
di Marco Pondrelli
Il libro di Raùl Antonio Capote è interessante innanzitutto per la figura dell’Autore che ha ricoperto il ruolo di doppio agente lavorando per i servizi segreti cubani ed anche per la CIA, nel ruolo di ‘doppiogiochista’ ha quindi potuto conoscere bene la potente macchina statunitense e le sue denunce, così come le sue analisi, hanno quindi maggiore forza.
Il libro è diviso in tre parti, la prima è un’analisi della situazione mondiale, scritto nella fase di passaggio fra Biden e Trump il libro coglie la continuità della politica estera statunitense su alcuni importanti dossier. Prima ancora di analizzare la politica estera l’Autore però tratteggia il sistema statunitense. Una frase di Rockeferrer chiarisce molto bene quello che Joseph Stiglitz tentò di riassumere con lo slogan che contrapponeva l’1% dell’élite al 99% del popolo, disse Rockefeller ‘la sovranità sovranazionale di un’élite intellettuale e dei banchieri mondiali è sicuramente preferibile all’autodeterminazione nazionale praticata nei secoli passati’ [pag. 23].
Gli Stati Uniti non sono una democrazia, non solo la diseguaglianza che consegna la nazione più potente del mondo alla volontà di pochi uomini ma anche l’esclusione di grandi masse, sopratutto afroamericani ed ispanici, dalla vita politica e dal godimento dei diritti sociali limita l’idea stessa di democrazia.
Questa visione esce dai confini nazionali, personaggi come Soros condizionano la vita economica e politica di molti paesi. Quello che per molti, anche a sinistra, e solo uno spauracchio per complottisti in realtà finanzia molte ONG ed istituti di ricerca, quando sentiamo ‘esperti’ pontificare in televisione domandiamoci chi ringraziano a fine mese. Questa presenza è non solo pericolosa per la tenuta democratica dei singoli paesi ma anche eticamente discutibile, coloro che ricevono soldi dalla Open Society Foundation sanno che quei soldi sono stati fatti speculando contro paesi sovrani, come l’Italia, e condannando alla povertà milioni di persone?
Il libro seppur scritto prima degli ultimi avvenimenti ucraini prende in seria considerazione in rischio di guerra nucleare. Sul banco degli accusati finiscono ovviamente i governi statunitensi che si sono succeduti nei decenni, da quando, cosa che oggi non può più essere detta, decisero di provocare la Russia spostando i confini della Nato verso est rilanciando così la corsa agli armamenti [pag. 17], il tutto anche attraverso la denuncia del trattato ABM.
Le dinamiche che guidavano il mondo prima del coronavirus sono state da esso accelerate ed esacerbate, come scrive Capote negli Stati Uniti si è tentato di accentuare la separazione fisica tra ricchi e poveri, i quali non hanno copertura sanitaria e venivano visti come pericolosi untori. Scrive l’Autore ‘Souther Jet, una società di noleggio di aerei a Boca Raton, in Florida, ha inviato ad alcuni clienti un’e-mail di marketing di prova con la frase: “Evita il coronavirus con un volo privato…Richiedi un preventivo oggi!”’ [pag. 25]. Così come dentro gli USA il covid ha visto un rafforzamento della diseguaglianza lo stesso si è visto a livello internazionale e mentre Cuba era impegnata a sviluppare un vaccino in grado di aiutare anche i paesi poveri, l’Occidente condannava l’Africa non concedendo la liberalizzazione dei brevetti.
Un simile sistema non potrebbe resistere senza una comunicazione che lo presenta non solo come l’unico dei mondi possibili ma anche come il migliore. Scrive l’Autore ‘durante la guerra in Serbia, psicoguerrieri del 3° battaglione per le operazioni speciali di Fort Bragg hanno lavorato con la CNN alla produzione di notizie. Tuttavia, l’Iraq è stato l’apice di tale interrelazione seguito da Libia, Siria, Venezuela, Ucraina e Nicaragua’ [pag. 30]. Sull’informazione non c’è nulla da aggiungere se non che gli apprendisti stregone italiani sembrano essere divenuti più realisti del re. Così come l’informazione ‘tradizionale’ svolge il ruolo di ancella rispetto alle politiche imperialiste statunitensi, anche i nuovi media sono parte della battaglia con l’utilizzo dei big data che sono divenuti il petrolio del XXI secolo. Attraverso l’analisi dei nostri dati veniamo studiati e classificati per poi essere fatti oggetto di campagne ‘informative’.
La seconda parte del libro si occupa del ruolo degli Stati Uniti nel mondo, il destino manifesto ha guidato la politica estera americana nel XX secolo. L’idea che gli USA siano stati scelti da Dio per diffondere la democrazia liberale ha giustificato le peggiori tragedie della storia. Scrive Capote ‘nel 1927, 16 navi da guerra yankee presidiavano le coste del Nicaragua per garantire il saccheggio di un intero Paese, sprofondato nella miseria più spaventosa: su cinque bambini, solo tre raggiungevano l’età adulta’ [pag. 44]. Queste politiche non sono state portate avanti solo in America Latina (il cortile di casa degli USA) ma anche nel resto del mondo, colpendo attraverso le guerre tradizionali e le cosiddette guerre ibride gli stati che Washington definisce ‘canaglia’.
L’ultima parte è dedicata alla lunga storia di attacchi verso Cuba, sarebbe lungo riassumere tutto quello che gli USA dalla Baia dei Porci in poi hanno fatto contro questo Paese. Come nota l’Autore dopo l’11 settembre ‘gli stessi che per anni avevano sponsorizzato il terrorismo come politica di Stato nel confronto con i Paesi progressisti, con movimenti e leader di sinistra del mondo, si proclamarono, quel nono mese dell’anno 2001, paladini della lotta contro questo flagello dell’umanità’ [pag. 112].
Questa riflessione può concludere la presentazione di questa interessante opera, la capacità degli Stati Uniti è quella di trasformare gli aggrediti in aggressori, così come ieri era l’Iraq ad aggredire gli USA oggi la Russia minaccia la Nato ed in tutti questi anni Cuba ha minacciato Washington. Questa è la narrazione dell’impero lo stesso però che da oltre 60 continua a vivere con questa spina nel fianco, forse un giorno capirà che le idee socialiste ed i risultati della Rivoluzione cubana sono più forti della finanza e delle armi.
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