Eurasia VS Natostan. Verso la battaglia finale. Pepe Escobar

di Marco Pondrelli

Pepe Escobar è un grande giornalista, un uomo in grado di dare dignità a questa professione. Le sue analisi hanno anticipato i grandi avvenimenti e i grandi cambiamenti della politica internazionale. Questo libro, aperto dalla pregevole prefazione di Alberto Bradanini, è una raccolta dei suoi scritti più interessanti, analisi che seppure scritte uno o due anni fa mantengono inalterato il loro interesse.

Lo scontro mondiale che si sta combattendo secondo l’Autore ‘può essere inquadrato come Heartland vs. Talassocrazia, o come Eurasia contro NATOstan’ [pag. 26], se non si coglie questa visione generale si corre il rischio di considerare le guerre che si stanno combattendo nel mondo come staccate e indipendenti l’una dall’altra e, a sinistra, si corre il rischio di cadere nel ‘né né’ che nei fatti è un sostegno mascherato all’imperialismo statunitense.

Escobar non si limita a raccontare la politica internazionale, ma ci racconta da vicino i paesi che visita. A differenza di molti altri ha conosciuto in prima persona la realtà di cui parla. Il suo è un lavoro fatto di verifiche, contatti, analisi che lo porta a smascherare la falsità occidentali. A proposito dell’Afghanistan coglie i veri obiettivi geostrategici che guidarono gli Stati Uniti e chiarisce il ruolo dell’ISIS-K: ‘lo scenario è evidente se si considera che l’Afghanistan è il prezioso anello mancante da agganciare alle nuova via della seta cinese […] e un nodo chiave dell’integrazione dell’Eurasia’ [pag. 32]. Possiamo considerare l’Afghanistan paradigmatico della politica neo-con e neo-lib, l’obiettivo non è conquistare un Paese ma creare instabilità, da questo punto di vista il terrorismo è un prezioso alleato.

Agli Stati Uniti si contrappone quella che sta assumendo sempre più le forme di un’alleanza fra Cina e Russia. Il rapporto fra i due paesi è oramai strutturato e si regge su una serie di infrastrutture a partire dal Power of Siberia 2 ‘lungo 2.200 km, lanciato nel 2019 dalla Siberia orientale alla Cina settentrionale e al centro di un accordo da 400 miliardi di dollari tra Gazprom e la cinese CNPC’ [pag. 38]. Le analisi dell’Autore scardinano la visione di chi vede una Russia vassalla di Pechino, consegnata alla Cina dagli errori della politica statunitense. È quest’ottica fallace che viene usata alcuni analisti per spiegare le mosse di Trump come il tentativo di incunearsi fra i due paesi, liberando Mosca dalla subalternità. In realtà il gas del Power of Siberia 2 va dalla Russia alla Cina e non viceversa, lo stesso dicasi per l’accordo per la fornitura di grano, un accordo di 2,5 trilioni di rubli per settanta milioni di tonnellate di grano per i prossimi 12 anni, ‘ciò distrugge completamente gli scenari da sogno dei Think-Tank statunitensi seriali che sostengono un blocco navale come strategia chiave per il contenimento della Cina’ [pag. 187].

La vera natura dei rapporti fra Cina e Russia non è solo legata alla contingenza ma a radici più profonde, queste radici prosperano nel rapporto fra una nazione energivora e una nazione con una enorme presenza di energia nel proprio sottosuolo. Come nota Escobar ‘nei primi undici mesi del 2023, il commercio tra Russia e Cina ha superato i 200 miliardi di dollari; si prevedeva che questo traguardo sarebbe stato raggiunto solo nel 2024’ [pag. 195].

Un passaggio importante è quello che l’Autore dedica ai cosiddetti ‘Stan’, gli stati che occupano lo spazio centrale euroasiatico e che gli Stati Uniti vorrebbero destabilizzare, anche in questo caso è sbagliato parlare di una concorrenza Russia-Cina, il loro obiettivo è comune ed è quello di mantenere una situazione stabile. Pur con differenze e criticità il rapporto fra questi due paesi è solido e sarà un tassello del nuovo ordine multipolare che sta nascendo. Il libro di Escobar è stato scritto prima dell’elezione di Trump, sarà interessante leggere il prossimo per capire come l’Autore giudichi le politiche statunitensi ora, anche se una frase posta in chiusura spiega bene la postura di Washington e i reali rapporti di forza: ‘mentre i cani da guerra abbaiano, mentono e rubano, la carovana Russia-Cina passeggia’ [pag. 200].

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