di Marco Pondrelli
Dal 24 febbraio sono molti i libri, alcuni dei quali interessanti, che si occupano del conflitto ucraino. Il testo di Marco Pizzuti ha un approccio originale e già nel titolo non parla di attacco all’Ucraina o di Putin nuovo Hitler ma di un attacco all’Europa, che però, a differenza di quanto pensano molti opinionisti italiani, non viene portato dalla Russia ma dagli Stati Uniti.
Prima di analizzare le radici dell’attuale conflitto l’Autore ricostruisce la storia degli USA che hanno costruito la loro politica imperialista sotto il manto dell’esportazione della democrazia. Dalla dottrina Monroe per arrivare ai più recenti interventi in Kosovo e Iraq nulla viene tralasciato nel testo, dove a chiosa della politica statunitense può essere scelta una frase di John M. Maury capo stazione della CIA ad Atene durante il colpo di Stato dei colonnelli, Maury di fronte alle perplessità dell’ambasciatore Phillips Talbot che definì quello che stava succedendo ‘uno stupro della democrazia’ rispose ‘come puoi stuprare una puttana?’ [pag. 29]. Scrive Pizzuti ‘la storia insegna che la Pax americana non lascia mai scampo perché quando un Paese entra nel suo mirino, o si sottomette immediatamente ai desideri di Washington oppure il suo governo verrà spazzato via con un golpe o ancora peggio, con una pioggia di missili e bombe’ [pag. 41].
La questione ucraina va letta in un contesto di forte aggressività della politica statunitense, l’unificazione tedesca fu resa possibile solo grazie all’impegno dell’Occidente di non espandere la Nato ad est, garanzie per cui, come ben documentato nel libro, i leader occidentali si erano formalmente impegnati. L’espansione della Nato ha rappresentato oltre a una grave provocazione verso Mosca anche un tentativo di destabilizzazione degli equilibri europei, ‘tale dottrina della provocazione è stata apertamente espressa anche da Joe Biden nel 1997, quando era ancora senatore: “Se c’è un modo per procurare una grossa agitazione alla Russia in tempi brevi, è aprire subito l’ingresso dei Paesi Baltici alla NATO. E se ci fosse mai qualcosa in grado di far saltare gli equilibri, nel senso di scatenare una vigorosa azione ostile della Russia anche se non militare, sarebbe proprio questo”’ [pag. 104]. Il ragionamento dell’allora senatore democratico spiega il motivo del colpo di Stato del 2014, l’obiettivo non era solo un cambio di regime a Kiev ma era quello di provocare Mosca costringendola a reagire, la conseguenza è stata la rottura fra Europa e Russia. Questa era una preoccupazione già espressa negli anni ’90 in alcune trascrizioni interne della Duma, nelle quali si leggeva fra l’altro che l’espansione della Nato avrebbe ‘tracciato una nuova spaccatura dell’Europa’ [pag. 112].
Una conoscenza maggiore del padre della geopolitica, Halford Mackinder, permetterebbe a molti opinionisti di capire che ci sono alcuni interessi strategici che per un Paese sono essenziali a prescindere da chi guidi la nazione, se i ministri passano le catene montuose restano. A conferma che quella dell’espansione della Nato sia una preoccupazione strategica della Russia, basta ricordare l’opposizione e le proteste di Eltsin e di Kozyrev, il suo ministro degli esteri, entrambi filo-occidentali ed entrambi critici verso le scelte dell’allora Presidente Clinton di espandere l’alleanza atlantica ad est [pag. 109].
La storia ucraina degli ultimi 8 anni si spiega e si può capire dentro questo quadro, con una Nato sempre più presente fino al punto di arrivare all’esercitazione congiunta nel Mar Nero tra giugno e luglio del 2021 [pag. 165]. Prima di arrivare alla ricostruzione di quello che è successo nel febbraio 2022 l’Autore analizza in modo preciso le politiche ucraine nel periodo successivo al colpo di Stato, dimostrando come questo Paese non possa essere definito una democrazia. Pizzuti ha il merito di ricordare la strage di Odessa, ignorata in Occidente, e le tante atrocità commesse da battaglioni nazisti, molti dei quali documentati da Andrea Rocchelli, di cui viene raccontata anche l’uccisione da parte dei militari ucraini.
La storia ucraina di questi anni è anche la storia degli affari di Biden e del figlio Hunter che hanno toccato anche il ruolo che gli USA hanno nei biolaboratori operanti ai confini con la Russia, la cui presenta è stata confermata da Victoria Nuland in un’audizione al Senato degli Stati Uniti.
Come può essere possibile tutto questo senza un sussulto e una denuncia da parte della stampa? Domanda retorica. Pizzuti dedica molte pagine alla manipolazione delle notizie, pagine molto interessanti che partono da lontano. Nel 1989 ci venne raccontato chein Romania Ceaușescu era responsabile di torture, uccisioni indiscriminate e che tutto era documentato dal ritrovamento di fosse comune, peccato che si scoprì poi che nulla di tutto questo era vero, ‘la vicenda dimostrò quanto sia semplice la ”costruzione della realtà” da parte dei media quanto lo è l’acritica uniformità dei grandi canali d’informazione. Ancora più grave risulta il fatto che, come accade di norma, una volta venuta a galla la verità, all’enorme enfasi mediatica data al falso eccidio non seguì alcuna smentita della stessa rilevanza’ [pag. 173]. Se partiamo da questo premesse, a cui si potrebbe aggiungere come fa l’Autore Srebrenica o Racak, anche le fosse comune di Bucha meriterebbero un maggiore approfondimento. Le domande che alcuni bravi giornalisti come Toni Capuozzo si sono posti ed hanno posto andrebbero valutate con attenzione e non liquidate come ‘propaganda putiniana’. Come sempre, e non solo in guerra, l’informazione da una parte cancella le notizie che non piacciono perché metterebbero in cattiva luce i propri alleati, dall’altra si inventa notizie per criticare l’Hitler di turno, arrivando al limite del ridicolo ed utilizzando spezzoni di film o videogiochi per dimostrarne i crimini.
Se è vero che questa guerra, preparata già da tempo dagli Stati Uniti, ‘serve anche a nascondere un attacco senza precedenti contro la stessa Europa ”alleata”, che stava acquisendo sempre più potere e autonomia dalla Casa Bianca’ [pag. 205] e anche vero che nuove nubi si addensano all’orizzonte, difatti il libro si conclude con una riflessione su Taiwan e sulle continue provocazioni statunitense, potrebbe essere questo il nuovo fronte della guerra.
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