Intervista a Noor Zaheer, militante comunista indiana

NoorZaheerIntervista realizzata dalla Lega della Gioventù Comunista del Canada (YCL-LJC Québec) 

da yclljc-magazine.blogspot.fr

Traduzione di Massimo Marcori per Marx21.it

Noor Zaheer, militante del Partito Comunista dell’India (CPI), presidente della sezione di Delhi della Federazione nazionale delle donne indiane e scrittrice di fama era di passaggio a Montréal nel quadro di un viaggio canadese che si è concluso il 21 maggio con un intervento al 38° congresso del Partito comunista del Canada. Ella si è intrattenuta con la redazione di Clarté, organo del Partito comunista del Québec, in merito agli sviluppi politici in India dopo l’elezione del governo nazionalista di destra di Modi.

Clarté: Il regime dell’attuale presidente Modi del partito nazionalista BJP è stato qualificato dal PCI di fascista. Puoi dircene di più?

Noor Zaheer: Il fascismo di Modi si articola a diversi livelli. D’altronde è questo che lo rende difficile da contrastare: se esso fosse stato unidirezionale, sarebbe stato probabilmente sconfitto molto più facilmente. Esso agisce a livello individuale, contro il movimento delle donne, nelle organizzazioni e istituzioni religiose, contro le comunità, nelle istituzioni dello Stato e contro gli studenti. Esso è presente ovunque e sarebbe sbagliato credere che sia in declino. 

Il movimento femminile è stato particolarmente colpito, in particolare le donne musulmane, poiché il governo BJP tenta di imporre un codice civile unico in merito alla pratica religiosa, cosa che colpisce duramente le minoranze religiose, non solo i musulmani, ma anche i cristiani, i sikhs, i buddisti e i parsi che fino ad oggi beneficiano di libertà di culto. Il fascismo di Modi è anche all’origine di una recrudescenza di omicidi di Intoccabili. Quanto alle donne intoccabili sono sempre più vittime di stupri, soprattutto quelle che si battono per la giustizia. Questi sono alcuni esempi del fascismo del regime Modi, e non so perché noi dovremmo edulcorare la verità: dobbiamo mobilitarci fin da ora per costruire una risposta frontale contro il governo del BJP.

Clarté: In che modo questo fascismo si è installato nella società indiana?

Noor Zaheer: A mio avviso, il primo segnale premonitore è stato l’assassinio del Mahatma Gandhi. A quell’epoca, il BJP non esisteva, ma il Sangh Parivar (movimento federativo di molteplici associazioni desiderose di instaurare l’induismo come religione di stato in India e che ha intrattenuto legami con il fascismo di Mussolini negli anni 30, ndr), è stato riconosciuto come mandante dell’assassinio di Gandhi. Nel momento in cui l’interdizione del RSS (gruppo paramilitare nazionalista, ndr), uno dei principali componenti del Sangh Parivar, è stata tolta, i problemi sono iniziati. Essi si sono riconvertiti in organizzazione culturale, cosa che ha permesso loro di passare sotto il radar. Hanno iniziato ad organizzare club sportivi per avvicinarsi ai giovani.

Secondo me, i giovani hindu si sono sentiti un po’ minacciati dalla creazione del Pakistan e sono stati sensibili ai discorsi anti-musulmani a causa della propaganda di odio diffusa un po’ ovunque. Il fascismo è dunque stato in qualche modo santificato ed ha messo radici poco a poco. Non bisogna dimenticare inoltre che in India, esiste una forma di razzismo mai discussa: il sistema delle caste. Noi abbiamo tentato di spingere questo dibattito, ma il governo indiano l’ha sempre evitato. Questa forma di razzismo, i nuovi sviluppi dopo l’elezione del BJP e la crisi capitalistica, formano una miscela esplosiva che ha permesso di spianare la strada al fascismo.

Clarté: in queste circostanze, come si vive il fatto di essere una donna, progressista e per giunta militante?

Noor Zaheer: E’ ogni giorno più difficile, anche ogni minuto! Per me, è tanto più difficile perché mia figlia è coinvolta politicamente, e ricevo minacce del tipo “dovresti educare meglio tua figlia”. Tuttavia, il mio non è un caso unico: molte madri chiedono di incontrarci per cercare aiuto per le stesse ragioni. Noi cerchiamo di rispondere ai loro bisogni soprattutto organizzandole e sostenendole nelle loro lotte. Resta che essere una militante in India è molto pericoloso ai giorni nostri: sono continuamente assillata dai mullah o dai nazisti del RSS.

Clarté: dallo scorso novembre gli studenti indiani conducono un’aspra lotta contro il regime di Modi, in particolare all’università Jawaharlal Nehru. Cosa pensi dell’importanza di questa mobilitazione nella risposta contro il regime di Modi, e cosa ritieni che gli studenti canadesi e del Québéc possano fare per testimoniare la propria solidarietà?

Noor Zaheer: la cosa più importante in questa mobilitazione, è che gli studenti siano riusciti a raggiungere molti strati sociali tra cui i lavoratori, i contadini e le donne, cosa che è molto incoraggiante per il seguito del movimento. Se lotte di questo tipo perdurano e si moltiplicano nei tre anni futuri, sono fiduciosa che il regime di Modi non sarà che un cupo capitolo della storia indiana. Per quanto riguarda la solidarietà con il movimento studentesco, il primo compito della gioventù e degli studenti canadesi è di promuovere questa lotta con tutti i mezzi disponibili, poiché c’è un silenzio totale a questo riguardo. Essi potrebbero anche organizzare azioni di solidarietà come picchettaggi davanti alle rappresentanze diplomatiche indiane in giro per il paese. Anche se non fossero che quattro o cinque con un volantino e una bandiera, è abbastanza per pungere nel vivo il governo che dà molta importanza alla sua immagine internazionale. Sicuramente, ogni espressione di solidarietà sarà benvenuta.

Clarté: Non c’è alcun dubbio che il fascismo di Modi sia legato ai problemi della questione nazionale non risolta in India. Come pensate di regolare questo problema rispettando il diritto dei popoli all’autodeterminazione ed in modo democratico?

Noor Zaheer: E’ una domanda sempre più discussa in India. In effetti, la questione nazionale in India si è imposta nel dibattito politico in modo molto violento. Ad esempio, il Kashmir è sotto occupazione militare, il Nord-Est dove la situazione è simile in tre stati (Manipur, Assam e Nagaland), questo ha condotto a dibattiti al fine di sapere se l’India rappresenta davvero una nazione o se noi non dovremmo dar vita ad una federazione. Tuttavia, in questi ultimi due anni, ogni discussione, ogni dibattito politico sono stati imbavagliati. La proposta di uno Stato federale garante dei diritti nazionali di ogni popolo deve essere discusso, poiché l’India è un paese troppo diversificato affinché si possa parlare di una nazione unitaria.

Clarté: per quanto riguarda la politica estera e regionale, il governo Modi ha anche creato dei turbamenti soprattutto imponendo un blocco al Nepal che aveva approvato una costituzione progressista.

Noor Zaheer: Infatti, quando il blocco è stato approvato, io stessa mi trovavo alla frontiera. Il CPI era ugualmente sul posto. Questo blocco è un atto imposto al 100% dall’India, il Nepal non ha alcuna responsabilità in questo affare se non quello di aver votato una costituzione secondo le aspirazioni del popolo nepalese. La propaganda indiana ha fatto valere il fatto che i nepalesi avevano intenzione di impedire il commercio transfrontaliero, ma non è vero nulla: perché un paese di cui il 30% della forza lavoro dipende dal commercio con l’India, che inoltre ha l’economia devastata a causa di un sisma catastrofico, dovrebbe voler rompere le sue relazioni commerciali con il suo vicino? La verità, è che Modi vuole introdurre una Costituzione induista in India mentre il Nepal ha votato una Costituzione laica e federale, cosa che ha attirato i fulmini del governo indiano.

Questo dimostra che i paesi che desiderano intrattenere relazioni da pari a pari con l’India hanno essi stessi interesse a destituire il governo Modi. Sono fiduciosa che in occasione delle prossime elezioni sarà sconfitto, ma accetterà di lasciare il posto? Ciò non è effettivamente nella logica fascista ed è possibile che con un trucco qualunque riesca a mantenersi in sella anche se contro la voce del popolo. Così dobbiamo continuare la mobilitazione, essere pronti a lottare su tutti i fronti ed essere anche pronti a questa eventualità.

Per il momento, dobbiamo dare maggior potere ai giovani e alle donne che sono al centro dell’offensiva e dobbiamo offrire loro il nostro totale sostegno, poiché costituiscono una considerevole forza sulla quale possiamo far leva per rovesciare Modi.