Il PdCI ed il Pc cinese a confronto sull’Italia e sul mondo

di Francesco Maringiò*

pdci pcc foto1Incontri ad alto livello tra i comunisti italiani e cinesi per studiare il sistema politico occidentale ed il ruolo delle forze di sinistra nel mondo. Breve report di tre attività comuni.

Ottobre è stato un mese importante nelle relazioni bilaterali tra i Comunisti Italiani ed i compagni cinesi grazie ad un fitto scambio di colloqui che hanno visto, in ordine, un incontro in Italia con una delegazione di alto livello del centro studi del Dipartimento Internazionale del Pcc e la partecipazione di compagni italiani a due importanti seminari internazionali in Cina.

Ma andiamo con ordine. Lunedì 28 ottobre si è svolto a Roma un incontro tra una delegazione del Centro Studi del Dipartimento Esteri del Pcc, guidata dal compagno Zhou Yuyun (Vice Direttore del Centro) ed una delegazione dei Comunisti Italiani che, oltre al sottoscritto, era composta dai compagni Vladimiro Giacchè, Alexander Höbel e Luigi Marino.


La delegazione cinese, dopo aver fatto tappa in Grecia e Portogallo, è venuta in Italia per studiare i cambiamenti in corso nella nostra società, ponendo una serie di dettagliate domande a diversi interlocutori. È significativo il fatto che la delegazione cinese abbia incontrato, in separata sede, esponenti della Fondazione Italianieuropei e Magna Charta (centri studi che riflettono le posizioni delle forze politiche oggi al governo) ed i Comunisti Italiani che, oltre ad essere una forza di opposizione, esprimono evidentemente un punto di vista peculiare ed alternativo sia sulla situazione politica italiana (e sulle cause della sua involuzione), sia europea.

Gli studiosi cinesi ci hanno posto diverse domande sul contesto italiano ed europeo e l’impressione che ne abbiamo tratto è che stiano studiando attentamente l’evoluzione del quadro politico in Europa (nel caso specifico, dei Paesi del Sud Europa), per trarre informazioni e considerazioni sul “modello di democrazia occidentale” e anche, evidentemente, per calibrare la politica del loro Paese nei confronti dei singoli stati europei.

Le domande poste possono essere suddivise in tre blocchi principali. Il primo inerente i cambiamenti della struttura partitica italiana. L’obiettivo è quello di avere delle chiavi interpretative per leggere i fenomeni che caratterizzano l’evoluzione del nostro quadro politico, così da coglierne gli aspetti di fondo che lo governano. L’Italia è il Paese dove a fronte di un forte indebolimento dei principali partiti (Pd e Pdl), si assiste all’affermarsi di movimenti non tradizionali, come è il caso del M5S, piuttosto che delle formazioni tradizionali minori, tra cui le formazioni comuniste e di sinistra che continuano ad arretrare. La delegazione cinese ci è parsa molto preparata e ben informata sulla situazione del nostro Paese, come si evinceva dal taglio delle domande, sempre molto dettagliate e che cercavano di inquadrare fenomeni complessi e di comprendere a fondo i contenuti politici e programmatici del dibattito politico del nostro Paese. Non a caso, a chiudere questo blocco di domande, c’è stata la richiesta di chiarimento sulla legislazione italiana in materia di partiti, leggi elettorali e disposizioni sul finanziamento pubblico.

Un secondo blocco di domande ha riguardato i cambiamenti delle correnti di pensiero e delle tendenze ideologiche nella società italiana. Questo soprattutto per comprendere cosa è cambiato dopo la crisi dei debiti pubblici che si è abbattuta sull’Europa e cosa si è modificato in termini di idee e cultura politica, sia nella famiglia del neoliberismo, che in quella della socialdemocrazia, e in quella comunista. A questo si è aggiunta la richiesta di chiarimento su come gli italiani vedono l’emergere del fenomeno del populismo nel proprio Paese.

Per concludere, c’è stato uno scambio di opinioni sui rapporti tra la Cina e l’Europa. Qui la delegazione dei compagni cinesi è parsa interessata a conoscere quale fosse l’opinione delle varie forze politiche sulla Cina e quale influenza giocasse lo sviluppo del pensiero conservatore e di quello populista in merito alle relazioni tra l’Europa e la Cina.

Nel complesso ci sentiamo di ringraziare i compagni cinesi per questo incontro, come sempre utile e per noi formativo, perché ci ha permesso di toccare con mano il livello della loro analisi ed elaborazione sulla società italiana ed europea, aiutandoci a capire ancora di più come loro leggono l’evoluzione delle dinamiche internazionali e come si attrezzano al fine di studiarne le dinamiche di fondo, per poter giocare quel ruolo che spetta ad un grande Partito al potere in un grande Paese.

Un’altra preziosa occasione di confronto è stato il seminario internazionale organizzato a Pechino il 30 e 31 ottobre dall’Accademia delle Scienze Cinesi in collaborazione con il Centro Cinese per gli Studi del Mondo Contemporaneo (CCCWS) ed il Dipartimento Internazionale del Pcc (IDCPC) al quale, per l’Italia, hanno partecipato Massimo D’Alema ed il compagno Andrea Catone. Il seminario, intitolato: “L’attuale situazione ed il trend di sviluppo del Socialismo nel mondo ed il pensiero di sinistra”, era la quarta edizione del Forum sul Socialismo Mondiale, che ha visto la partecipazione di diversi rappresentanti di organizzazioni comuniste e di sinistra provenienti da diverse parti del mondo. I punti centrali di discussione sono stati: l’analisi delle tendenze del mondo contemporaneo e le conseguenze sul ruolo e sui nuovi obiettivi dei Partiti Comunisti nel Mondo, l’analisi della strategia e della tattica per le forze che operano per lo sviluppo del socialismo mondiale e l’analisi sul contributo apportato dal “sogno cinese” al Socialismo mondiale. L’occasione è stata utile non solo per socializzare l’analisi che i comunisti italiani hanno affinato nel corso dei due ultimi congressi sulla transizione al Socialismo, ma è stata anche una preziosa occasione per stringere rapporti e relazioni con strutture e centri di ricerca con i quali avviare sin da subito scambi culturali, ricerche ed approfondimento comune sui temi centrali per le forze comuniste e rivoluzionarie nel mondo.

Sicuramente, nei prossimi giorni pubblicheremo parte dei materiali di questo seminario, per permettere, a quanti più compagni possibile, di condividere questa esperienza e questa elaborazione mondiale. Aspetto, questo, che caratterizza il profilo internazionalista dei Comunisti Italiani.

Il terzo seminario internazionale, dal titolo: “nuovi sviluppi della sinistra internazionale a seguito della crisi finanziaria globale e le prospettive del Socialismo Mondiale”, che prende le mosse mentre scriviamo queste note (Pechino, 7-8 novembre), è organizzato dal CCCWS e dall’IDCPC, assieme alla Fondazione Rosa Luxemburg. Per l’Italia parteciperà il compagno Fausto Sorini che, dopo aver preso parte al Convegno sul Centenario della nascita del grande dirigente comunista portoghese Alvaro Cunhal, è volato a Pechino dove terrà una relazione sugli sviluppi delle forze della sinistra in Europa. Nello stesso panel di discussione sono previsti contributi di studiosi cinesi ed intellettuali e rappresentanti politici provenienti da Francia, Germania e Cuba.

Il seminario sarà aperto da una relazione del compagno Ai Ping, vice ministro del IDCPC e dal compagno Wulf Gallert, portavoce della Linke al parlamento federale della Sassonia e prevede una discussione organizzata in quattro panel ed una tavola rotonda conclusiva con la partecipazione del compagno Huang Huaguang, membro del Consiglio Esecutivo del CCCWS, il compagno Sitaram Yechury, dell’ufficio politico del CPI(M) ed il compagno Lutz Pohle, Direttore della Fondazione Rosa Luxemburg a Pechino.

Anche in questo caso, cercheremo di dare la più ampia diffusione possibile del dibattito.

Queste tre iniziative di confronto, studio ed approfondimento con i compagni cinesi (ma non solo) rappresentano una parte fondamentale del lavoro di costruzione delle relazioni internazionali e dei rapporti bilaterali con altre forze comuniste nel mondo a cui i Comunisti Italiani assegnano una grande importanza: perché è solo in un’ottica globale che si può cogliere il senso e lo sforzo di ricostruzione di una forza comunista nel nostro Paese che ha l’ambizione di tornare ad essere protagonista delle lotte per il cambiamento della società.

*Vice Responsabile Dipartimento Internazionale, Direzione Nazionale PdCI

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