di José Reinaldo Carvalho
da www.zereinaldo.blog.br
L’intervento pronunciato dal Segretario per la politica e le relazioni internazionali del Partito Comunista del Brasile (PCdoB) al 17° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai (Istanbul, 30 ottobre–1 novembre 2015)
1 – Nel momento in cui si svolge il nostro 17° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai, il braccio armato dell’imperialismo statunitense e dell’Unione Europea – Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO) – sta attuando in Europa, specialmente nei territori dell’Italia, della Spagna e del Portogallo, gigantesche esercitazioni militari battezzate Trident Juncture. Nelle manovre sono mobilitati 36.000 soldati, più di 230 unità terrestri, aeree e navali e forze operative speciali di più di 30 paesi membri dell’Alleanza Atlantica e suoi alleati, più di 60 imbarcazioni e 140 aerei da guerra, oltre ad altra attrezzatura dell’industria militare di 15 paesi per verificare di quali armi la NATO abbia bisogno nel processo di “rinnovamento” che sta sviluppando. Uno degli obiettivi proclamati dalle attuali manovre è testare la Forza di Risposta Rapida dell’Alleanza Atlantica, per estendere ancora di più la sua area di influenza e intervento, dall’Europa all’Africa e all’Asia, con una prospettiva globale.
Questo evento di per sé solamente è rivelatore del grado di militarizzazione raggiunto dalla strategia delle grandi potenze imperialiste che usano la loro potenza bellica, comprese le armi nucleari e altre di distruzione di massa, oltre a quelle convenzionali, per ricattare i popol e imporre politiche lesive dei diritti delle maggioranze e delle sovranità nazionali. Gli Stati Uniti e i loro alleati promuovono la crescente militarizzazione del pianeta, disseminano basi militari accerchiando tutti i continenti, dominano i mari, i continenti e lo spazio siderale, oltre che controllare e promuovere la scalata nucleare. E’ in questo quadro che cresce il ruolo della NATO che attualizza la sua concezione strategica, in cui la cosiddetta difesa collettiva è centrata su interventi in altre regioni del mondo. In America Latina gli Stati Uniti mantengono le loro basi militari e la 4° Flotta, che minacciano una regione che si è proclamata solennemente “zona di pace”. La stessa cosa avviene in relazione ai continenti africano e asiatico.
2 – La vita ha confermato le opinioni dei comunisti in merito allo sviluppo della situazione internazionale. Gli avvenimenti internazionali assumono sempre più un percorso pericoloso, si intensificano le politiche aggressive delle potenze imperialiste, che mettono a rischio la pace mondiale, la sicurezza internazionale e violano i diritti dei popoli e nazioni.
3 – Aspetto che condiziona la situazione internazionale è la crisi sistemica, strutturale, multidimensionale del capitalismo. Sono fallite interamente le politiche che si presumono sanatorie dell’economia e delle finanze attuate dai governi conservatori e anche da governi che, pur proclamandosi di “centro-sinistra”, hanno messo in pratica gli orientamenti dell’oligarchia monopolista-finanziaria internazionale. Tali misure costituiscono nella loro essenza un sistematico attacco ai diritti economici e sociali dei lavoratori e dei popoli, ed anche alla sovranità dei paesi poco o mediamente sviluppati. La crisi del capitalismo, che si protrae già da molti anni, accentua i tratti della decadenza del capitalismo e del declino storico relativo dell’imperialismo statunitense. Liquidando conquiste storiche dell’umanità, il sistema capitalista si rivela incapace di assicurare sviluppo economico e sociale, democrazia, pace, giustizia e sostenibilità ambientale.
4 – Il mondo sta vivendo una situazione grave e pericolosa. E’ in gioco la nuova divisione del mondo, il saccheggio delle ricchezze nazionali, l’occupazione di territori, l’instaurazione di un ordine imperiale che oltre ad avere globalizzato l’economia, pretende di uniformare i regimi politici, la vita culturale all’ideologia borghese quale pensiero unico. Ciò che prevale nell’ordine mondiale continua ad essere la feroce offensiva dell’imperialismo statunitense per imporre il proprio dettame al mondo, il che fa crescere l’interventismo, le minacce e le aggressioni, colpendo le libertà e i diritti fondamentali, la sovranità e l’autodeterminazione dei popoli e nazioni.
5 – Il diritto internazionale e le istituzioni create per assicurare l’esercizio di relazioni internazionali democratiche e dell’uguaglianza sono strumentalizzati dagli interessi unilaterali delle potenze egemoniche che esercitano il loro dominio per mezzo delle politiche della forza. L’Organizzazione delle Nazioni Unite, per citare la più importante, creata 70 anni fa per per promuovere la coesistenza pacifica tra nazioni sovrane, assicurare l’equilibrio nel mondo, garantire l’applicazione delle norme del diritto internazionale, dirimere i conflitti internazionali e promuovere la pace mondiale, attua sotto la pressione delle potenze imperialiste che sempre più impongono il loro dettame al mondo con la forza. Frequentemente, queste potenze strumentalizzano il Consiglio di Sicurezza per legittimare interventi militari che si configurano come autentiche aggressioni a popoli e nazioni sovrane.
6 – Il mondo sta attraversando importanti trasformazioni geopolitiche: cambiamenti nel rapporto di forze, evoluzione delle contraddizioni inter-imperialiste, interventi militari, aumento della militarizzazione. Ma la situazione è anche rivelatrice delle possibilità di trasformazione e di risveglio delle speranze. Sorgono nuovi poli geopolitici, come riflesso dell’emergenza di nuovi blocchi economici e aumenta la resistenza e la lotta dei popoli, pur in un quadro di instabilità e incertezze. L’aggravamento della crisi comporta il sorgere di una nuova situazione geopolitica opposta alla prevalente distribuzione del potere nel mondo. Si apre un periodo di transizione i cui contorni non sono definiti, in cui si manifesta come fenomeno saliente il relativo declino dell’imperialismo statunitense, sebbene questa potenza detenga ancora la maggiore forza economica e militare, come pure la maggiore influenza politica e sia un impero che tenta con tutti i mezzi di assicurare la propria egemonia mondiale, costituendo il principale fattore di instabilità e promozione di aggressioni contro i popoli del mondo.
7 – Lo sfondo dei cambiamenti geopolitici è il conflitto tra due tendenze oggettive. Da un lato, l’imperialismo statunitense e l’Unione Europea animano la lotta per mantenere il dominio del mondo e concentrare ancora più potere. Dall’altro, si sviluppa una tendenza all’emergere di nuovi poli di potere politico, economico e militare, la cui maggiore espressione è l’ascesa vertiginosa della Cina, con il prodigioso sviluppo delle forze produttive, la crescita economica continua e con la prospettiva di trasformarsi negli anni a venire nella principale potenza economica e finanziaria del pianeta. Sono parte di questo fenomeno il rafforzamento del potere nazionale della Russia, dopo un momento di disintegrazione e di crisi economico-finanziaria, e l’emergere di potenze di dimensioni medie come India, Brasile e Sudafrica – il che ha dato origine alla formazione dei Brics, fattore rilevante nello sviluppo economico e politico del mondo. In questo stesso contesto di contraddizioni geopolitiche ed economico-finanziarie e della lotta per un nuovo ordine economico e politico, si osserva la costituzione di altri blocchi e alleanze come l’Organizzazione della Cooperazione di Shanghai, il Marcato Comune del Sud (Mercosul), l’Unione delle Nazioni Sudamericane (Unasul), la Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici (Celac), tra gli altri. Questi processi si sviluppano in mezzo all’aggravamento dei conflitti di classe, delle contraddizioni tra i paesi di Africa, Asia e America Latina e l’imperialismo, queste all’interno di una dinamica in cui si alternano la cooperazione e la rivalità.
8 – L’applicazione della strategia per la costruzione del cosiddetto “nuovo Medio Oriente”; l’aggressione alla Libia e il suo conseguente smembramento; la continua presenza di truppe statunitensi in Afghanistan; l’intervento in Siria; il golpe fascista in Ucraina, con l’appoggio delle potenze occidentali e le minacce di intervento in questo paese dell’Est europeo; Il proseguimento della politica di occupazione, colonizzazione, pulizia etnica e terrorismo dello Stato di Israele contro il popolo palestinese, con l’appoggio esplicito dell’imperialismo statunitense; l’adozione di una strategia militare rivolta all’Asia; i tentativi golpisti per far regredire le conquiste democratiche, patriottiche e sociali in America Latina, sono i tratti più evidenti di quella che definiamo l’offensiva brutale dell’imperialismo contro i popoli causa principale di instabilità e incertezze nel mondo contemporaneo.
9 – I comunisti sono solidali con la lotta eroica del popolo palestinese contro la politica genocida e oppressiva dello Stato di Israele, che usurpa le sue terre e lo sottomette a una crudele forma di neocolonialismo. Difendiamo il sacrosanto diritto di questo popolo alla costituzione del suo Stato indipendente e sovrano, nelle frontiere precedenti alla guerra del 1967, con capitale Gerusalemme Est e il ritorno dei rifugiati, in conformità con le decisioni dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. E salutiamo le recenti vittorie diplomatiche ottenute dai palestinesi nell’ambito delle Nazioni Unite.
10 – Allo stesso tempo, manifestiamo la nostra solidarietà al popolo siriano, lacerato dall’azione terrorista di bande finanziate e armate dalle potenze imperialiste che continuano a minacciare il paese di aggressione militare, innalzando cinicamente la bandiera dei “diritti umani” e della democrazia. Salutiamo i paesi e le forze politiche che, su richiesta del governo siriano, gli hanno fornito aiuto, compreso quello militare, per sbaragliare le bande terroriste. Non è altro che ipocrisia delle potenze imperialiste la critica che muovono all’intervento russo e il veto che oppongono all’ingresso dell’Iran nei negoziati per un’uscita politica dal conflitto in Siria, nel quadro della ricerca di una soluzione geopolitica adeguata al contesto del Medio Oriente.
11 – Salutiamo il popolo iraniano, vittorioso nei suoi sforzi per sconfiggere la politica delle sanzioni e far valere il suo diritto a sviluppare il programma nucleare con scopi pacifici e civili.
12 – Appoggiamo la lotta per l’indipendenza nazionale e il diritto al suo territorio del popolo della Repubblica Araba Saharawi e ci pronunciamo per la decolonizzazione completa del mondo, per l’indipendenza di Porto Rico e la restituzione delle Isole Malvine al popolo fratello e vicino dell’Argentina.
13 – In America Latina – scenario geopolitico in cui si attuano i cambiamenti progressisti in Brasile – le contraddizioni economiche e politiche hanno generato uno scenario di resistenza e lotta con peculiarità storiche, contro le dittature, la dominazione imperialista, il neoliberalismo, il conservatorismo, l’oppressione nazionale e di classe, il cui risultato è rappresentato dalle vittorie politiche ed elettorali di forze progressiste, democratiche e popolari, il che ha creato una tendenza per il raggiungimento di conquiste sul piano democratico, dei diritti sociali e dell’affermazione delle aspirazioni patriottiche dei popoli, ed anche dell’integrazione con sovranità.
L’America Latina vive, da quasi due decenni, una fase inedita nella sua storia politica, periodo in cui sono avvenute molte vittorie politiche elettorali, anche in Brasile, frutto dell’accumulazione di forze da parte dei popoli, che hanno portato al potere coalizioni progressiste. Oggi, buona parte dei paesi della regione è diretta da governi democratici, popolari e antimperialisti che stanno contribuendo a mutare la geopolitica mondiale. Il significato generale dei fenomeni in corso nella regione è la formazione di una corrente trasformatrice e di accumulazione di vittorie di popoli e paesi in termini di indipendenza, sovranità, democrazia, meccanismi di partecipazione popolare, giustizia, sviluppo e progresso sociale.
Sono in costruzione meccanismi di integrazione regionale che permettono di assumere posizioni indipendenti in uno scenario mondiale di crisi economica e accentuati conflitti, aprendo la possibilità di edificare nuove alternative allo sviluppo e di costituire un polo geopolitico che produca nuovi rapporti di forze. La maggiore espressione di questo fenomeno è la Comunità degli Stati Latinoamericani e Caraibici (Celac), la cui fondazione, nel dicembre 2011, a Caracas, Venezuela, fu un evento di dimensione tale che il leader storico della Rivoluzione Cubana, Fidel Castro, la definì l’evento istituzionale della regione più importante nello spazio di un secolo. E il presidente Raul Castro, intervenendo nella riunione di fondazione, mise in rilievo il carattere straordinario del forum, che raccoglieva “più di due secoli di lotte e speranze”. Sempre secondo il presidente cubano, la regione “persevera nei suoi obiettivi di indipendenza, sovranità, sviluppo e integrazione; sapendo che senza giustizia sociale e una distribuzione più equa della ricchezza ciò non sarebbe possibile”.
I fenomeni di carattere economico e politico in corso nella congiuntura politica latinoamericana sono parte delle transizioni del mondo contemporaneo e sono direttamente legati alla ricerca di nuovi equilibri, alla conquista di un nuovo ordinamento politico ed economico, alla giustizia, al progresso e alla pace.
14 – Lo sviluppo della situazione politica brasiliana è inseparabile dal corso politico latinoamericano. Nel nostro paese, in mezzo a duri scontri con le classi dominanti retrograde, di cui l’opposizione di destra, neoliberale e conservatrice è l’espressione politica e ideologica, le forze progressiste, tra cui i comunisti e altre correnti di sinistra coerente, cercano di aprire la strada e accumulare forze nel prolungato processo di lotta per l’emancipazione nazionale e sociale. Nell’intenso confronto politico in corso al momento, in cui è evidente il tentativo golpista della destra, i comunisti e la sinistra coerente non nutrono dubbi da che parte stare. Non facciamo il gioco del nemico di classe interno e neppure delle forze imperialiste esterne.
15 – Nel quadro attuale della vita politica latinoamericana, uno degli elementi di maggiore rilievo è lo sviluppo, fino ad ora con successo, in un processo sinuoso e complesso, dei dialoghi di pace tra le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc) e il governo nazionale. La pace in Colombia è una delle principali rivendicazioni dei movimenti popolari, democratici, patriottici e antimperialisti dell’America Latina, tra i quali le stesse Farc. Se si concretizzerà, sarà la vittoria di queste forze e la sconfitta dei militaristi, fascisti, paramilitari, narcotrafficanti e altri agenti dell’imperialismo in Colombia e in America Latina.
16 – La solidarietà con la Rivoluzione Bolivariana del Venezuela è nostro dovere inderogabile. Il Venezuela bolivariano e chavista è diventato la bandiera della lotta di tutti i popoli latinoamericani e un riferimento della lotta antimperialista. Il chavismo ha come essenza l’antimperialismo, che è lo spirito della nostra epoca, il segno della resistenza tenace dei popoli all’offensiva neocolonialista dei potentati internazionali sotto l’egida dell’imperialismo statunitense. Il Venezuela Bolivariano ha fatto passi importanti nel senso della costruzione della democrazia popolare, partecipativa, di unità popolare e si è trasformato in base importante di unità dei popoli latinoamericani e caraibici, una bandiera di lotta, una meta da raggiungere, i cui primi risultati sono in evidenza nelle attuali conquiste democratiche, patriottiche e sul piano dell’integrazione sovrana e solidale. Il Venezuela è anche avanzato nella costruzione del benessere sociale e nell’elevazione della coscienza politica del popolo.
17 – Si rivestono di grande importanza geopolitica e rappresentano fattore di stimolo allo sviluppo delle lotte dei popoli latinoamericani e caraibici le recenti conquiste della Rivoluzione cubana – la liberazione e il ritorno in patria dei cinque eroi che si trovavano imprigionati negli Stati Uniti, l’attualizzazione del modello economico e sociale socialista e il ristabilimento delle relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti, passo importante per porre fine all’odioso blocco economico. Si apre per la Rivoluzione cubana una nuova tappa nelle relazioni con la superpotenza, in cui spicca in primo piano l’esigenza della fine del blocco, della restituzione del territorio illegalmente occupato dalla base navale a Guantanamo e dell’eliminazione dei programmi indirizzati a promuovere la sovversione e la destabilizzazione interne, comprese le trasmissioni illegali di radio e televisione, oltre alla compensazione al popolo cubano per i danni umani ed economici provocati dalle politiche degli Stati Uniti.
18 – Attualmente, si sviluppano nel mondo lotte di vario tipo e intensità, nei più diversificati scenari. Queste lotte sono rivelatrici delle potenzialità rivoluzionarie del processo di accumulazione di forze in corso. Pur in un quadro di difensiva strategica, di difficoltà politiche, ideologiche e organiche del movimento comunista e rivoluzionario, i lavoratori e i popoli si ribellano contro l’oppressione e lo sfruttamento capitalisti, in difesa dei loro diritti, contro l’interventismo, il militarismo e il bellicismo e occupano lo scenario politico come protagonisti irriducibili della lotta per l’emancipazione nazionale e sociale.
19 – I comunisti affrontano con ottimismo storico la prospettiva dello sviluppo della lotta dei lavoratori e dei popoli in difesa dei propri diritti, della democrazia, del progresso, della giustizia, della sovranità nazionale, della pace e del socialismo. Come ha affermato il leader storico della Rivoluzione cubana, Fidel Castro, “l’umanità non ha altra strada che cambiare corso”. Questo cambiamento sarà frutto della resistenza, della mobilitazione sociale e della lotta in molteplici campi e scenari, lotte che già sono in corso, portate avanti da governi socialisti, rivoluzionari, progressisti, di sinistra, da partiti di avanguardia, movimenti sociali, movimenti rivoluzionari e di liberazione nazionale, in cui si evidenzia il ruolo insostituibile delle classi lavoratrici, della gioventù, delle donne, dell’intellettualità progressista, le ribellioni delle masse popolari, i movimenti di resistenza alle guerre imperialiste di aggressione e occupazione di paesi, le lotte di liberazione nazionale.
20 – Nel corso dello sviluppo di queste lotte, emerge e si rafforza la solidarietà internazionale, l’internazionalismo proletario, l’internazionalismo dei popoli e delle masse popolari, come tratto essenziale dell’etica e della linea politica del movimento comunista, dei movimenti popolari e progressisti. Il contenuto fondamentale che definisce l’azione internazionalista oggi è la solidarietà di classe e l’antimperialismo. L’obiettivo centrale è sconfiggere le strategie dell’imperialismo nordamericano, la sua politica di guerra, il suo conservatorismo, i suoi dogmi neoliberali, l’offensiva brutale che muove contro la pace, la sovranità nazionale, la democrazia e i diritti dei popoli. In questo quadro, impegniamo i nostri sforzi per l’unità di azione tra i partiti comunisti e operai, rinnovando il nostro impegno con l’Incontro dei Partiti Comunisti e Operai. Allo stesso tempo, riteniamo indispensabile consolidare gli incontri multilaterali di forze e movimenti democratici e antimperialisti, in ambito latinoamericano e mondiale, e anche con le organizzazioni di massa e il movimento per la pace.
Viva la lotta dei popoli per l’emancipazione nazionale e sociale!
Viva l’internazionalismo proletario!