I comunisti russi considerano la Cina un esempio per tutto il mondo

bambini pccdi Dmitry Novikov, Vice Presidente del Comitato Centrale del Partito Comunista della Federazione Russa

da https://kprf.ru

Traduzione dal russo di Mauro Gemma per Marx21.it

Nella lotta contro la pandemia di coronavirus, la Cina ha dimostrato l’efficacia del suo sistema socioeconomico e l’esempio della RPC è un esempio per tutti i paesi del mondo, è quanto sostiene Dmitry Novikov. 


Offriamo all’attenzione dei nostri lettori il testo dell’intervista a Dmitry Novikov a cura di Xinhua.

– Tra un anno, il Partito Comunista Cinese celebrerà il centenario della sua formazione. Come giudica il ​​ruolo e il posto del PCC nella storia della Cina, quanto sono realistici gli obiettivi che intende raggiungere nel suo centenario?

– Le epoche storiche sono diverse. Alcune sono come un fiume paludoso che scorre lentamente. Ma lo sviluppo della Cina nell’ultimo secolo ricorda un torrente di montagna in tempesta. All’inizio del ventesimo secolo, il vostro paese stava attraversando un periodo di umiliazioni e sventure. La grande civiltà, che ha dato all’umanità così tante scoperte, era sotto il giogo di spietati colonialisti.

Era necessaria una forza che potesse unire i lavoratori e rilanciare il Paese. I patrioti cinesi – operai, contadini, studenti, intellighenzia progressista – identificavano una tale forza nelle idee dei bolscevichi russi. Anche lo studioso e filosofo Bertrand Russell se ne rese conto. Dopo aver visitato la Cina nel 1920, scrisse degli studenti di questo paese: “Erano tutti bolscevichi … Non c’erano limiti ai sacrifici che erano disposti a fare per il loro paese. L’atmosfera era elettrizzata dalla speranza di un grande risveglio”.

La creazione del Partito Comunista Cinese nel 1921 è stato un evento di enorme importanza. Le sue idee sono diventate una forza vitale, che ha permesso di alleviare l’oppressione straniera e intraprendere il cammino verso il socialismo. I comunisti hanno guidato la lotta per la liberazione e l’unificazione del paese. Il risultato è stato la proclamazione della Repubblica Popolare Cinese.

Di fronte si presentava un lavoro complesso per superare gli effetti dell’oppressione, della frammentazione e dell’arretratezza economica. In questo, la RPC è stata fortemente sostenuta dall’Unione Sovietica. Sotto la guida del PCC, la Cina è diventata una potenza industriale con un grande peso sulla scena mondiale. La leadership cinese, guidata da Deng Xiaoping, non ha seguito il percorso distruttivo di Gorbaciov e di Eltsin. Avendo iniziato nel 1978 una “politica di riforma e apertura”, la Cina non ha abbandonato la costruzione del socialismo. Ha mantenuto il sistema di pianificazione e le priorità dello sviluppo sociale, rafforzato il ruolo guida del Partito Comunista. Tutto ciò si riflette nel concetto di socialismo con caratteristiche cinesi.

Il compagno Xi Jinping sottolinea: “Fin dalla sua creazione, il Partito Comunista Cinese ha considerato la realizzazione del comunismo come il suo obiettivo e l’ideale supremo”. La fedeltà alle idee con il loro sviluppo creativo, la capacità di reagire ai cambiamenti globali hanno prodotto risultati incredibili. La Cina moderna è leader nell’economia globale. Passo dopo passo, raggiunge le vette dello sviluppo scientifico e tecnologico. Il modello cinese si rivela una vera alternativa alla globalizzazione capitalista con la sua disuguaglianza, la povertà e innumerevoli minacce.

Il PCC si è impegnato a superare la povertà e a costruire una società a medio reddito per il suo centenario. Sono sicuro che questo compito sarà completato. Né la pandemia di coronavirus né la rabbia di stranieri rosi dall’invidia di Pechino potranno impedirlo. Non ho dubbi sulla costruzione di una potenza socialista ricca e potente, democratica e civile, armoniosa e modernizzata in occasione del 100° anniversario della RPC nel 2049. La condizione per queste vittorie è il ruolo guida del PCC, fiore all’occhiello e organizzatore della modernizzazione socialista.

– Il PCC presta grande attenzione al miglioramento del sistema di gestione nel partito e nello stato, combattendo la corruzione e le manifestazioni di lassismo dei lavoratori del partito e dei dipendenti pubblici. Perché il compito di creare un meccanismo sistemico a lungo termine di autopulizia, auto-miglioramento, lotta alla corruzione e alla decomposizione del partito e dell’apparato statale è diventato così importante?

– Anche il Paese più forte è vulnerabile se i suoi quadri dirigenti non si occupano del bene pubblico, ma degli interessi personali. Negli anni ’80, parte dell’apparato statale in URSS fu investita dal filisteismo, dall’influenza del denaro e da altri vizi. Per alcuni, l’Occidente era diventato un ideale. Credevano in un quadro fantastico creato da propagandisti borghesi e antisovietici e non vedevano che il vero Occidente è intriso di disuguaglianza e povertà. Il risultato è stato tragico. I nemici del socialismo sono saliti al potere nel PCUS, il che ha portato alla distruzione dell’URSS.

Della minaccia di tali tendenze è ben consapevole la leadership del PCC, guidata da Xi Jinping. Al 18° Congresso del Partito, si è posto il compito di combattere senza pietà la corruzione. Tolleranza zero per i crimini dei dirigenti, e assenza di “aree riservate” allo scopo di sconfiggere il male: tutto questo viene messo in pratica.

È importante che le condizioni che favoriscono la corruzione vengano distrutte. Ciò è facilitato da: rigorosa gestione interna del partito, disciplina costante, una feroce lotta contro il formalismo, la burocrazia, l’edonismo e la ricerca del lusso. Secondo Li Keqiang, “È necessario intensificare il lavoro nella costruzione di organi governativi incorruttibili, per punire in modo decisivo la corruzione”. Per raggiungere questo obiettivo, la leadership cinese ha la volontà e dispone di tutti gli strumenti.