Salutiamo il nuovo accordo di pace sottoscritto in Colombia

partido comunista colombiano logoDichiarazione del Partito Comunista Colombiano
da solidnet.org

Traduzione di Marx21.it 

La firma del nuovo accordo (sulla fine del conflitto tra il governo della Colombia e le FARC, ndt) è un passo decisivo per la sua ratifica da parte del Congresso della Repubblica, che segnerà il giorno D del processo che ne seguirà. E’ superato un primo momento di incertezza, segnato dalla controffensiva dell’ultradestra nel suo tentativo di ricacciare indietro ciò che è stato realizzato. Si apre una porta all’avanzata politica e sociale implicita nel suo contenuto.

Il Governo nazionale assume un impegno immenso, non solo per la ratifica da parte delle sue maggioranze parlamentari ma anche per l’approvazione della legge di amnistia e indulto, primo punto all’ordine del giorno nella tabella di marcia per la realizzazione dell’accordo. Verranno altri passaggi necessari per il transito nelle zone veredales (in cui sono previste le operazioni per il completamento dell’accordo) e per le procedure relative alla deposizione delle armi, la normalizzazione e il reinserimento civile e territoriale.

E’ fondamentale preservare la cessazione del fuoco bilaterale e definitiva, con la supervisione del meccanismo di monitoraggio e la verifica tripartita, presieduta dall’ONU e dalla mobilitazione vigilante del movimento popolare. Le riforme per l’apertura democratica, per la politica agricola globale, per la sostituzione di colture con progetti alternativi, la restituzione della terra a migliaia di spodestati sono i nuovi compiti che esigono solidarietà, appoggio e mobilitazione.

Ma la responsabilità del Governo va oltre il programma previsto. La condizione fondamentale è la difesa della vita, di fronte all’ondata di assassini selettivi, sistematici, coordinati nazionalmente e con un evidente motivazione politica contro attivisti della pace, specialmente di “Marcha Patriotica” e di “Union Patriotica”. La pretesa della Procura e del Governo di attribuire tendenziosamente ad altre cause questi crimini è una distorsione assurda del contesto in cui essi stanno avvenendo. Lo Stato dispone di tutti gli strumenti ma deve anche avere la volontà di impedire nuove morti.

L’impegno a non ripetere mai più il ricorso ai paramilitari e alla “guerra sporca” è la condizione  dell’accordo che definisce un’alleanza strategica con obiettivi concreti, precisi e irrinunciabili e implica una presa di distanze chiara da coloro che si sono opposti a questa soluzione politica, risultato del dialogo e dell’accordo rivisto. Il ruolo dei paesi garanti che hanno favorito l’accordo è stato e continuerà ad essere una garanzia. Ma l’onere principale ricade sull’unità, la lotta e la mobilitazione del popolo.

La sfida per impedire il ritorno al passato esige dalle forze della sinistra di agire unite con coerenza in questa congiuntura e nella prospettiva di un governo democratico, nel cui programma l’asse centrale sia rappresentato dal compimento e dal consolidamento del processo di pace in tutte le sue dimensioni e conseguenze. Per avanzare in tale direzione sarà necessaria una maggiore cultura della pace, dei diritti democratici, delle rivendicazioni popolari, della formazione politica e dell’unità per la più ampia convergenza per il cambiamento.