di Juan Andrés Lagos, Incaricato della segreteria del Comitato Centrale del Partito Comunista del Cile
da www.tribuna-popular.org | Traduzione a cura di Marx21.it
“La destra osserva con crescente preoccupazione l’incidenza e l’influenza della politica dei comunisti tra i movimenti sociali reali, quelli che hanno definitivamente cambiato volto al Cile e sicuramente al futuro politico della nazione.”
Un forte attacco per delegittimare e squalificare la politica del Partito Comunista è in corso in diversi ambiti. Il tentativo non va sottovalutato, perché ha a sua disposizione mezzi di stampa egemonici e potenti, e la destra e il suo governo quale asse centrale di tale impegno. Perché l’attacco viene sferrato con questa intensità e in questo momento?
In buona misura perché la destra osserva con crescente preoccupazione l’incidenza e l’influenza della politica dei comunisti tra i movimenti sociali reali, quelli che hanno definitivamente cambiato volto al Cile e sicuramente al futuro politico della nazione.
Anche perché tale incidenza comunista sta pesando molto positivamente nella costruzione di un’opposizione riempita di contenuti critici nei confronti di questa amministrazione governativa e apre anche prospettive che vanno ben oltre questo governo.
Nei fatti, questa politica comunista e la sua incidenza hanno generato un clima politico che ha modificato il quadro, intanto attraverso il superamento del consenso alla nefasta politica che ha caratterizzato, nel nostro paese, vari governi e per vari decenni.
E’ il peso dei movimenti di massa, in primo luogo, ciò che oggi permette che si parli, si metta in discussione e si propongano contenuti che puntano al superamento del profitto, dell’usura, della collusione; che si ponga come una necessità la riforma tributaria, un decentramento reale e democratico, migliore attenzione alla sanità; una soluzione di fondo alle criticità dell’ambiente; cambiamenti al sistema politico e alle istituzioni che lo sorreggono.
Certamente, è un dato verificabile e oggettivo che, in questo rapporto tra idee e proposte, sul terreno politico, il ruolo del Partito Comunista in relazione all’insieme delle forze di opposizione è stato articolato, positivo e molto assertivo.
I comunisti non hanno mai detto che tutto ciò è solo ed esclusivamente prodotto del partito e della sua incidenza.
Naturalmente, è un dato reale che il suo apporto è stato molto positivo, costruttivo e soprattutto animatore di convergenze.
La destra e il suo governo osservano lo scenario regionale e continentale, e fanno i loro calcoli rispetto a rapporti di forza politici che, su tutta la linea, stanno favorendo l’avanzata dell’unità, dell’integrazione e della definizione di politiche antimperiali e indipendenti dall’economia centrale nordamericana.
Il fatto più rilevante in tal senso, e che ha una portata storica di immensa proiezione, è la recente creazione della CELAC, in cui si sono depositati gli sforzi e gli impegni di decenni di costruzione, e che non per un capriccio, ma per ragioni molto profonde, sta procedendo senza la presenza egemonica e imperiale degli Stati Uniti e del Canada.
Ecco le sfide che in tale situazione dobbiamo affrontare:
1) Vogliamo incrementare e rafforzare la nostra presenza tra la base, nei territori, nei settori e nei movimenti sociali. Non esistono soluzioni e strade diverse. Solo affermando la qualità del soggetto popolare che va emergendo, per contenuti e forza materiale e organica, potremo continuare ad avanzare e a frenare gli sforzi della destra e di altri settori che ostacolano questo processo. Anche l’unità dei movimenti è un fattore essenziale, che non emerge dal puro volontarismo; ma dal dialogo e da un confronto di idee e proposte che, non solo politicizza i movimenti, ma dà loro una prospettiva in quanto soggetti con vocazione alla trasformazione sociale. In definitiva, noi comunisti aspiriamo a far si che i movimenti sociali, nella lotta e uniti, giochino un ruolo determinante nei rapporti di forza sociali e politici che permettano la sconfitta della destra e la conquista di un governo di nuovo tipo, veramente democratico. Ciò si costruisce dalla base, nei e con i movimenti.
2) Abbiamo bisogno di elevare la qualità del dibattito e il confronto delle idee. La destra offre una caricatura della nostra politica, la stigmatizza, ma anche altri settori, purtroppo, fanno la stessa cosa. Le nostre ragioni sono confermate nella realtà, nella pratica sociale e la nostra politica, senza dubbio, viene assunta da vasti settori politici e sociali. Ma ciò non è sufficiente. Dobbiamo spiegare maggiormente la nostra tattica politica., che ha permesso l’avanzata dei movimenti reali e ha migliorato in modo rilevante l’incidenza di un’opposizione che si pone sempre di più la prospettiva della sconfitta della destra.
Ma la destra non è ancora sconfitta ed è meglio non cantare vittoria prima del tempo, senza avere generato le condizioni obiettive e soggettive per raggiungere questo risultato. Molte cose possono ancora accadere. Occorre avanzare con la sicurezza politica di poter raggiungere tale obiettivo.
3) Occorre mettere maggiormente al centro la fondamentale idea politica che la strada viene indicata dalla maggioranza della nazione, quella che già si è espressa in diverse occasioni e condizioni, ma che non è ancora passata a una fase superiore, in cui la condivisione delle idee e dei contenuti e un’articolazione organica che dia espressione a tale unità programmatica si affermino come senso comune non solo del movimento, ma soprattutto dell’insieme delle forze che dovrebbero far parte di questa maggioranza nazionale.
4) Siamo, in quanto partito politico, chiamati a rispondere a situazioni che noi stessi abbiamo contribuito a creare e costruire. E’ chiaro, per noi, che né ora né in futuro potremo sentirci “proprietari” dei movimento. Ma crediamo anche che sarebbe un errore fatale porre dei limiti alla nostra influenza politica nei movimenti e a partire da essi, e in tutti gli spazi dove si crea e si costruisce questa politica che ha dimostrato di essere un efficace strumento per il popolo cileno. In tal senso, va enormemente valorizzato l’impegno dei nostri tre deputati nel Parlamento e negli spazi sociali e politici dove hanno esercitato la loro influenza. Sono pochi, ma si notano e molto. Allo stesso modo ha un grandissimo valore la leadership che militanti comunisti esercitano nel mondo sociale. Nessuno ha regalato loro questo ruolo. Spazio e legittimità sono stati conquistati. Sono dirigenti generosi, non prematuri carrieristi, e ha un grande valore il fatto che non pochi di essi siano giovani. I nostri militanti che oggi hanno ruoli dirigenti nei movimenti sociali sono un’espressione rilevante del movimento che abbiamo contribuito a costruire.
Alcune sfide ci vengono lanciate lungo la strada che abbiamo percorso; le elezioni universitarie; un’analisi reale e realista della qualità dei movimenti e della loro distribuzione nei territori; e in primo luogo, del soggetto principale: i lavoratori. Dovremo esaminare tutti i punti di forza e di debolezza per migliorare ciò che va migliorato.
Dovremo continuare ad avanzare in questa direzione. E’ una necessità politica.