I GANEFO 1963 e 1966. Ribellione e riscatto. I giochi contro imperialismo e colonialismo e razzismo del Comitato Internazionale Olimpico. Giovanni Armillotta e Marco Bagozzi

di Marco Pondrelli

Recentemente la Fifa ha tolto all’Indonesia l’organizzazione dei mondiali under 20 di calcio perché il governatore di Bali Thohir aveva fatto sapere che la presenza di Israele non sarebbe stata gradita, non è la prima volta che sport e politica si intrecciano. Il primo campionato sudamericano di calcio si disputò nel 1916, il Cile che aveva perso la finale contro l’Uruguay chiese l’annullamento della partita perché la Celeste aveva per la prima volta schierato un giocatore di colore. Per rimanere al calcio basti pensare alla politicizzazione che Mussolini fece dei mondiali del 1934 o quella che ne fecero i generali in Argentina nel 1978, con le famose parole che il ct dell’Argentina Menotti pronunciò negli spogliatoi ‘non vinciamo per quei figli di puttana. Vinciamo per il nostro popolo’.

Armillotta e Bagozzi affrontano una pagina che era poco conosciuta anche da chi scrive prima della lettura di questo bel libro, quella dei GANEFO Games of New Emerging Forces. Possiamo considerare i GANEFO delle olimpiadi antimperialiste e anticoloniali, che si opponevano al razzismo imperante nel CIO (Comitato Internazionale Olimpico) ancora intriso di idee di superiorità della razza bianca e non immune da venature naziste.

Nel dopoguerra erano, e in parte sono, ancora molti gli Stati che per le loro posizioni antimperialiste venivano emarginati dalla comunità internazionale, da qui nacque l’idea di Sukarno in quel momento sostenuto del Partito Comunista. L’idea trovò l’adesione cinese assieme all’aperta ostilità del CIO e delle grandi potenze imperialiste, come sottolinea anche Lucio Caracciolo nell’interessante prefazione l’Unione Sovietica mantenne un atteggiamento ambiguo, aderendo ma senza grandi entusiasmi, quasi subendo questa iniziativa. In questo atteggiamento che in Italia portò l’Unità a non dare spazio alla notizia della prima edizione dei GANEFO nel 1963 (nonostante la partecipazione di atleti italiani,) c’era anche la paura di ritorsioni da parte del CIO ma vi si scorgevano anche i nascenti attriti con Pechino. Nonostante i tentativi di boicottaggio e le adesioni poco convinte le prime (e uniche) due edizioni dei GANEFO furono un successo, oltre alla grande partecipazione popolare si registrano anche alcuni record mondiali che però non furono riconosciuti.

I Paesi coinvolti furono molti, dalla Palestina alla Repubblica Democratica Popolare di Corea (a proposito della quale gli Autori si dilungano anche nell’interessante storia della squadra di calcio che nel 1966 eliminò l’Italia dai mondiali inglesi). Il libro è corredato da una grande quantità di schede, frutto di un grande e certosino lavoro di ricerca, che illustrano i risultati delle singole gare. I cambiamenti interni all’Indonesia e alla Cina chiusero l’esperienza dei GANEFO che però rimane un momento unico (e purtroppo poco conosciuto) della storia sportiva e politica del mondo. Sport e geopolitica di toccano spesso e la lotta contro l’imperialismo in quegli anni fu combattuta anche sulle piste di atletica e negli stadi, dalla Cina, dalla Corea, del Vietnam non ancora riunito, dalla Palestina, dall’Egitto di Nasser e da tanti altri paesi, due dei quali, Filippine e Giappone, appartenenti al blocco avversario. Nei GANEFO emerge già la divisione politica fra Cina e Unione Sovietica che poi sfocerà negli scontri armati del 1969 e nella successiva apertura statunitense, questi giochi oltre ad essere una bellissima pagina sportiva sono un osservatorio importante dal quale analizzare le dinamiche internazionali.

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