [pag. 142] e questa è la differenza maggiore rispetto al modello statunitense, in Cina le case non entrano, attraverso complicati strumenti finanziari, nel sistema finanziario, a differenza di quello che è successo negli USA difficilmente una bolla del mercato immobiliare rappresenterebbe quello che per la società americana è stato il 2007-08.
Quella che ci viene presentata dall’Autore è una società in crescita, una crescita non solo quantitativa ma anche qualitativa, cresce l’istruzione, crescono i consumi culturali e le tutele sanitarie, considerazioni confermata dall’indice dello sviluppo umano (ISU) aumentato in modo rilevante dal 1980 al 2012 [pag. 253]. Li Wen mette in luce come lo sviluppo cinese confermi ‘l’opinione di Janos Kornai secondo cui l’economia della scarsità non è l’etichetta esclusiva del socialismo, mentre i vincoli della domanda non sono solo per il capitalismo’ [pag. 249], quello che Pechino sta dimostrando è che il socialismo non vuole dire sacrifici e povertà ma migliori condizioni di vita e maggiore ricchezza. Fino al 2035 la Cina si concentrerà sulla riduzione delle disparità tra i residenti rurali e urbani, sulla lotta all’inquinamento, lottando per uno sviluppo equilibrato e completo [pag. 251], dal 2035 per i successivi 15 anni l’obiettivo sarà quello di costruire un sistema socialista prospero. Sono obiettivi che non condizioneranno solo l’esistenza dei cinesi, interrogheranno tutti noi, arriveremo preparati a questo appuntamento?
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