ASSEMBLEA GENERALE DELLA FEDERAZIONE MONDIALE DELLA GIOVENTU’ DEMOCRATICA (WFDY)
di Angela Rosa Sinisi e Franco Tomassoni, dell’esecutivo nazionale FGCI
delegati alla 18° assemblea del WFDY
Dall’8 al 12 novembre si è tenuta a Lisbona la diciottesima assemblea del WFDY, la Federazione Mondiale della Gioventù Democratica. L’organizzazione che ha ospitato questo evento, che assieme al festival mondiale della gioventù e degli studenti è uno dei momenti di maggior rilievo nella vita della Federazione, è la gioventù comunista portoghese, JCP, che durante questi giorni ha celebrato anche i suoi 32 anni di lotta.
L’assemblea si è tenuta nell’edificio che ospita l’associazione “Voz do Operario” un’organizzazione di lavoratori con oltre 130 anni di vita che però sembra guardare ancora con interesse la lotta anti-imperialista dei giovani tanto da garantire tutti i giorni ogni tipo di assistenza, dalla traduzione in varie lingue a i pasti.
All’assemblea hanno portato il loro saluto e la loro vicinanza esponenti di associazioni e sindacati portoghesi e soprattutto rappresentanti del consiglio mondiale della pace (WPC) e della federazione mondiale dei sindacati (WFTU).
I saluti degli ospiti e le 86 delegazioni che hanno preso parte all’assemblea sono la testimonianza di una vitalità dell’organizzazione che vuole proseguire il suo lavoro di lotta e di iniziativa politica. Il dibattito ha affrontato svariati temi: ambiente, salute, educazione, scuola istruzione, anti-imperialismo, battaglia per la pace, cooperazione tra i popoli e sviluppo.
Un altro segnale di attività forte della Federazione è sicuramente rappresentato dalla brigata di solidarietà con i popolo palestinese organizzata a settembre insieme al WPC e la brigata che si svolgerà nel mese di dicembre in Sahara occidentale assieme al Fronte Polisario.
La modalità con la quale si è sviluppato il dibattito è stata quella della ricerca consensuale su tutti i temi, cercando di portare a sintesi ogni discussione ed integrare nella risoluzione politica finale, nelle risoluzioni tematiche e nelle risoluzioni regionali le particolarità dei vari paesi.
Questa modalità di lavoro è indicativa di una volontà collettiva che ricerca nella discussione l’unità dell’organizzazione, forse uno sforzo in questo senso dovremmo farlo anche noi qui in Italia, avendo però ben chiari alcuni confini da non varcare, necessari a preservare autonomia politica e culturale.
Durante i giorni dell’assemblea si sono svolte anche le cerimonie per il 32° anniversario della JCP ed il 66° anniversario del WFDY, cerimonie molto informali alla presenza del segretario generale del PCP Jerònimo de Sousa che ha portato un apprezzato contributo: la prima sera nel mezzo di una cena nel luogo dove si svolge annualmente la “Festa do Avante”, e la seconda sera dopo un concerto riuscitissimo per musica e partecipazione nell’edificio in cui si è svolta l’assemblea.
L’assemblea si è conclusa con l’approvazione unanime della dichiarazione politica e delle dichiarazioni tematiche, l’unanimità è stata anche raggiunta, non senza qualche piccolo problema, sugli organismi dirigenti. La presidenza, quindi il compito di guidare la Federazione, è stata affidata all’organizzazione cipriota EDON, la giovanile del partito AKEL che oggi esprime il presidente dell’isola.
Alcune considerazioni politiche…
Il wfdy non è e non vuole essere una federazione mondiale delle organizzazioni giovanili comuniste, anzi l’intento è quello di renderlo sempre più un luogo aperto a tutte quelle organizzazioni che si riconoscono nei principi della pace, del progresso, della fratellanza tra i popoli e della battaglia contro ogni forma di imperialismo. Infatti numerose organizzazioni non appartengono alla tradizione del movimento operaio e rivoluzionario e tanto meno alla tradizione del movimento comunista, tuttavia si riconoscono nei valori del wfdy e nel ruolo che la Federazione ha a livello mondiale. Va detto però che le organizzazioni comuniste fanno un investimento particolare nella federazione, individuando in essa uno strumento necessario per la battaglia anti-imperialista e per la pace, anzi addirittura si pongono il problema della direzione di questa organizzazione di massa.
La ripresa dell’attività della Federazione infatti coincide con una rivitalizzazione del movimento comunista internazionale. E non a caso. Porsi il problema della rivitalizzazione del movimento comunista a livello internazionale, significa anche porsi il problema dell’esistenza di un arco di forze di massa e aperte che siano alleate dei comunisti e che lavorino nella direzione di una “trasformazione sociale rivoluzionaria”, come recita lo slogan dell’assemblea.
Il carattere anti-imperialista di questo organismo sembra abbastanza scontato, tuttavia se volgiamo lo sguardo a quanto avvenuto a sinistra, a casa nostra, sulla questione libica notiamo che vi è una larga parte che non avendo in mente ben fissi alcuni punti finisce per vedere nei ribelli libici e addirittura nell’appoggio a questi dato dalla NATO un fattore progressista.
Non è un caso che la direzione del wfdy sia stata negli ultimi 10 anni della JCP e che ora venga affidata ad EDON. Io credo che vi siano alcune motivazioni di fondo: la JCP ed EDON sono organizzazioni giovanili che garantiscono, data la loro capacità organizzativa e il loro orientamento politico ben saldo, la costruzione di un lavoro internazionale proficuo e quindi fanno acquisire valore e prestigio a tutta quanta la Federazione; L’attenzione che queste due organizzazioni dedicano al quadro geopolitico e allo sviluppo di una battaglia su scala internazionale, anche nella costruzione del proprio ruolo e della propria dimensione nazionale, è significativo e riconosciuto; queste organizzazioni giovanili sono affiliate a partiti che per primi, in Europa e nel mondo, hanno investito nella ricostruzione del movimento comunista internazionale e nella ricomposizione e rivitalizzazione del movimento anti-imperialista internazionale.
Un’ultima considerazione crediamo sia doveroso farla. Dal momento che il wfdy è parte di un movimento complessivo a livello mondiale che coinvolge il WPC il WFTU e che ha solidi legami con il movimento comunista organizzato attorno a solidnet, è dunque importante riflettere alla luce di questo quadro sul ruolo dei comunisti oggi in Italia. Chiaramente il dibattito è ancora aperto e la discussione è bene che venga sviluppata sotto ogni punto di vista, tuttavia vorremmo far notare come le forze comuniste che hanno sempre mantenuto un saldo orientamento leninista e che si sono sempre sentite parte di un movimento mondiale oggi, nell’epoca della crisi riescano ad organizzare la parte più avanzata della società e ad avere un ruolo progressivo nei propri paesi e non ultimo a porsi il problema della costruzione e della direzione di organizzazioni transnazionali progressiste, come nel caso del WFDY. Il tema è appunto questo: cercare di capire come mai le organizzazioni che hanno invece visto un proprio investimento politico strategico esclusivamente nei confini continentali e abbiano progressivamente abbandonato un forma organizzativa e politica di tipo leninista siano oggi in crisi. Chiaramente facciamo riferimento esplicito da un lato al Partito Comunista Portoghese e dall’altro alla storia del movimento comunista italiano. Non crediamo sia valida la tesi che sostiene che tra il Portogallo e l’Italia vi sia un dislivello notevole di sviluppo delle forze produttive tanto da marcare una differenza grossa tra le due società (affermazione che contiene in se un nucleo di verità), crediamo anzi che vada evidenziato il fatto che le differenze tra i due paesi e le due società erano molto più profonde quando il PCI svettava elettoralmente, orientava il senso comune e guidava le lotte, ed il PCP era in clandestinità o riammesso da poco alla vita politica portoghese, e che tra uno studente o un lavoratore italiano ed uno portoghese ci siano molte meno differenze oggi piuttosto che allora.
Sarebbe opportuno rafforzare l’analisi del partito, ed in particolar modo dell’organizzazione giovanile, avviando finalmente una discussione serrata sulle tematiche internazionali e affrontando i temi in profondità, cioè andando oltre ai singoli episodi che si manifestano in giro per il mondo e confrontandosi invece con i dibattiti che all’interno dei vari partiti si sviluppano.