Le proposte del PCV per una nuova politica economica

Partito Comunista del Venezuela (PCV) | solidnet.org
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

pc venezuelaNon un dollaro in più alla borghesia parassitaria commerciale-importatrice

Caracas, 21 ottobre 2013, Tribuna Popular – Le proposte per una nuova politica economica, che il Partito Comunista del Venezuela (PCV) ha elaborato durante gli ultimi mesi, sono state ratificate dal Comitato Centrale dell’organizzazione e saranno presentate pubblicamente nei prossimi giorni per il dibattito tra le forze che compongono l’alleanza rivoluzionaria, nel tempo stesso saranno consegnate al Governo Nazionale con l’idea di discuterle.

Lo scorso 18 ottobre, la Direzione Nazionale del Partito del Gallo Rosso si è riunita nella 18° Riunione plenaria del Comitato Centrale, alla quale hanno partecipato anche i Segretari e Segretarie politiche dei Comitati Regionali del PCV di ogni stato e la Commissione Esecutiva Nazionale della Gioventù Comunista di Venezuela (JCV).


Le proposte per una nuova politica economica consistono in misure orientate all’industrializzazione del paese e fondate sulla necessaria partecipazione dei lavoratori, e sono state presentate nel fine settimana a quasi 300 dirigenti del PCV e della JCV, durante una giornata nazionale di aggiornamento dei quadri per l’applicazione della Linea politica.

Trattasi di pianificazioni per superare le storiche debolezze strutturali dell’economia reale del paese, la quale continua a essere, negli aspetti fondamentali, capitalista, non autonoma, borghese, di mono-esportazione e multi-importazione, molto inefficiente e molto poco produttiva.

“Ciò che stiamo pianificando non è un maquillage e neppure un gattopardismo, bensì un insieme di misure che toccano interessi economici e politici potenti. Oggi, che si sta realizzando un investimento straordinario in importazioni, stiamo prospettando di colpire proprio quel settore della borghesia, improduttivo, parassitario, che non aiuta a risolvere i problemi del paese”, ha dichiarato Carlos Aquino, membro dell’Ufficio Politico del PCV.

Solo nel 2012, più del 78% delle valute approvate dal CADIVI [Comisión de Administración de Divisas, la commissione per l’amministrazione del cambio valute, ndt] sono state destinate ad importazioni, il cui volume ha raggiunto i 77 miliardi di dollari. Di quest’ammontare, più del 50% è stato consumato da imprese del settore privato.

Aquino ha spiegato che la giornata del fine settimana è servita per rafforzare con proposte concrete la Linea politica tracciata nel 2011 dal 14° Congresso del PCV, che mantiene come asse centrale “l’impulso allo sviluppo di una coalizione di forze popolar-rivoluzionarie che permetta di imporre un cambiamento degli attuali rapporti di forza per un approfondimento del processo rivoluzionario venezuelano”.

Il PCV ha ratificato la necessaria nazionalizzazione completa del commercio estero: “lo Stato venezuelano deve assumere il monopolio delle importazioni attraverso una centrale statale unica: non un dollaro in più alla borghesia parassitaria, commerciale, importatrice”, ha ripetuto il dirigente.

Il Partito del Gallo Rosso ha puntualizzato l’importanza di un ente che centralizzi gli acquisti esteri del paese, in quanto non solo rimpiazzerebbe la borghesia commerciale-importatrice, ma permetterebbe di ridurre progressivamente il volume delle importazioni di beni superflui o di lusso; minimizzerebbe le opportunità per la corruzione amministrativa nei processi di acquisto di valute e massimizzerebbe l’efficienza nel suo utilizzo.

L’enfasi in questa proposta fatta dal PCV deriva anche dal fatto che con questo strumento si conferirebbe rigore al controllo delle dogane e delle imposte, rendendo difficile la frode fiscale e l’importazione di contrabbando o fittizia; inoltre, garantirebbe allo Stato la capacità di supervisionare, fin dalla propria origine, la struttura di costi di tutti i beni importati, per stabilire rigorosamente i prezzi massimi di vendita al pubblico.

Aquino ha messo in risalto l’importanza di una stretta disciplina delle finanze pubbliche, accompagnata dalla protezione del potere d’acquisto del popolo lavoratore mediante, tra le altre misure, l’eliminazione progressiva dell’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA), imposta regressiva che colpisce fondamentalmente lavoratrici e lavoratori.

In questo senso, la proposta del PCV per una nuova politica economica, prevede che l’IVA, che attualmente rappresenta un 31% del bilancio, sarebbe abbondantemente compensata mediante una “riforma tributaria progressiva applicabile a banche commerciali e al settore finanziario in generale, dominato dai capitali privati; una riforma che aggredisca di petto l’utile lordo annuale e le transazioni finanziarie, ovvero il grande capitale finanziario speculativo, e non le lavoratrici ed i lavoratori”.

Negli ultimi due anni, quasi il 74% del reddito finanziario lordo e circa il 72% dell’utile lordo totale del settore corrisponde a banche private, che, a titolo di Imposta sulla rendita (ISLR), hanno contribuito per appena tre miliardi di bolívares, mentre i loro profitti hanno superato i 60 miliardi.

Industrializzazione e controllo operaio

Il PCV ha espresso la necessità urgente di sviluppare un piano nazionale di industrializzazione e di stimolo all’economia produttiva, con particolare attenzione alla produzione manifatturiera e agricola su larga scala.

Questo piano, che consentirebbe la sostituzione delle importazioni, deve essere dotato di grandi centrali, una per lo sviluppo dell’agricoltura e un’altra per lo sviluppo industriale, nel rispetto delle priorità nazionale, istituendo grandi imprese di capitale statale o misto, guidate dai criteri di efficienza, economia di scala e qualità di produzione.

Ma, avverte il PCV, “non si industrializza il paese senza rendere concretamente protagonisti le lavoratrici e i lavoratori, organizzati nei processi di amministrazione, pianificazione, sorveglianza e controllo”, sottolineando che è li che risiede l’importanza dell’approvazione del progetto di legge per i Consigli socialisti di lavoratori e lavoratrici.

Nel giugno del 2007, il PCV aveva presentato un progetto di legge e il 30 luglio di quest’anno, in seguito ad una marcia nazionale verso l’Assemblea Nazionale, si è ottenuto l’impegno del Parlamento a iniziare le discussioni dello strumento. Finalmente il 6 settembre è stata istituita una Commissione mista composta da deputati delle Commissioni permanenti di sviluppo sociale integrale e della Commissione del Potere popolare e dei mezzi di comunicazione.

Tuttavia, ancora non è stato presentato il piano di lavoro della Commissione mista, con i termini per l’elaborazione della bozza di legge che sarà discussa in seduta plenaria dell’Assemblea Nazionale, cosi come le assemblee di dibattito con le lavoratrici ed i lavoratori e l’elaborazione della relazione finale che sarà sottoposta a votazione.