Il Partito Comunista Sudafricano sul ruolo dei comunisti nella fase attuale

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Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

Intervento al 17° Incontro internazionale dei Partiti comunisti e operai

“Il SACP vede nel blocco Brasile-Russia-India-Cina-Sud Africa (BRICS) e nelle sue implicazioni una forma di lotta contro l’imperialismo attuale e l’egemonia capitalista, una strada da esplorare e da sviluppare ulteriormente”

Il Partito Comunista Sudafricano (SACP) esprime il più caloroso saluto e la sua solidarietà ai compagni e ai Partiti riuniti qui a Istanbul, in Turchia, in occasione del 17° Incontro internazionale dei Partiti comunisti e operai (IMCWP), ospitato dal Partito Comunista (KP), Turchia.

Esprimiamo il nostro ringraziamento al KP (Turchia) per il lavoro svolto nell’organizzazione di questo incontro. A nome del Partito Comunista Sudafricano, desideriamo congratularci con il KP per aver ospitato in modo eccellente il 17° Incontro internazionale dei Partiti comunisti e operai (IMCWP), soprattutto in questi tempi difficili e provanti per la Turchia, la regione e il mondo. Innanzitutto, vogliamo rendere omaggio alle persone che hanno perso la vita in un recente brutale attentato ad Ankara e in altri luoghi. Salutiamo il popolo battagliero che non si è intimorito dinanzi a tali attacchi, ma ha rifiutato che vengano utilizzati per scoraggiare le loro proteste contro le politiche antipopolari del governo AKP di Erdogan.

Salutiamo la classe operaia e gli strati popolari della Turchia che resistono alla repressione. Assicuriamo la nostra solidarietà alle loro lotte e auguriamo al KP una buona riuscita alle prossime elezioni del 1° novembre.

I compiti dei Partiti comunisti e operai nella congiuntura attuale

Il tema di questo Incontro internazionale, “I compiti dei Partiti comunisti e operai per rafforzare la lotta della classe operaia contro lo sfruttamento capitalista, le guerre imperialiste e il fascismo, per l’emancipazione dei lavoratori e dei popoli, per il socialismo”, racchiude correttamente, a nostro avviso, l’essenza delle lotte della classe operaia e degli strati popolari nel periodo attuale. E’ nostro dovere continuare a fornire risposte adeguate alla crisi e alternative alle masse popolari che vacillano sotto i colpi del capitalismo. I lavoratori e gli strati popolari si rivolgono a noi per lottare per una migliore qualità della vita, per il rovesciamento del capitalismo e la costruzione del socialismo.

Il SACP è consapevole della enormità dei compiti che si pongono dinanzi alla classe operaia e alle sue formazioni, agli strati popolari nella lotta per un’alternativa in Sudafrica, nella regione e nel mondo. Questo richiede una ancora maggiore unità tra le forze progressiste e popolari, un miglioramento delle loro mobilitazioni, capacità e tattiche complessive.

In realtà abbiamo bisogno di un profondo dibattito e discussione nel movimento ICWP per delineare prospettive ed esprimere apprezzamento a coloro che intendono affrontare i difficili compiti della scelta di una via per il cambiamento – un’alternativa allo sviluppo capitalistico in condizioni e circostanze non scelte.

Abbiamo bisogno di un’analisi più approfondita dei processi in corso in America Latina in particolare, per apprezzare correttamente gli sforzi degli spostamenti a sinistra in corso nella regione e le enormi sfide di dover tracciare una traiettoria alternativa per paesi e popoli distante dal ”non c’è alternativa” (TINA) preannunciato dai soliti profeti di sventura.

Il SACP, che partecipa attivamente all’Alleanza tripartita guidata dall’African National Congress (ANC), è consapevole delle sfide a cui deve dare risposta l’alleanza progressista nel paese e continua il lavoro su questo fronte, ma ha anche conseguito vittorie importanti nel passato. Ci assumiamo la responsabilità della rivoluzione – sia delle vittorie che delle sconfitte! Enormi progressi sono stati fatti per invertire l’eredità del colonialismo e dell’apartheid attraverso una miriade di politiche negli ultimi 20 e più anni, anche se molto deve essere ancora fatto perché sia garantita una trasformazione radicale. E’ per questa ragione che abbiamo sostenuto la seconda fase più radicale di trasformazione dell’ANC, in modo da garantire che tale processo diventi reversibile e muti concretamente le condizioni della maggioranza del nostro popolo, che sono la classe operaia e i poveri, donne e giovani.

Recentemente, il paese ha assistito alle proteste di massa degli studenti universitari per una riduzione delle tasse universitarie nel 2016. Il SACP e la Progressive Youth Alliance (PYA) – che include il progressista South African Students Congress (SASCO), la Lega della gioventù dell’ANC e la Lega dei Giovani Comunisti del Sudafrica (YCL-SA) hanno sostenuto questa lotta e ampliato le richieste da avviare in Sudafrica “l’istruzione gratuita per i poveri” e la trasformazione sostanziale dell’istruzione superiore del paese. Le ex università bianche, che sono diventate i bastioni del neoliberismo e del capitalismo, hanno deliberatamente precluso l’accesso all’istruzione universitaria agli studenti poveri e della classe operaia attraverso una miriade di misure, come l’esclusione finanziaria, rendendo l’istruzione universitaria più costosa quindi fuori portata della maggioranza.

Anche se queste università sono finanziate dallo Stato, hanno fatto affidamento sul concetto di autonomia istituzionale e libertà accademica per radicare programmi antipopolari e dare impulso a programmi neoliberali. Ricevono investimenti pro capite dal settore privato maggiori rispetto alle università non bianche, che restano marginali e quasi università “di campagna” nel Sudafrica del post-apartheid.

La richiesta dell’istruzione gratuita per i poveri e la trasformazione dalle fondamenta dell’istruzione superiore forniranno le basi per la de-mercificazione dei servizi di base come l’istruzione, la sanità e la casa.

Siamo certi che le richieste e la lotta per l’istruzione gratuita sono raggiungibili nel contesto della creazione di alternative. Il ministro per l’Istruzione superiore e la formazione, Blade Nzimande, che è il Segretario generale del SACP, sostiene che per finanziare un’istruzione gratuita per i poveri, la strada da percorrere è tassare di più i ricchi e/o attraverso imposte sulle società o di altro tipo.

Costruire alternative

Il 5 novembre cade il 10° anniversario della sconfitta del Trattato di libero scambio delle Americhe (ALCA) con l’introduzione dell’ALBA – Alleanza bolivariana per i Popoli della Nostra America. ALBA è una “alleanza politica, economica e sociale, in difesa dell’indipendenza, dell’autodeterminazione e dell’identità dei popoli che la compongono”, che ora comprende undici Stati dell’America Latina e dei Caraibi.

Efe Can Gürcan e Onur Bakiner nel descrivere la prassi anti-egemonica in atto in America Latina sostengono che “l’integrazione regionale post-neoliberale è emersa come una alternativa politica, economica e culturale all’egemonia neoliberale” nel continente sudamericano, in particolare attraverso organizzazioni regionali come ALBA.

Crediamo sia importante sostenere gli sviluppi dell’integrazione regionale in America Latina, come pure i tentativi di costruzione di alternative popolari reali all’imperialismo e all’egemonia nordamericana. I modelli di integrazione sviluppatisi in America Latina sulla base del criterio solidaristico, reciprocamente vantaggiosi e fraterni, sono ricchi di importanti lezioni per i progressisti e i comunisti di tutto il mondo.

E’ in questo quadro che il SACP vede nel blocco Brasile-Russia-India-Cina-Sud Africa (BRICS) e nelle sue implicazioni una forma di lotta contro l’imperialismo attuale e l’egemonia capitalista, una strada da esplorare e da sviluppare ulteriormente. A tal fine, convocheremo un seminario internazionale sui BRICS, che riunirà i Partiti comunisti dei paesi componenti i BRICS e quelli degli altri paesi per approfondire la rilevanza di questo blocco nella politica contemporanea, con lo scopo di sondare l’efficacia di questo modello di integrazione fuori dalla sfera di influenza dell’imperialismo nordamericano ed europeo.

Riteniamo inoltre l’iniziativa “una Cintura, una Via” della Repubblica Popolare Cinese vantaggiosa per i collegamenti che mette in campo. Tale progetto, conosciuto anche come la “Cintura economica della Via della seta” e “Via marittima della seta del XXI secolo”, è stato sviluppato dal governo cinese con l’obiettivo di una integrazione economica fra i paesi di Asia, Europa e Africa, lungo cinque direttrici.

Esso mira a: collegare la Cina all’Europa attraverso l’Asia centrale e la Russia; collegare la Cina al Golfo Persico attraverso l’Asia centrale; riunire Cina, Sud-Est asiatico, Asia meridionale e Oceano Indiano. Inoltre, l’iniziativa intende utilizzare i porti costieri per collegare la Cina all’Europa attraverso il Mar Cinese Meridionale e l’Oceano Indiano; e collegare la Cina all’Oceano Pacifico meridionale attraverso il Mar Cinese Meridionale.

Hamas in visita in Sudafrica

Recentemente l’ANC, che guida l’Alleanza, ha invitato Hamas in Sudafrica per una serie di scambi e di equi impegni reciproci. Hamas, capeggiata dal suo leader Khaled Mish’al è stata accolto con entusiasmo nel paese e ha avuto numerosi incontri con vari esponenti politici, tra cui uno importante con la dirigenza del SACP.

Il SACP si è impegnato a continuare a fare pressione contro l’apartheid di Israele e a lavorare per la realizzazione degli obiettivi di autodeterminazione del popolo palestinese. Incoraggiamo e condividiamo le lotte e le campagne di piattaforme come quella del Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni (BDS) attive nel paese e lavoreremo per ampliarne e approfondirne l’impatto. I palestinesi soffrono da generazioni nei campi e nelle prigioni dell’apartheid israeliana, subiscono la tortura, la morte e i bombardamenti israeliani di scuole e case.

Il capitalismo è in crisi

Mentre è indispensabile pensare a interventi a breve termine per salvare posti di lavoro, per fronteggiare i livelli di crisi e di indebitamento delle famiglie e molto altro ancora, non dobbiamo mai perdere di vista le caratteristiche strutturali e profondamente radicate della crisi del capitalismo, in Sudafrica e nel mondo. Dal 2008 l’epicentro della crisi globale del capitalismo si è spostata da Wall Street all’Islanda, dal Portogallo alla Grecia e Porto Rico, fino ai mercati azionari cinesi. Una “soluzione” dopo l’altra che si è tradotta semplicemente nello scoppio di un’ulteriore crisi altrove.

Ovunque i poveri, la classe operaia e i contadini, le ampie fasce dei ceti medi a livello globale stanno soffrendo, mentre quel “uno per cento” della classe dei rentier diventa sempre più disgustosamente ricco. La morte scandalosa di decine di migliaia di profughi disperati nel Mediterraneo e in Europa, che fuggono la povertà e la destabilizzazione imperialista suscitata in Siria, Libia e altrove, è un’altra manifestazione della profondità della crisi del capitalismo.

Il capitalismo è in crisi. Il nostro compito non è quello di salvare il capitalismo dalla sua crisi, ma salvare l’umanità e il pianeta dal capitalismo!

Il socialismo è il futuro! Costruiamolo ora!