Gli Adagi di Xi Jinping. Una guida alle allusioni classiche del leader cinese. AA. VV.

di Marco Pondrelli

La figura di Xi Jinping in questi anni è cresciuta ed è oramai conosciuta anche in Occidente. Raccogliere i suoi ‘adagi’ potrebbe sembrare eccessivo, dopo la pubblicazione dei 3 volumi (in Italia al momento ne sono stati tradotti solo 2) che raccolgono i suoi interventi ed i suoi scritti.

Il realtà questo volume è un importante contributo per chiarire cos’è il ‘socialismo con caratteristiche cinesi’, una formula spesso utilizzata ma sui cui è necessario fermarsi a riflettere. Nel volume, compilato dal Dipartimento della Comunicazione del Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese, questo è possibile perché intellettuali cinesi analizzano e danno una loro spiegazione di alcuni passaggi in cui il Presidente cinese compie allusioni ai classici cinesi.

Il primo punto di riflessione è proprio questo, come sosteneva Marx la rivoluzione proletaria è innanzitutto una rivoluzione nazionale, ovviamente sempre in un ottica internazionalista. Così come Lenin sottolineò l’importanza della lotta nazionale per l’autodeterminazione in chiave anti-imperialista, Stalin e l’Unione Sovietica combatterono quella che ancora oggi conosciamo come ‘Grande Guerra Patriottica’. Questo non vuole dire, a differenza di quello che può pensare qualche simpatico cacciatore di ‘rossobruni’, che venga meno l’identità di classe, il concetto fondamentale è che la via per il socialismo, come bene hanno spiegato Lenin e Gramsci, non può essere unica ma deve adattarsi alle singole realtà. Questo è il primo mattone del socialismo con caratteristiche cinesi, la Cina non impone il proprio modello al resto del mondo ma sta seguendo una propria strada.

A riprova del fatto che il Partito Comunista Cinese è parte di una storia nazionale ma anche della storia del movimento comunista internazionale, il professor Xu Chuan nell’affrontare l’analisi di un passaggio di Xi Jinping scrive ‘le salve della Rivoluzione d’Ottobre portarono al marxismo cinese. I Cinesi scoprirono che non potevano fare affidamento né su Imperatori, generali o ministri, né su signori della guerra né su gruppi finanziari, ma sul popolo che era la forza più affidabile’ [pag. 157]. Non solo la Rivoluzione d’Ottobre è parte della storia del PCC ma in Cina la sconfitta dell’URSS è attentamente studiata per evitare di ripeterne gli errori.

Nasce proprio da questa paura l’aspra lotta combattuta contro la corruzione, il PCC deve essere l’avanguardia della Rivoluzione ed i suoi iscritti ed i suoi quadri non solo non devono essere inclini al malaffare ma devono mantenere ferma la convinzione nelle idee marxiste, questo perché, come afferma il Professor Kang Zhen, ‘le fondamenta sono molto importanti’ [pag. 140]. La Professoressa Meng Man scrive: ‘abbiamo tutti bisogno di usare ideali e convinzioni per ispirare la nostra volontà di combattere, in modo da poter raggiungere qualunque luogo, non importa quanto lontano, e sfondare qualsiasi idea, non importa quanto dura’ [pag. 151].

L’idea di ‘socialismo con caratteristiche cinesi’ trova compimento nella scelta della ‘nuova via della seta’, secondo il Wang Jie ‘la cultura cinese ha sempre cercato l’obiettivo diplomatico di un mondo diverso e armonioso, tenendo conto dell’interesse pubblico, della cooperazione e della vittoria condivisa’ [pag. 166], una convinzione che trae le sue origini dalle idee confuciane.

I grandi risultati ottenuti dal PCC, primo fra tutti 800 milioni di poveri in meno, e il futuro prospero futuro che si prospetta si spiegano in questo modo e non come qualcuno erroneamente pensò perché si era accettato il modello neoliberale occidentale. Capire la Cina e capire il pensiero di Xi Jinping è fondamentale per comprendere il nostro presente e pensare al nostro futuro.