da www.solidnet.org | Traduzione dallo spagnolo per www.resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare
La città di Iquique ed il mese di giugno 2012 sono lo scenario naturale affinché i comunisti, i rivoluzionari e la sinistra latinoamericana prendano parte alla Celebrazione delle e dei comunisti cileni nel Centenario della Fondazione del Partito di Luis Emilio Recabarren, Pablo Neruda, Víctor Jara e Gladys Marín: il Partito Comunista del Cile.
Ci uniamo con gioia alla celebrazione di questi cento anni di lotta incessante, ai sogni e alle speranze del popolo del Cile; cento anni in cui generazioni di comunisti cileni sono state motore del movimento sindacale, studentesco, popolare e culturale, al servizio della conquista di una patria con giustizia sociale, pienamente democratica e sovrana e alla costruzione del socialismo in Cile, nell’America Latina e nel mondo.
Durante questi cento anni, le nostre storie si sono intrecciate innumerabili volte. È così che gli esempi di Recabarren, Mariátegui, Sandino, Arismendi, Prestes ed Ernesto Guevara hanno aperto alvei di liberazione condivisi e che milioni di latinoamericani hanno trasformato, una e altre volte, in organizzazione, volontà di lotta ed in nuove speranze per il continente. Per questo motivo anche la celebrazione del Centenario del Partito Comunista del Cile è nostra, perché è una pietra miliare fondante del lascito che i nostri popoli hanno forgiato nella lotta per l’indipendenza, la libertà, la democrazia e la giustizia sociale.
Oggi, quando la crisi del capitalismo sferza il mondo e minaccia di approfondire le sue nefaste conseguenze sui lavoratori e lavoratrici, la nostra America Latina si solleva per merito dell’incessante lotta dei nostri popoli, come continente della Speranza. Mentre il capitale transnazionale impone in gran parte del mondo massicce dosi di misure neoliberali che distruggono posti di lavoro, retrodatano decenni di progressi sociali e gettano nella povertà milioni di persone, nel nostro continente i governi democratici, eletti e sostentati dalle maggioranze popolari organizzate, iniziano ad avanzare nel recupero delle ricchezze naturali, della sovranità e della costruzione di società più giuste, eque ed inclusive. Nei nostri paesi, vittime delle dittature e del neoliberalismo, sorgono dal seno del popolo le alternative alla spirale distruttiva alla quale il capitalismo conduce il mondo.
Una delle sue espressioni più nefaste sono le azioni di guerra che le forze imperialiste fanno esplodere per il mondo. La lotta per la Pace continua ad essere una bandiera insostituibile che le forze di sinistra hanno il dovere di innalzare. Nel nostro continente l’azione militare degli Stati Uniti continua ad essere presente come un fattore di pressione e ricatto inaccettabile. La permanenza e l’apertura di nuove basi militari in diversi paesi della regione, la persistenza del blocco contro Cuba, l’occupazione di Haiti e il prolungamento della guerra in Colombia, sono alcune delle espressioni più gravi della sua tradizionale politica verso l’America Latina. Esortiamo a raddoppiare la solidarietà col popolo Cubano, che continua la sua lotta per mantenere ed ampliare i successi della sua rivoluzione trionfante, e col popolo Colombiano, che cerca di percorrere la strada verso la pace con espressioni nuove e promettenti di unità politica e sociale come la Marcia Patriottica.
I progressi nell’integrazione ed unità dell’America Latina sono stati i pilastri che hanno facilitato questi risultati ed il sogno di Bolivar è ogni giorno di più una speranza certa che si fissa nella coscienza di milioni di persone come una necessità. L’Alba, l’UNASUR, la poderosa creazione della CELAC ed anche il MERCOSUR si consolidano come spazi ove compiere queste aspettative ed aprono prospettive nuove di sviluppo comune per le quali conteranno l’appoggio e l’impulso delle forze di sinistra. Anche questo compromesso è parte della tradizione internazionalista trasmessa da Recabarren, che attraversò le sottili frontiere della nostra America per trovare fratelli e sorelle di lotta in ogni paese e che lo hanno seguito senza nessun dubbio, in ogni luogo.
Per questo motivo, le nostre bandiere si continuano ad alzare con decisione in favore dell’integrazione e dell’unità latinoamericana che si prospetta come un vero pilastro di trasformazione sociale, come condizione indispensabile per lo sviluppo e per la realizzazione della nostra piena sovranità. Questa visione del futuro deve dare soluzioni alle domande in sospeso che ci hanno lasciato le guerre e le dispute dei capitalisti che usarono il nazionalismo come orchestra dei propri interessi. Nella regione in cui ci troviamo, zona di giacimenti di salnitro e di miniere, risulta impossibile non esprimere il nostro sostegno e solidarietà con la richiesta del popolo boliviano di un accesso al mare. Esprimiamo il nostro accordo a promuovere congiuntamente gli incontri e dibattiti necessari affinché i nostri popoli aprano il cammino ad una soluzione che significhi: mare per la Bolivia.
Cento anni di vita percorsi sono senza dubbio un gran motivo per celebrare. Ma la prospettiva certa, che i comunisti cileni ed il loro Partito dimostrano di avere abbondanza di idee, convinzione ed energie per continuare a lottare altri cento anni, è motivo per raddoppiare le speranze dei paesi dell’America. Ognuno di noi, partecipe di queste attività celebrative, sarà moltiplicatore di questa gioia quando tornerà nel proprio paese.
Viva il Centenario del Partito Comunista del Cile!
Viva l’Unità dei Paesi Latinoamericani!
Mille volte Vinceremo!
Parto Comunista di Uruguay (PCU)
Partito Comunista d’Argentina (PCA)
Movimento al Socialismo – Strumento Politico per la Sovranità dei Popoli (MA-IPSP)
Partito Comunista della Bolivia (PCB)
Partito Comunista Peruviano (PCP)
Partito Comunista del Perù – Patria Rossa (PCP-PR)
Partito Comunista del Brasile (PCdoB)
Partito Comunista Brasiliano (PCB)
Partito Comunista del Cile (PCCh)
Iquique, 8 giugno 2012
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