Il contributo dei comunisti portoghesi al dibattito in corso nel movimento comunista internazionale

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Traduzione di Marx21.it

Intervento del Partito Comunista Portoghese al 17° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai (Istanbul, 30 ottobre-1 novembre 2015)

Il Partito Comunista Portoghese saluta i Partiti presenti al 17° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai e, particolarmente, il Partito Comunista (Turchia) che ospita l’Incontro, riaffermando il nostro impegno a contribuire al rafforzamento della nostra cooperazione e solidarietà internazionalista.

In questa occasione, il PCP esprime la sua solidarietà ai comunisti, ai lavoratori e al popolo turco e alla loro lotta contro l’oppressione e lo sfruttamento e per la libertà, la democrazia, per i loro diritti, per la giustizia e progresso sociale.

Ed esprime anche la sua solidarietà ai popoli del Medio Oriente e, in particolare, al popolo palestinese e alla sua lotta per il diritto a una patria indipendente, sovrana e vivibile, e al popolo siriano e alla sua lotta per la pace, la sovranità e l’indipendenza del proprio Paese.

Partecipiamo a questo Incontro con la convinzione che esso renderà possibile un utile scambio di opinioni e un contributo all’azione comune e convergente tra i nostri partiti.

I

Secondo il PCP, continuano ad essere presenti e a segnare l’attuale evoluzione della situazione internazionale quattro tratti e tendenze fondamentali che si stanno anche accentuando: l’approfondimento della crisi strutturale del capitalismo; un immenso processo di riaggregazione delle forze, in cui il declino relativo degli USA (e delle potenze del G7) e l’ascesa economica della Cina (e della dinamica dell’insieme dei BRICS) sono elementi salienti; la continuazione della resistenza e della lotta dei lavoratori e dei popoli in difesa dei loro diritti e sovranità; e la brutale offensiva sfruttatrice, oppressiva e aggressiva dell’imperialismo, con cui si cerca di contrastare le tendenze prima segnalate.

Una situazione internazionale che si caratterizza per la grande instabilità e incertezza e in cui sono possibili inaspettati e rapidi sviluppi.

Avendo come sfondo la crisi strutturale del capitalismo, va rilevato che, oltre al fatto che la ampia e prolungata crisi ciclica esplosa nel 2008 negli USA continua a non essere superata – e le cui onde d’urto continuano a propagarsi e ad avere molteplici espressioni –, si mantengono e si accentuano i fattori che, accumulandosi, faranno esplodere nuovi episodi di crisi che avranno molte e significative ripercussioni.

La situazione economica, in particolare nelle principali potenze capitaliste, continua ad essere caratterizzata da una crescita anemica, dalla stagnazione e dalla minaccia di recessione, nel quadro di una violenta offensiva che intensifica lo sfruttamento, attacca diritti del lavoro e sociali, promuove la disoccupazione e la precarietà, privatizza servizi pubblici e funzioni sociali dello Stato, aumenta le disuguaglianze sociali, aggrava la depredazione delle risorse e favorisce la sempre maggiore concentrazione e centralizzazione del capitale.

Un’offensiva che continua ad essere accompagnata dalla limitazione delle libertà e della democrazia, dall’attacco alla sovranità e all’indipendenza nazionali, dall’azione di “sbiancamento” del fascismo e dall’anticomunismo e che configura una regressione della dimensione di civiltà.

Sebbene in un quadro di concertazione-rivalità inter-imperialista, continui a essere predominante la concertazione di classe, contro i lavoratori e contro i popoli – in cui, per esempio, si inquadrano i cosiddetti TPP e TTIP –, con l’aggravamento della crisi, le contraddizioni tra le grandi potenze imperialiste tenderanno ad acutizzarsi.

Allo stesso tempo, si sono verificati significativi sviluppi nell’ampio processo di riaggregazione delle forze che avviene su scala mondiale, il senso della cui evoluzione occorre continuare a seguire. Un processo che, sebbene complesso e contraddittorio, secondo il PCP, continua a presentarsi come un fattore di contenimento dell’instaurazione del “nuovo ordine mondiale” egemonizzato dall’imperialismo nordamericano e che può aprire prospettive positive nell’evoluzione del rapporto di forze a livello mondiale.

Processo in cui si sono formati e consolidati alleanze e spazi di cooperazione e integrazione multilaterale, con le contraddizioni inerenti alle differenti realtà economiche e politiche dei paesi che ne fanno parte. In questo quadro, ALBA rappresenta un salto qualitativo della cooperazione, su  base antimperialista, sovrana, solidale, socialmente orientata ed equa, con ripercussioni nel continente americano e sul piano internazionale.

Come “uscita” dalla profonda crisi in cui il capitalismo si dibatte, per far fronte al processo di riaggregazione delle forze e contenere la conseguente resistenza e lotta dei lavoratori e dei popoli, i circoli più reazionari e aggressivi dell’imperialismo puntano, in un modo sempre più inquietante, sulla minaccia del fascismo e della guerra.

Ricorrendo a campagne di disinformazione e ai pretesti più manipolatori, sfidando la Carta dell’ONU e la legalità internazionale, l’imperialismo, sotto la guida dell’imperialismo nordamericano, rafforza le sue alleanze politico-militari – in particolare la NATO, che svolge attualmente una delle sue maggiori manovre militari in Portogallo, Spagna e Italia –, fomenta il militarismo, moltiplica i focolai di tensione e destabilizzazione, incrementa l’ingerenza, promuove e strumentalizza gruppi fascisti e xenofobi e la loro azione terrorista, mettendo in atto un permanente stato di guerra contro tutti coloro che resistono o ritiene essere un ostacolo all’imposizione della sua supremazia mondiale.

Sono manifestazioni della scalata bellicista dell’imperialismo: l’aggressione contro la Siria e la colonizzazione della Palestina da parte di Israele; la deriva fascistizzante in Ucraina e il militarismo degli USA, della NATO e dell’UE, con di mira la Federazione Russa; le operazioni di destabilizzazione e ricolonizzazione in Africa; la militarizzazione dell’Africa e del Pacifico da parte degli USA e del Giappone, con la Cina considerata “avversario strategico”; il blocco contro Cuba e la destabilizzazione del Venezuela e di altri paesi dell’America Latina.

70 anni dopo la Vittoria sul nazi-fascismo, la scalata aggressiva dell’imperialismo rappresenta una seria minaccia per la pace, che rende possibili la deflagrazione di più gravi conflitti e il pericolo di una nuova guerra dalle catastrofiche dimensioni – anche se ciò non significa che la guerra sia inevitabile.

Riteniamo che assuma particolare importanza la ricerca della convergenza dei comunisti e di altre forze di progresso sociale e di liberazione nazionale attorno alla lotta contro il fascismo, il militarismo e la guerra, costruendo un ampio fronte antimperialista, rafforzando il movimento per la pace e la solidarietà con i popoli, contro la NATO, per il disarmo, per la libertà, l’indipendenza e la sovranità nazionale, la democrazia.

Nella concezione del PCP, è allargando e non restringendo la base sociale e politica del movimento della pace che si rafforza la lotta per profonde trasformazioni sociali e il socialismo.

In un contesto che è ancora di resistenza e di accumulazione delle forze sul piano mondiale, la resistenza e la lotta dei lavoratori, dei popoli e di Stati in difesa dei loro diritti e sovranità è una realtà che importa valorizzare e salutare.

Resistenza e lotta che – in condizioni molto differenti, complesse e difficili che si propongono obiettivi immediati diversi – ha inferto importanti rovesci all’imperialismo e ottenuto progressi che è importante difendere e consolidare. Occorre rilevare la situazione in America Latina e nei Caraibi dove processi di affermazione sovrana, progressista e rivoluzionaria resistono all’offensiva dell’imperialismo e rappresentano un importante stimolo per la lotta dei lavoratori e dei popoli.

Sebbene l’attuale situazione internazionale sia caratterizzata da grandi pericoli, la realtà comunque conferma l’esistenza di grandi potenzialità per lo sviluppo della lotta nel senso dell’emancipazione sociale e nazionale.

La lotta dei lavoratori e dei popoli può fermare i settori più reazionari e aggressivi dell’imperialismo, imporre loro battute d’arresto, sconfiggere l’offensiva di sfruttamento e di oppressione nazionale, ottenere importanti conquiste e trasformazioni progressiste e rivoluzionarie.

II

Persiste la profonda crisi dell’Unione Europea e, in particolare, della Zona Euro dove, sempre più, si rendono evidenti le serie difficoltà e contraddizioni in cui si dibatte il processo di integrazione capitalista europeo e la tendenza a rispondere con una sempre maggiore centralizzazione del potere economico e del potere politico, con il rafforzamento delle loro basi neoliberale, federalista e militarista.

Nell’analisi del PCP, l’evoluzione della situazione nell’Unione Europea – in cui il processo attorno alla Grecia è particolarmente chiarificatore – si pone in evidenza che gli orientamenti e i limiti imposti dall’Unione Europea e dall’Euro rappresentano inaccettabili vincoli allo sviluppo delle politiche a favore dei legittimi interessi e aspirazioni dei popoli, rispettose della loro volontà e sovranità.

Una situazione che non solo dimostra la chiara scelta di classe dell’Unione Europea e delle sue politiche che si basano sulla regressione economica e sociale e sull’imposizione di relazioni che assumono un carattere neocoloniale, ma anche l’evidente limite con cui si portano avanti tali politiche senza affermare coerentemente il diritto di ciascun popolo alla scelta sovrana di sviluppo.

Una situazione che dimostra non l’inevitabilità della posizione di sottomissione di fronte alle imposizioni e ricatti dell’Unione Europea, ma bensì la necessità della resistenza, del confronto e della rottura con gli strumenti di dominio politico ed economico sovranazionali dell’integrazione capitalista europea.

Una situazione che evidenzia l’importanza della questione nazionale e del suo collegamento con la questione di classe, a conferma dell’importanza dell’elemento nazionale come campo determinante della lotta e dell’esercizio e affermazione della sovranità nazionale come condizione per la difesa e la conquista di diritti e progressi dei processi trasformatori.

Avendo nell’Euro uno dei suoi più importanti strumenti di dominio politico ed economico, l’Unione Europea non esita a calpestare i valori fondamentali che ipocritamente proclama – come la democrazia e la solidarietà – per imporre le politiche di sfruttamento dei lavoratori e a favore del grande capitale.

Si rileva che il brutale affronto alle scelte democratiche dei popoli da parte dell’Unione Europea non risulta dalla “rimozione dei valori fondamentali” a cui sarebbe necessario ritornare o dalle “imperfezioni” nel processo di integrazione e nei ritardi nell’approfondimento del federalismo, ma è prima di tutto prodotto della costruzione di un sistema di potere sovranazionale al servizio del grande capitale e delle grandi potenze.

Potere sovranazionale che i comunisti e altre forze progressiste devono affrontare – non aprendo spazi per la crescita del nazionalismo reazionario e di forze xenofobe, razziste e fasciste – per assicurare il diritto dei popoli a decidere la propria strada.

Il PCP ritiene che l’Unione Europea non è riformabile, che ogni nuovo passo nel processo di integrazione capitalista europeo ha rappresentato e continuerà a rappresentare accresciuti attacchi ai diritti dei lavoratori e alla sovranità dei popoli.

In Portogallo, il PCP continua a combattere con fermezza le politiche dell’Unione Europea che attentano contro diritti sociali e del lavoro, lo sviluppo del Paese e la sovranità nazionale e che contribuiscono all’approfondimento della regressione sociale e al declino economico.

Il PCP ritiene che una politica veramente impegnata con i valori della giustizia e progresso sociale, dello sviluppo, della democrazia, della sovranità e indipendenza nazionale, esige la liberazione del Portogallo dai vincoli e gli strumenti di dominazione dell’Unione Europea, dell’Euro, del Trattato di Bilancio, della Governance economica, delle politiche comuni.

L’evoluzione della situazione nell’Unione Europea dimostra la necessità e l’urgenza della rinegoziazione del debito portoghese nei suoi termini, montanti e interessi e dello studio e preparazione alla liberazione del Paese dalla sottomissione all’Euro – per poter resistere a processi di ricatto e a garantire la sua sovranità monetaria, di bilancio ed economica.

In Portogallo, sarà con una politica patriottica e di sinistra che sarà possibile assicurare lo sviluppo e il progresso economico e sociale e rompere con il corso del declino e dell’abdicazione nazionale. E’ la strada dell’affermazione sovrana, che fa leva sulla volontà e la partecipazione del popolo portoghese, che il PCP è determinato a percorrere.

Il PCP, avendo fiducia nel popolo portoghese e negli altri popoli di Europa, è profondamente convinto che sarà possibile costruire un’Europa di cooperazione tra Stati sovrani e uguali in diritti, di progresso e di pace, di un’Europa che corrisponda agli interessi e alle aspirazioni dei lavoratori e dei popoli.

III

Quale risultato di una politica subordinata agli interessi del capitale monopolista e dell’integrazione capitalista europea, la situazione in Portogallo è caratterizzata dal declino economico, dalla regressione sociale, dalla dipendenza esterna e dall’impoverimento del regime democratico – politica di destra realizzata nel corso degli ultimi decenni da governi PS, PSD e CDS, in permanente confronto con la Costituzione portoghese.

In questo quadro, il PCP lotta per la rottura con la politica di destra e per la costruzione di una politica alternativa, patriottica e di sinistra , che si basi sulla crescita economica e sull’occupazione, sulla valorizzazione dei lavoratori e dei loro redditi, sul recupero da parte del Paese delle sue risorse e settori strategici, sulla difesa dei servizi pubblici e delle funzioni sociali dello Stato e sulla affermazione del diritto del Portogallo a uno sviluppo sovrano.

L’evoluzione recente della situazione politica in Portogallo è segnata dai risultati delle elezioni legislative svoltesi il 4 ottobre, che hanno dato origine a un nuovo quadro politico, ancora in sviluppo e dall’esito incerto.

Di queste elezioni vanno messi in evidenza due elementi: la continuazione della progressione elettorale della CDU – coalizione elettorale formata dal PCP e dal Partito Ecologista “I Verdi” (PEV) – e la sconfitta della coalizione PSD/CDS, che ha perso la maggioranza assoluta nel Parlamento.

Un tale risultato ha creato una nuova situazione che permette di interrompere l’azione distruttrice di PSD/CDS e la base per un’altra soluzione governativa, che vada incontro alle più urgenti aspettative e necessità dei lavoratori, del popolo e del Paese.

Questa è la ragione per cui, nonostante le profonde differenze, ammettiamo di discutere con il Partito Socialista la possibilità di aprire la strada a questa soluzione. Questo è’ il momento in cui ci troviamo.

Affermando la sua indipendenza politica e ideologica, persistendo nella lotta per un’alternativa patriottica e di sinistra, che rompa con la politica della destra, e per il suo Programma di una democrazia avanzata, il PCP contribuirà sempre a tutte le misure che siano utili per i lavoratori, il popolo e il Paese e si opporrà sempre a tutto ciò che significhi più sfruttamento, impoverimento, ingiustizie sociali e declino nazionale.

E’ in questo quadro che, evidenziandosi l’insostituibile ruolo del PCP nella lotta per un’alternativa alla politica della destra, si intensificano gli attacchi anticomunisti e antidemocratici e si agita la catastrofe economica e finanziaria che risulterebbe dalla punizione dei “mercati” e delle cosiddette “istituzioni” straniere.

Mentre altri dicono di vedere nel coerente intervento del PCP – per trovare soluzioni che impediscano la continuazione del governo PDC/CDS e della sua politica – l’abbandono del suo programma elettorale e anche della sua natura di classe e identità rivoluzionaria.

A quelli che, sia dal punto di vista della destra – con accenti fascisti – che della “sinistra” –     parolaia e pseudo-rivoluzionaria – accusano il PCP di ogni genere di passo falso, affermiamo che la storia, la coerenza rivoluzionaria del PCP, il riconosciuto rispetto dei comunisti portoghesi per la parola data parlano da soli.

Si sottolinea che la sconfitta elettorale di PSD/CDS e le possibilità offerte dalla nuova conformazione del quadro politico e di partito portano il segno determinante, non solo della grande campagna politica di massa che la CDU ha realizzato, ma soprattutto della tenace lotta che i lavoratori e il popolo portoghese hanno condotto nel corso degli ultimi anni e in cui riveste un ruolo  determinante il movimento sindacale unitario, la CGTP-IN – la grande centrale sindacale dei lavoratori portoghesi.

Lo sviluppo delle lotte per rivendicazioni concrete e urgenti dei lavoratori, la lotta degli altri settori e strati sociali anti-monopolisti per i loro diritti, interessi e aspirazioni, rappresentano la base per lo sviluppo della lotta di massa e per la convergenza attorno all’obiettivo della sconfitta della politica di destra e della realizzazione di una politica patriottica e di sinistra – politica che si scontra con gli interessi e il potere dei grandi monopoli e dell’imperialismo.

Al pari di un intervento diversificato e di una pronta iniziativa politica, del necessario sviluppo della lotta di massa, come pure della preparazione delle elezioni presidenziali – alle quali partecipa con un proprio candidato, che interviene in difesa del regime democratico consacrato nella Costituzione portoghese e per un Portogallo dei Valori della Rivoluzione di Aprile –, il PCP pone come obiettivo essenziale il suo rafforzamento organico.

Assolvendo al proprio ruolo internazionalista nella lotta dei lavoratori e dei popoli, il PCP riafferma la sua natura e identità comunista nella lotta per la realizzazione di una politica patriottica e di sinistra, in rottura con la politica di destra, per una democrazia avanzata, che proietti i Valori di Aprile nel futuro del Portogallo, parte integrante della costruzione di una società nuova, libera dallo sfruttamento e dall’oppressione: il socialismo e il comunismo.

IV

L’esperienza storica del movimento comunista dimostra che la lotta per il socialismo è un processo complesso, irregolare e accidentato, con tappe e fasi intermedie e che comporta imprevisti e svolte inaspettati.

Ai comunisti si pongono compiti particolarmente impegnativi e complessi, che non possono contare su soluzioni facili e che impongono di essere preparati a tutte le situazioni.

Viviamo tempi che reclamano molta fermezza ideologica, molta disponibilità rivoluzionaria, molta capacità organizzativa e l’esistenza di Partiti Comunisti forti, determinati e convinti.

Il PCP ritiene che, nel quadro della grande diversità di situazioni in ogni paese (particolarità nazionali, tappa della rivoluzione, compiti immediati, ecc.) il compito centrale sia rappresentato dal  rafforzamento dei partiti comunisti con il loro radicamento tra la classe operaia e nella realtà nazionale dei rispettivi paesi e il rafforzamento della loro cooperazione internazionalista.

La gravità dell’attuale momento nella situazione internazionale, le sfide, le minacce, le potenzialità che essa comporta, esigono un grande sforzo perché il movimento comunista sia all’altezza della risposta ai problemi, ai bisogni e alle aspirazioni dei lavoratori e dei popoli.

Nel frattempo, ad opinione del PCP, continuano ad essere motivo di preoccupazione concezioni e pratiche che non solo non contribuiscono al rafforzamento e all’unità del movimento comunista – compresa l’unità nell’azione dei comunisti e di questi con altre forze progressiste e antimperialiste contro il nemico comune – ma introducono difficoltà nell’esame franco e fraterno dei problemi comuni e nella loro cooperazione e solidarietà reciproca.

La diversità delle situazioni in ogni paese determina obiettivi e compiti immediati anche diversificati, essendo ancora presenti analisi diverse su importanti questioni di teoria, di storia e di strategia del movimento comunista internazionale. Ma ciò non deve rappresentare ostacolo alla cooperazione. Da parte nostra, senza ignorare l’importanza di tali differenze e anche divergenze, pensiamo che debba essere valorizzato ciò che ci unisce e promuovere l’azione comune e convergente attorno a questioni di interesse comune.

Agendo in accordo con i principi dell’internazionalismo proletario e del mutuo relazionarsi, il PCP riafferma il suo impegno a trovare soluzioni che rendano possibile superare le difficoltà e e che contribuiscano al rafforzamento del movimento comunista e rivoluzionario internazionale e della sua cooperazione e solidarietà internazionaliste.

In questo quadro, il PCP valorizza il processo degli Incontri Internazionali dei Partiti Comunisti e Operai, tenendo presente nel suo intervento le linee di azione comune e convergente adottate al 16° Incontro Internazionale svoltosi a Guayaquil, in Ecuador, di cui sono esempio: la commemorazione del 70° anniversario della Vittoria sul nazi-fascismo; la condanna della NATO e la denuncia del suo carattere aggressivo e, in particolare, delle sue manovre in Portogallo, Spagna e Italia; la solidarietà con i partiti comunisti vittime della repressione anticomunista, come in Ucraina; la solidarietà con il popolo palestinese che ha visto il PCP partecipare alla delegazione dei Partiti comunisti che, nel quadro del processo degli Incontri, si è recata in Palestina e in Israele; la lotta per la liberazione dei cinque patrioti cubani e per la fine del blocco degli USA a Cuba; e la solidarietà con i popoli vittime dell’ingerenza e aggressione imperialista.

Nell’attuale quadro internazionale, il PCP riafferma la particolare importanza dello sviluppo della cooperazione dei partiti comunisti con altre forze democratiche, progressiste e antimperialiste, affermando i suoi propri obiettivi, senza diluire la sua identità, ma contribuendo allo scambio di esperienze, per l’unita d’azione su obiettivi concreti e per l’allargamento e la maggiore espressione del fronte antimperialista.

In tal senso e sul piano europeo, il PCP reitera la necessità dello sviluppo della cooperazione dei partiti comunisti e di questi con altre forze progressiste, nel rispetto delle differenze di situazione, riflessione e proposta, contribuendo a mettere in primo piano l’azione comune e convergente attorno alle questioni più sentite dai lavoratori e dai popoli e la lotta contro l’Unione Europea e per un’altra Europa di cooperazione, di progresso e di pace.

In tal senso, il PCP fa parte del Gruppo Confederale della Sinistra Unitaria/Sinistra Verde Nordica (GUE/NGL) nel Parlamento Europeo, nel rispetto della sua natura confederale, della sua identità – alternativa alla socialdemocrazia e alla destra – e della sua indipendenza in relazione ad altri spazi di cooperazione in strutture – come il Partito della Sinistra Europea.

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Come sappiamo, i pericoli derivanti dall’approfondimento delle contraddizioni del capitalismo non devono essere sottovalutati, ma siamo fiduciosi che, attraverso lo sviluppo della lotta di massa e  dell’azione solidale dei comunisti e delle altre forze progressiste e amanti della pace di tutto il mondo, è possibile allontanare tali pericoli e avanzare sulla strada della trasformazione sociale e del superamento rivoluzionario del capitalismo.

Davanti alla natura sfruttatrice, oppressiva, aggressiva e predatoria del capitalismo il PCP ritiene che si evidenzi sempre più l’attualità e l’importanza dell’ideale e del progetto comunista, la necessità di una società nuova, del socialismo e del comunismo: con diversificati percorsi e fasi, è questa la grande prospettiva che si pone ai lavoratori e ai popoli di tutto il mondo.