di Erman Dovis per Marx21.it
Il fine settimana appena trascorso ha segnato una tappa fondamentale per il popolo latinoamericano, per la sua lunga marcia verso il progresso, il riscatto sociale, il benessere.
Non c’è stato infatti solamente lo straordinario risultato venezuelano, dove una grande partecipazione popolare e democratica ha consacrato per la quarta volta il Presidente Chavez alla guida del paese e del progetto bolivariano di nuova società.
Nei medesimi momenti si teneva in Brasile il primo turno di una importantissima tornata elettorale, le amministrative per il rinnovo delle cariche di sindaci e consiglieri di 5586 municipi. Il Brasile ha da anni intrapreso un cambio di strategia nel suo cammino politico ed economico: dall’elezione di Lula Da Silva, nel 2002, alla testa di un fronte popolare e progressista, il grande paese verde-oro sta tentando un percorso di riscatto nazionale: si tenta di procedere ad un graduale smarcamento dalla dipendenza economica dei monopoli stranieri, limitandone sempre più il loro immenso potere, e si dà impulso allo sviluppo economico interno. Logicamente, in funzione di ciò, le ingerenze americane subiscono provvidenziali e progressivi rallentamenti .
Le condizioni economiche e l’importanza strategica delle imprese sono cambiate molto in questi anni. Persistono naturalmente disuguaglianze e contraddizioni, ma le potenzialità di sviluppo sono enormi, e si dirigono in un’ottica di interesse nazionale.
A ciò si aggiunge la sempre maggiore autorevolezza internazionale di cui gode il Brasile, le sue posizioni sempre più chiare in tema di politica estera ed il suo ingresso nell’alleanza economica con Russia, India, Cina (primo partner commerciale) e poi Sudafrica.
Un ruolo di assoluta rilevanza in questo virtuoso processo politico economico e culturale lo ha avuto , e lo sta certamente avendo il Partito Comunista del Brasile (PCdoB),alleato della coalizione progressista che ha appoggiato Lula e che sta sostenendo l’attuale presidente Dilma Roussef: un partito autenticamente della classe operaia, che esercita un ruolo decisivo nel dirigere ed orientare le masse popolari.
L’influenza di classe del PCdoB è reale ed in definitiva va ben al di là dell’ effettivo riscontro puramente elettorale del partito.
Il paese sta decidendo insomma del suo destino grazie alla straordinaria partecipazione attiva e democratica delle masse popolari, ben consapevole che tali conquiste non sono ancora compiutamente acquisite , e non sono ancora tali da porre la nazione al riparo da pericolosi tentativi di restaurazione dall’interno e dall’esterno.
Alla luce di queste considerazioni , capiamo bene dunque come queste elezioni amministrative assumano una importanza politica e strategica, che va oltre il semplice rinnovo di un consiglio comunale.
Il PCdoB , consapevole di queste dinamiche, si è presentato alle elezioni con un dispiegamento di forze di dimensioni eccezionali rispetto al passato.
Il Partito ha investito moltissimo nella campagna elettorale rispetto al 2008, sia in termini di candidature e di mobilitazione dei militanti, che di coinvolgimento attivo delle masse popolari per rafforzare la discussione , al fine di proporre piattaforme elettorali progressiste che servano anche a garantire un’avanzata nella lotta politica per il Partito.
Si tratta, come dichiarato dal presidente del PCdoB Renato Rabelo, di un momento storico chiave per l’accumulo di forze che contribuiscano allo sviluppo del progetto progressivo innescato dal Partito nel 2002, ricordando che la crescita elettorale del Partito dipende da vari fattori non solo legati all’ambito nazionale, ma anche continentale e mondiale.
Analizzando i risultati parziali, il primo turno ha comunque chiarito un dato oggettivo, che non potrà essere cambiato: il Partito è in crescita graduale e progressiva.
Il PCdoB progredisce, e con esso la sua proposta unitaria per la costruzione di un progetto nazionale di sviluppo progressista. Alla luce dei dati pervenuti, i progressi si evidenziano fin da subito: rispetto al 2008, i sindaci eletti sono aumentati del 30%. Di questi, 51 sono stati eletti già al primo turno, contro i 42 eletti nel 2008, ed il Partito è in corsa al secondo turno in quattro città importanti, una delle quali è Manaus, con la candidata comunista Vanessa Graziottin che si giocherà le sue chances di essere eletta sindaco.
Si va al secondo turno anche a Contagem e Jundiai, la prima città attraverso la nomina di Carlin Moura, la seconda attraverso il candidato Pedro Bigardi.
Il PCdoB è in piena corsa per il secondo turno anche a San Paolo ( con la vicesindaco Nadia Champion), Salvador (Olivia Santana) e a Rio Branco con Marcio Batista. Un’avanzata comunista si registra anche nella città di Belford Roxo.
Anche laddove non si è riusciti a passare il primo turno, ad esempio Porto Alegre e Florianapolis (questa per un pugno di voti) le posizioni del Partito si sono comunque rafforzate molto.
In città come Olinda e Juazeiro, di grande importanza strategica per il partito, è stata ottenuta l’elezione al primo turno.
Nello specifico, Olinda rappresenta una vittoria molto significativa, perché è una piccola città ma con le stesse problematiche di una grande città, e la linea adottata di un Fronte popolare e democratico, a forte partecipazione diretta, si è rivelata strategicamente corretta.
Il PCdoB ha la possibilità di incidere su queste tendenze, e la coalizione beneficia di questo grande sforzo.
Luciano Siqueira, comunista vittorioso a Recife ed eletto al primo turno come vicensindaco, ha dichiarato che i fattori determinanti di questa vittoria sono stati da un lato l’alleanza popolare unitaria tra il PCdoB ed il Partito Socialista Brasiliano (PSB), e dall’altra un’intensa campagna elettorale fatta per strada, tra la gente. Questo ha permesso la presentazione di una proposta programmatica molto avanzata, ottenuta grazie al protagonismo delle masse popolari, del mondo artistico ed accademico, fattori che permettono il rafforzamento delle posizioni del PCdoB.
A proposito invece dei consiglieri , è da registrare che il Partito è cresciuto del 56%: nel 2008 il PCdoB ne elesse 612 , mentre nell’attuale tornata elettorale sono 952 i consiglieri eletti, e vi è la concreta possibilità di raggiungerne il migliaio al secondo turno.
Le forze moderate e conservatrici segnano il passo, queste elezioni ci presentano un partito socialdemocratico (PSDB) più fragile rispetto al 2008, mentre crolla il Partito Democratico (DEM) che perde 200 comuni. C’è un avanzamento progressista significativo, dei partiti che formano la base e l’ossatura dell’alleanza di sostegno alla Presidente Dilma Roussef.
Concludendo, non possiamo che convenire con l’analisi del Presidente del PCdoB Rabelo: il grande sforzo messo in campo dal Partito, i programmi elettorali molto avanzati, la capacità di mobilitazione e reclutamento mostrata dalla militanza, la proposta di leaders credibili, amati e rispettati dalle masse popolari, ha permesso l’avanzata del Partito in un’ottica unitaria, rafforzandone le sue basi.
Nulla si crea da solo e nessun cambiamento arriva per grazia ricevuta, ed è per questo motivo che occorre proseguire la battaglia politica, cosi come ricorda lo stesso presidente Rabelo, con la sua riflessione finale circa l’analisi del voto:
“A Manaus, come in altre città, vivremo un secondo turno molto difficile, contro avversari conservatori molto forti. Lo scontro si polarizzerà ancor di più, mettendo maggiormente in scena due visioni opposte di sviluppo.
Il PCdoB non ritiene che queste battaglie siano già vinte o perse, cosi come non possiamo fermarci ora. Proseguiamo fino alla fine.
Non lasciamo mai una battaglia a metà del cammino, proseguiamo: abbiamo la possibilità di decidere.”
I dati elettorali, le riflessioni e le analisi del presidente del PCdoB raccolte in questo articolo sono state riprese da vari articoli di Mariana Veil e di Joanne Mota apparsi sul sito http://www.vermelho.org.br/