In memoria di un uomo libero

chiesa primopianodi Federico La Mattina

La scomparsa di Giulietto Chiesa rappresenta un’enorme perdita per tutti noi. Negli ultimi anni ha rappresentato una delle poche voci libere in Italia critiche verso la Nato, impegnato altresì a contrastare la propaganda russofoba nel nostro paese. Storico corrispondente da Mosca nonché amico personale di Gorbachev, aveva una conoscenza di prima mano della politica russa e dei profondi rivolgimenti della Russia post-sovietica.  Quando parlava di Russia lo faceva con estrema competenza e per le sue idee era stato recentemente arrestato in Estonia, nella “libera Europa”.

Non è necessario condividere tutte le sue posizioni per riconoscergli i grandi meriti che pochissimi giornalisti possono contare e la sua voce critica mancherà enormemente a tutti coloro che si oppongono alle guerre imperialiste del nostro secolo (mascherate da operazioni umanitarie). Egli ha dedicato la gran parte del suo impegno intellettuale e politico alla lotta contro le guerre e le ingiustizie internazionali, tentando di coprire il vuoto dell’informazione italiana con l’emittente online “Pandora TV”. Dal Venezuela alla Siria, passando per il Donbass, la sua è stata tra le poche voci dissonanti nel nostro paese.

Giulietto Chiesa è stato un gigante rispetto a tanti “nani” del giornalismo occidentale: una mente libera dalla forte personalità che credeva sinceramente nell’importanza di preservare la pace mondiale, contrastando una certa vuota (o ipocrita) retorica fintamente “pacifista”, nei fatti asservita all’ordine internazionale egemonizzato dagli Stati Uniti. 

Una scheggia intellettuale, libera e anticonformista, del giornalismo italiano (della sinistra che fu). Un uomo libero in un mondo di arrivisti e cialtroni travestiti da professionisti dell’informazione.