
di Marco Pondrelli
Il libro di Daniele Perra è stato scritto prima degli ultimi avvenimenti siriani, nonostante questo leggendolo otteniamo una chiave di lettura per analizzare e capire questi ultimi accadimenti. Per quanto nel titolo si richiami la ‘dottrina Soleimani’ al centro dell’attenzione non c’è solo la figura del Generale ma più in generale dell’asse della Resistenza, quella che Vali Nasr definì la ‘mezzaluna sciita’.
Nella prefazione Henieh Tarkian chiarisce il senso di questo asse della Resistenza quando scrive: ‘la dottrina Soleimani è inoltre un esempio di realizzazione in ambito mediorientale di quel progetto di un ordine multipolare più giusto’ [pag. 7], questo tentativo si concretizza anche nel ruolo che Teheran ha nella nuova via della seta [pag. 16]. Il rapporto con la Cina, e anche con la Corea del Nord, si completa con quello con la Russia. Nel gennaio 2022 l’allora Presidente Raisi e Putin si incontrarono al Cremlino, ‘la bozza di accordo tra i due Paese […] ricalcava quello della cooperazione strategico sino-iraniana incentrata sullo sviluppo infrastrutturale dell’Isola-Mondo (il continente euroasiatico) [pag. 44]. Questo scenario interpreta le paure espresse da Zbigniew Brzezinski, che era preoccupato da un asse che saldasse Iran, Cina e Russia in chiava antistatunitense.
La politica di Washington in questa regione chiarita nel Project for the New American Century si fondava su tre principi cardine: ‘a) creare e gestire conflitti ad intensità medio/bassa; b) favorire lo spezzettamento politico-territoriale; c) promuovere il settarismo se non addirittura la pulizia etnico-confessionale’ [pag. 32]. Questa politica ha trovato un ostacolo nella dottrina elaborata da Soleimani, il quale per la stampa italiana è assimilabile ad un terrorista. In realtà la politica di Teheran è concretamente una politica di contrasto al terrorismo. Non solo l’Iran all’articolo 146 della sua Costituzione vieta la presenza sul proprio territorio di basi stranieri [pag. 112] ma attorno a Teheran è nato un fronte che contrasta le politiche imperialiste degli Stati Uniti e di Israele, legate a filo doppio al terrorismo.
L’Autore analizza in profondità la genesi di questi movimenti a partire da Hezbollah che viene presentato come la longa manus iraniani ma che in realtà ha una propria autonomia, essendo divenuto un riferimento per la Resistenza del Libano (non dei soli sciiti) a Israele. Il rifiuto di riconoscere un’eterodirezione nelle politiche di Hezbollah si ritrova anche nell’analisi degli Houti e di Hamas.
Questa approfondita analisi è preceduta da una ricostruzione storica delle differenze fra sciiti e sunniti ma l’impostazione non è quella di chi riduce tutto ad una guerra di religione o di clan ma di chi sa afferrare le differenze politiche. Proprio la capacità di cogliere questa differenze permette a Perra di cogliere le sfaccettature di una regione poco conosciuta che spesso nella storia ha anticipato le dinamiche mondiali.
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