di Marco Pondrelli
Il titolo scelto da Sara Reginella per il suo libro riesce a raccontare la guerra in Donbass meglio di tanti articoli di giornali. ‘La guerra fantasma nel cuore dell’Europa’ è innanzitutto una risposta a chi, ignorando la storia della Yugoslavia, continua a dire che l’Unione europea ha garantito la pace nel nostro continente, inoltre la parola ‘fantasma’ è quanto mai azzeccata, in pochi sanno che in Ucraina si sta combattendo una guerra e quali ne sono i motivi. I commenti che possiamo leggere sui giornali italiani e sulle televisioni sono imbarazzanti, personalmente mi capitò di ascoltare una trasmissione televisiva in cui un giornalista del quotidiano ‘la repubblica’ tentava di convincere i telespettatore che in Donbass combattevano fascisti richiamati da tutta Europa (ovviamente su ordine di Putin). Purtroppo sono argomenti che una sgangherata sinistra continua a fare propri vedendo rossobruni ovunque e trovandosi oggettivamente alleata della peggiore marmaglia neonazista.
Una guerra di cui si parla poco e male è l’oggetto del libro di Sara Reginella. L’Autrice è psicoterapeuta e documentarista, questa sua duplice formazione torna nel suo lavoro, frutto di lunghi viaggi nelle Repubbliche popolari di Doneck e di Lugansk, che fra l’altro le sono valsi la qualifica di criminale all’interno della blacklist Myrotvorets, propedeutici alla realizzazione del documentario I’m Italian.
Se volessimo cercare un riferimento metodologico al lavoro di Sara Reginella lo potremmo trovare in Rossellini (mutatis mutandis), parlare di un singolo per mostrare ed analizzare una condizione sociale, è infatti attraverso tante storie che l’Autrice ci porta dentro la guerra. Non mancano considerazioni, condivisibili, di carattere geopolitico che analizzano il conflitto nel contesto dello scontro Russia-NATO, ma come in ‘guerra e pace’ ci troviamo catapultati sul terreno di battaglia ed il protagonista non è Napoleone ma sono le esplosioni che uccidono e feriscono.
Le storie che possiamo leggere nel libro sono tante e tutte hanno qualcosa da comunicarci, si va dalle sofferenze che i bambini, da sempre le vittime di qualsiasi conflitto, subiscono alle ragazze che il 9 maggio girano le case per salutare i veterani, dall’asilo bombardato alla volontaria argentina che conosce gli orrori del fascismo. C’è poi il racconto di chi combatte e, a differenza di quello che i giornali raccontano (militari russi armati ed addestrati), veniamo a sapere che molti si sono procurati le armi nei musei dedicati alla Grande Guerra Patriottica, come racconta un volontario ‘molti fucili sottratti ai musei avevano incise sul calcio piccole tacche, una per ogni fascista ucciso durante la Seconda guerra mondiale; accanto a esse, separate da una linea, ne stanno comparendo di nuove, una per ogni fascista ucciso in questa guerra’ [pag. 67]. Da racconti come questo emerge la vera natura della Resistenza in questi luoghi, una Resistenza popolare, che si lega alla guerra contro la Germania nazista, come sostiene un altro combattente, Arkadič, ‘io sono sovietico e per me la resistenza è genetica’ [pag. 80]. Pagine molto toccanti sono dedicate all’incontro con Aleksej Markov che sarebbe successivamente morto in un incidente stradale.
Attraverso tutte queste storie, e tante altre capiamo, cos’è la guerra nel Donbass e capiamo dove sta oggi il nazismo. Alcuni passaggi molto crudi sono dedicati al racconto di un superstite di Odessa, il peggior massacro nazista dalla fine della seconda guerra mondiale passato sotto la benevola comprensione della stampa italiana. Il grido con cui i nazisti hanno ucciso vittime indifese ‘gloria agli eroi’ è lo stesso che la nazionale Ucraina voleva mostrare sulle proprie maglie agli Europei di calcio. La vergognosa glorificazione di un collaborazionista come Stepan Bandera spiega molto bene la strada ‘europea’ scelta dall’Ucraina, così come lo spiegano le passaggiate di John McCain (per il cui funerale Rampini su ‘la repubblica’ creò uno strano parallelo con il funerale di Berlinguer) in piazza Maidan.
Per capire cosa succede in Ucraina è interessante riportare un discorso dell’ex Presidente ucraino Porošenko, il quale disse ‘noi avremo le pensioni e loro no […] noi avremo i sussidi per i bambini, per i pensionati e loro no! […] i nostri figli andranno negli asili, nelle scuole, mentre loro vivranno nelle cantine!’ [pag. 227], proprio nel cuore dell’Europa con il sostegno della politica e della stampa italiana ed occidentale succede questo, il libro di Sara Reginella è prima di tutto una denuncia ed è per questo motivo una lettura consigliata.
Il libro di Sara Reginella sarà presentato lunedì 19 luglio alle 21, per seguire la diretta: