Contributo del Partito Comunista Portoghese al 16° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai

pcp bandiera closeupda www.pcp.pt | Traduzione di Marx21.it

A nome del Partito Comunista Portoghese, salutiamo tutti i partiti presenti al 16° Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai e, particolarmente, il Partito Comunista dell’Ecuador che ospita questo incontro, riaffermando l’impegno a contribuire per la collaborazione e la solidarietà internazionalista.

I – L’aggravamento della crisi strutturale del sistema capitalista continua a marcare i principali sviluppi della situazione internazionale.

Quasi sei anni dopo l’esplosione della crisi iniziata negli USA la situazione economica e sociale nei principali poli capitalisti (UE, USA e Giappone), resta caratterizzata dalla stagnazione, con ampie e differenti ripercussioni a livello mondiale, e rimane sotto la minaccia della recessione latente e della possibile esplosione di nuove crisi che possono avere conseguenze ancora più profonde.

Una crisi di sovra-produzione e sovra-accumulazione risultante dalla contraddizione fondamentale del sistema capitalistico – tra il carattere sociale della produzione e l’appropriazione privata dei mezzi di produzione – e che conferma la validità delle tesi principali del marxismo-leninismo, in particolare la legge della caduta tendenziale del saggio di profitto.

In questo quadro il capitalismo impone l’intensificazione dello sfruttamento, la diffusione e la crescita della disoccupazione, la diminuzione e la distruzione dei diritti sociali e del lavoro, l’aumento delle disuguaglianze sociali e la privatizzazione dei servizi pubblici e delle funzioni sociali dello Stato e la negazione del soddisfacimento dei più importanti bisogni – dimostrando di essere un sistema con profonde e insanabili contraddizioni, brutali ingiustizie e ferite sociali, incapace di rispondere ai bisogni e alle aspirazioni dei popoli.

Un’offensiva accompagnata dalla restrizione delle libertà e della democrazia, dall’attacco alla sovranità e all’indipendenza nazionale, dal revisionismo e dall’anticomunismo, e che configura una regressione di civiltà.

Il capitalismo è oggi marcato dall’espansione planetaria dei suoi rapporti di produzione, dall’inaudita centralizzazione e concentrazione di capitale, dal dominio del capitale finanziario, dalla mercificazione di tutte le sfere della vita sociale, dalla natura sempre più speculativa e parassitaria del sistema e dal peso crescente della corruzione e dell’economia criminale.

La realtà del continente europeo pone grandi sfide ai comunisti e alle forze progressiste. L’Unione Europea, immersa nella sua crisi e in crescenti contraddizioni, rafforza il suo carattere neoliberista, federalista e militarista e, come il PCP aveva indicato, si conferma come uno strumento del grande capitale e delle grandi potenze europee, come un blocco imperialista, contro i diritti dei lavoratori e dei popoli.

L’evoluzione dell’integrazione capitalistica europea ha elevato a livelli mai visti, nell’Europa del dopo guerra, lo sfruttamento, l’oppressione e lo svuotamento della sovranità nazionali. Le misure di concentrazione e centralizzazione del potere economico hanno generato e generano semi di nuove crisi. La crisi dell’Unione Europea rappresenta la crisi dei suoi pilastri fondamentali, come nel caso della moneta unica e dell’unione economica e monetaria. In questo quadro assume un significato speciale il trattato transatlantico denominato TTIP che è in corso di negoziato tra l’UE e gli USA, sulle spalle dei popoli, e che, se ratificato, significherà un livello di dominio maggiore da parte del grande capitale nello spazio transatlantico, rappresentando un nuovo sviluppo nell’offensiva contro i diritti dei lavoratori e sociali, dell’ambiente, dei servizi pubblici, della sovranità e dell’indipendenza nazionale.

La crescente internazionalizzazione del capitale e l’aumento della centralizzazione e fusione del potere politico ed economico del grande capitale, non annulla, nella valutazione del PCP, le contraddizioni tra le grandi potenze imperialiste. Sebbene nel rapporto tra concentrazione/rivalità continui a dominare la concentrazione degli interessi imperialisti, di classe, contro i lavoratori e contro i popoli, con l’aggravamento della crisi le contraddizioni tra potenze imperialiste tenderanno ad acutizzarsi.

A seguito dell’alterazione della correlazione di forza a livello mondiale che si è verificata con la sconfitta del campo socialista, e dinnanzi all’inasprimento della crisi strutturale del capitalismo, l’imperialismo si è lanciato in una violenta offensiva – accentuando il suo carattere oppressivo, predatore, aggressivo e sfruttatore – contro le trasformazioni e le conquiste ottenute nella lotta per l’emancipazione sociale e nazionale.

Di fronte alla resistenza dei lavoratori e dei popoli contro l’aumento dello sfruttamento e della riduzione della sovranità nazionale, l’imperialismo scommette in modo inquietante sulla guerra e sul fascismo, per risolvere i suoi problemi.

Ricorrendo ad intense campagne di mistificazione, sfidando la Carta dell’ONU e la legalità internazionale, gli USA ed i suoi alleati promuovono fuochi di tensione e di destabilizzazione, provocano ingerenze, divisioni etniche e religiose, strumentalizzano gruppi xenofobi e fascisti, ne strumentalizzano la loro azione terrorista, e incrementano le aggressioni a Stati Sovrani, promuovendo un permanente stato di guerra contro coloro che resistono o che sono considerati un ostacolo all’imposizione e alla salvaguardia della propria supremazia mondiale. Tra i vari esempi ricordiamo la distruzione della Jugoslavia, la colonizzazione della Palestina da parte di Israele, l’occupazione dell’Afghanistan, dell’Iraq e della Libia, le aggressioni a Libano e Siria, le minacce all’Iran, le operazioni di ingerenza e di ricolonizzazione in Africa, la tensione nella penisola coreana, la militarizzazione dell’estremo oriente, teatro in cui la Cina è considerata come avversario strategico, l’embargo contro Cuba e la destabilizzazione del Venezuela e di altri paesi dell’America Latina e in fine il premeditato aggravamento della situazione ucraina mirando allo scontro con la Federazione Russa.

Come risultato dell’escalation aggressiva dell’imperialismo, condotta dall’imperialismo nordamericano – che rafforza la NATO (con l’UE come suo pilastro europeo) e le sue alleanze politico-militari, e promuove la corsa agli armamenti e la militarizzazione delle relazioni internazionali, nonché la guerra come strumento di imposizione e salvaguardia del proprio dominio – risulta che il contesto internazionale è sempre più marcato dall’instabilità, dall’insicurezza e dall’incertezza.

Cento anni dopo l’inizio della Prima Guerra Mondiale, e settantacinque dopo l’inizio della seconda, l’escalation aggressiva dell’imperialismo rappresenta una minaccia per la pace nel mondo, con la possibilità di deflagrazione di conflitti e crescenti e gravi preoccupazioni, in una situazione in cui una nuova guerra mondiale potrebbe significare la distruzione dell’umanità.

In questo quadro assume una maggiore importanza la convergenza dell’insieme delle forze che, nonostante operino per obiettivi differenti, confluiscono nella battaglia contro le guerre imperialiste e per la pace.

In questo senso, il PCP ritiene che spetti ai comunisti – partendo dall’analisi leninista dell’imperialismo – dare un contributo determinante per l’avanzamento della lotta contro il militarismo, la guerra e la minaccia fascista, e per ostacolare i tentativi del grande capitale di canalizzare le masse verso il nazionalismo reazionario e xenofobo o verso il pacifismo inconseguente.

Ai comunisti si pone il compito di – senza diluire e abdicare alla propria identità e ai propri principi – dar vita alle più ampie alleanze sociali possibili e alla convergenza delle forze antimperialiste, promuovendo un ampio e dinamico movimento per la pace, contro la NATO, per il disarmo, in difesa della sovranità e dell’indipendenza nazionale, e la solidarietà con i popoli in lotta, promuovendo e allargando l’azione unitaria del Consiglio Mondiale per la Pace, così come l’azione di altre organizzazioni antimperialiste.

Un ampio e dinamico movimento per la pace che contribuisca all’ampliamento della consapevolezza che la lotta contro la guerra esige la sconfitta delle sue cause, radicate dentro il sistema capitalista. Nell’esperienza di lotta del PCP non è restringendo, ma allargando la base sociale e politica del movimento per la pace che si rafforza la lotta per profonde trasformazioni sociali e per il socialismo, dato che per il PCP la lotta per la pace e la lotta per il socialismo sono inseparabili.

Nell’attuale situazione internazionale il PCP valuta che il vasto processo di riorganizzazione del potere a livello globale esige maggiore attenzione, processo in cui il relativo declino degli USA ha rappresentato un elemento di contenimento e di ostacolo all’instaurazione di un “nuovo ordine mondiale” egemonizzato dall’imperialismo nordamericano e dai suoi alleati. Un processo non esente da contraddizioni ed i cui prossimi sviluppi non sono definiti, ma che può aprire prospettive positive nell’evoluzione della correlazione di forze a livello mondiale, cioè: riuscire a resistere al tentativo di riaffermazione imperialista; consolidare processi di affermazione della sovranità nazionale sul cammino di più avanzate trasformazioni anti-monopoliste e antimperialiste; rafforzare processi che mirano all’instaurazione del socialismo come obiettivo. Una situazione in cui assume un ruolo centrale la lotta della classe operaia e delle masse popolari, così come i rapporti di forza tra capitale e lavoro che da essa risultano.

In questo complesso quadro, in cui nuovi paesi emergono con un importante peso economico e politico, ha acquisito particolare importanza la formazione di spazi di cooperazione e collaborazione multilaterali – con obiettivi e ambiti di lavoro differenziati in cui prendono forma convergenze di geometrie, natura e stabilità differente, con contraddizioni relative alle differenti realtà economiche e politiche che li integrano – la cui evoluzione deve essere seguita.

In questo contesto i processi di divisione internazionale del lavoro, di cooperazione e di integrazione, sono processi che possono servire differenti interessi di classe – possono servire all’oppressione dei popoli, come è il caso dell’UE, o servire gli interessi dei popoli, come si sta verificando specialmente in America Latina.

In questo senso l’affermazione del nucleo antimperialista dell’ALBA, rappresenta un salto qualitativo nella cooperazione, su base sovrana, socialmente orientata e egualitaria, con importanti ripercussioni nel continente americano e sul piano internazionale.

Non a caso l’imperialismo intensifica la sua ingerenza, appoggiando le oligarchie nazionali e settori del grande capitale, nel tentativo di contenere, e se possibile invertire, importanti processi che stanno avendo luogo in questo sub-continente.

Una contro-offensiva dell’imperialismo che ha come obiettivo centrale i paesi parte dell’ALBA – in particolare Cuba, Venezuela, Bolivia, Ecuador e Nicaragua – ma anche altri paesi dell’America Latina e dei Caraibi che affermano la propria sovranità e che si contrappongono alla tradizionale egemonia imperialista. È in questo ambito che il PCP attribuisce un’importanza speciale alla sconfitta delle operazioni reazionarie e imperialiste che, attraverso le recenti elezioni realizzate in Bolivia, Brasile e Uruguay, miravano a collocare al comando di questi paesi rappresentanti di questi interessi.

Condannando l’ingerenza imperialista in America Latina, il PCP solidarizza con i processi di affermazione sovrana, progressisti e rivoluzionari, in questa regione, che costituiscono un importante stimolo per la lotta e per la costruzione di alternative di sviluppo e di progresso sociale e uno dei principali fulcri di resistenza all’imperialismo su scala mondiale.

Nonostante nell’attuale situazione internazionale siano presenti grandi pericoli – in un quadro in cui, in generale, l’imperialismo continua la sua offensiva e questa fase storica rappresenta ancora una fase di resistenza e di accumulazione di forza a livello mondiale – il PCP crede che la realtà confermi ugualmente l’esistenza di grandi potenzialità per lo sviluppo della lotta nella direzione dell’emancipazione sociale e nazionale.

Le difficoltà, le contraddizioni e la crisi in cui il capitalismo è immerso, e soprattutto la lotta dei lavoratori e dei popoli in tutto il mondo, può ostacolare i settori più reazionari e aggressivi dell’imperialismo e imporre passi indietro alla loro offensiva sfruttatrice e ottenere importanti conquiste e trasformazioni progressiste e rivoluzionarie.

II – La crisi strutturale del capitalismo, l’escalation aggressiva dell’imperialismo e la necessità sempre più pressante di processi di trasformazione progressista e rivoluzionaria, pone necessariamente la questione del rafforzamento dei Partiti Comunisti, del loro radicamento nella classe operaia e nelle masse popolari e del loro legame con le rispettive realtà nazionali, così come della cooperazione e della solidarietà internazionalista.

Dando particolare attenzione alle sue relazioni di amicizia e cooperazione a livello bilaterale, il PCP valorizza forme di cooperazione e azione congiunta a livello multilaterale, mirando all’unità nell’azione basata sui principi fondamentali di uguali diritti, rispetto per le differenze, autonomia di decisione, non ingerenza nelle questioni interne, franchezza e solidarietà reciproca.

In questo senso il PCP ritiene che siano di ostacolo al rafforzamento del movimento comunista e rivoluzionario internazionale, tanto lo sviluppo di tendenze socialdemocratiche, con l’abbandono di principi organici, riferimenti ideologici e obiettivi strategici caratteristico di un partito comunista, quanto quello di pratiche e concezioni dogmatiche e settarie, che come dimostra la storia e l’esperienza del movimento comunista mondiale, rendono difficile l’analisi franca a fraterna dei problemi comuni, e pregiudicano l’unità del movimento comunista, inclusa l’unità nell’azione contro il comune nemico.

Il PCP considera come elemento di pericolo il consolidamento di concezioni e pratiche che hanno come obiettivo l’imposizione di un modello unico di trasformazione sociale, e di iniziative che mirano alla strutturazione del movimento comunista internazionale – precisamente attraverso la costruzione di blocchi e strutture permanenti – che non solo non contribuiscono al rafforzamento del movimento comunista e all’azione congiunta dei comunisti assieme ad altre forze progressiste ed antimperialiste, ma introducono ulteriori elementi di divisione, allontanamento e incomprensione che diventano un ostacolo ad una maggiore unità nell’azione, alla cooperazione e alla solidarietà.

Il PCP valorizza il processo degli Incontri Internazionali dei Partiti Comunisti ed Operai, e tenta di contribuire al suo rafforzamento e perfezionamento. È quanto è stato fatto al 15° IIPCO realizzato a Lisbona che il PCP, nonostante la presenza di serie divergenze che non hanno permesso l’adozione di una dichiarazione comune, valuta positivamente, specialmente tenendo in considerazione l’adozione di un’insieme di linee di orientamento per l’azione comune.

Operando in accordo con i principi dell’internazionalismo proletario, il PCP continuerà ad essere impegnato nel dare il suo contributo per trovare soluzioni in rado di superare le difficoltà, e che contribuiscano al rafforzamento del movimento comunista, e al rafforzamento della cooperazione e della solidarietà internazionale.

Il PCP continuerà a praticare la solidarietà internazionalista con le forze politiche e sociali che nei rispettivi paesi lottano in difesa degli interessi dei lavoratori e dei popoli e per l’allargamento del fronte antimperialista.

Per il PCP, nell’attuale quadro internazionale, assume particolare importanza lo sviluppo della cooperazione dei partiti comunisti con altre forze democratiche, progressiste e antimperialiste, pur affermando i propri obiettivi, senza diluizioni della propria identità, ma contribuendo allo scambio di esperienze e all’unità nell’azione, mirando alla concretizzazione dei differenti compiti e obiettivi di lotta.

In questo senso, sul piano europeo, il PCP ha dato e dà particolare importanza alla cooperazione tra partiti comunisti, e tra questi ed altre forze progressiste, nel rispetto delle differenze delle diverse situazioni, di analisi e di proposta, contribuendo alla collocazione in primo piano dell’azione convergente sulle questioni più sentite dai lavoratori e dai popoli e della lotta contro l’Unione Europea, sempre più federalista, neoliberista e militarista, e per un’altra Europa di cooperazione, di progresso e di pace.

Coscienti del fatto che c’è molto lavoro da fare nel continente europeo nella promozione della cooperazione tra i comunisti, e di questi con altre forze progressiste – obiettivo da conseguire con lo sforzo comune, e non in modo impositivo e unilaterale – sul piano istituzionale il PCP si è impegnato nella costruzione del GUE/NGL salvaguardando il suo carattere federale e la sua propria identità, alternativa alla destra e alla socialdemocrazia – e la sua autonomia in relazione ad altri spazi e strutture, respingendo tanto propositi di strumentalizzazione del GUE da parte di posizioni opportuniste e di adattamento al sistema – come nel caso del Partito della Sinistra Europea – quanto posizioni dogmatiche e settarie che negano l’importanza della cooperazione unitaria dei comunisti con altre forze progressiste e di sinistra in Europa.

Il PCP indirizza il proprio intervento, incluso quello al Parlamento europeo, alla difesa dei lavoratori e del popolo portoghese, per respingere imposizioni e limitazioni alla volontà popolare, per la difesa della democrazia e della sovranità popolare, per la rottura dell’integrazione capitalista europea – l’UE dei monopoli e delle grandi potenze – e per un’Europa di cooperazione tra Stati sovrani e uguali in diritti, di progresso sociale e di pace, per una Europa dei lavoratori e dei popoli.

III – In Portogallo, partendo dalla sua esperienza di 93 anni di lotta e tenendo in considerazione l’esperienza dei comunisti e dei rivoluzionari di tutto il mondo, il PCP, partito della classe operaia e di tutti i lavoratori, continua la lotta in difesa dei diritti, delle aspirazioni e dei giusti interessi del popolo portoghese.

Quest’anno abbiamo commemorato i 40 anni dall’inizio della Rivoluzione d’Aprile, il più grande avvenimento storico che ha marcato e che – nonostante l’avanzamento della controrivoluzione – continua a marcare profondamente la realtà portoghese.

Avviata a partire dalla continua ed eroica lotta del popolo portoghese, la Rivoluzione d’Aprile ha significato, tra tanti importanti aspetti, la fine della dittatura fascista, l’instaurazione di un regime democratico con un’ampia partecipazione popolare, la fine della guerra coloniale e il riconoscimento del diritto alla liberazione dei popoli colonizzati, la libertà sindacale e ampi diritti dei lavoratori, come il controllo operaio, la liquidazione del capitalismo monopolista di stato, dei gruppi monopolisti e del loro dominio economico e politico, la fine dei grandi latifondi nel Sud del paese, con la realizzazione della riforma agraria, la fine dell’isolamento internazionale, aprendo il cammino per una politica di pace, di cooperazione e di amicizia con tutti i popoli del mondo.

Un processo in cui la classe operaia, i lavoratori, le masse popolari e i militari progressisti – uniti nell’alleanza Povo-MFA (Movimento delle Forze Armate) – ottennero grandi conquiste democratiche che furono consacrate in seguito, nella Costituzione del 1976 che prefigurava l’obiettivo di “assicurare la transizione al socialismo attraverso la creazione delle condizioni del potere delle classi lavoratrici”.

Una rivoluzione che, nei suoi aspetti fondamentali, ha confermato in sostanza il Programma del PCP per una Rivoluzione Democratica e Nazionale, adottato al VI congresso svoltosi nel 1965.

La Rivoluzione portoghese ha rappresentato importanti insegnamenti per la lotta per l’emancipazione sociale e nazionale dei lavoratori e del popolo portoghese.

Confermando le leggi generali del processo rivoluzionario – precisamente quelle relative al ruolo della classe operaia e delle masse popolari, del partito, del potere e della proprietà dei mezzi di produzione – la Rivoluzione portoghese conferma anche che queste leggi, non solo non sono in contraddizione con l’esistenza di particolari caratteri nazionali, ma anzi, presuppongo una relazione dialettica tra questi due aspetti.

Nella Rivoluzione portoghese il carattere anti-monopolista e antimperialista delle sue trasformazione e l’obiettivo del socialismo, erano presenti, non in modo contraddittorio, ma dialetticamente legati, – formando due tappe differenti che, non confondendosi, si complementano promuovendo obiettivi che essendo propri della tappa della rivoluzione democratica e nazionale, sono anche obiettivi propri della lotta per il socialismo. Cioè: la lotta per la rivoluzione democratica e nazionale era già parte costitutiva della lotta per il socialismo.

Allo stesso tempo, la Rivoluzione portoghese mette in evidenza l’importanza della questione nazionale e la sua inseparabile correlazione con la questione di classe, confermando l’importanza del contesto nazionale come campo determinante per la conquista e la difesa dei diritti e l’avvio di processi di trasformazione sociale e di emancipazione dei popoli.

Tuttavia, nonostante la conquista di importanti diritti e di profonde trasformazioni sociali, il popolo portoghese non è riuscito ad imporre un potere rivoluzionario e a costruire lo Stato democratico corrispondente a queste trasformazioni – confermando la questione dello Stato come centrale in ogni processo rivoluzionario.

Non parliamo della Rivoluzione portoghese con la pretesa di erigerla a modello universale, anzi, essa conferma l’inesistenza di modelli di rivoluzione e l’importanza della relazione dialettica tra le grandi leggi del processo rivoluzionario e le particolarità nazionali.

La Rivoluzione d’Aprile è stata una rivoluzione non conclusa, ancora aperta. Nonostante quello che ha rappresentato in termini di avanzamento storico, molte delle sue principali conquiste sono andate perse, altre, anche se indebolite e minacciate, continuano ad essere presenti nella vita del popolo portoghese.

Durante 30 anni di politica di destra, e 28 di integrazione capitalista europea – nella CEE/UE – il grande capitale, i suoi rappresentanti politici, i partiti della politica di destra PS/PSD/CDS-PP, hanno promosso la ricostituzione dei gruppi monopolisti, ed il ritorno del loro dominio economico e politico, l’attacco ai diritti del lavoro ed ai diritti sociali, il deturpamento del regime democratico, la diffusione e la promozione di valori retrogradi e reazionari, la sottomissione ed il sacrificio degli interessi nazionali agli interessi stranieri – una politica in continua contraddizione con la carta costituzionale, e la legalità democratica, che pone in serio pericolo il regime democratico costituzionale e l’indipendenza e la sovranità nazionale.

In Portogallo ha avuto luogo un processo rivoluzionario che, poiché corrispondeva a condizioni oggettive della società portoghese e alle più profonde aspirazioni del suo popolo, ha lasciato tratti profondi di realizzazioni, esperienze e valori, che si proiettano nel presente e nel futuro del paese – una realtà che distingue e definisce la particolare situazione portoghese. Anzi, l’attuale programma del PCP, per una Democrazia Avanzata, prende le mosse da questa realtà. Questo programma attualizzato, nel XIX Congresso del PCP nel 2012, si intitola ora: “Democrazia Avanzata: i Valori dell’Aprile nel Futuro del Portogallo”.

È in questo quadro che il PCP, di fronte alla violenta offensiva contro i diritti dei lavoratori, lotta per la rottura con le politica di destra dei passati decenni, e per una alternativa patriottica e di sinistra.

L’alternativa patriottica e di sinistra che il PCP propone ai lavoratori ed al popolo portoghese è basata sulla valorizzazione e la promozione della produzione nazionale, sul recupero del controllo politico dei settori e delle imprese strategiche come il settore finanziario, sulla valorizzazione dei salari e dei redditi dei lavoratori e del popolo, sulla difesa dei servizi pubblici e delle funzioni sociali dello Stato, del diritto alla salute, all’educazione e alla previdenza sociale, su una politica fiscale che diminuisca la pressione sui redditi dei lavoratori e delle piccole e medie imprese, e si concentri maggiormente sulle rendite del grande capitale, sui profitti e sulle speculazioni finanziarie, sul rifiuto delle imposizioni dell’Euro e dell’UE, attraverso il recupero della sovranità economica, monetaria e di bilancio.

La lotta per l’alternativa si inserisce nel campo della lotta di classe: una alternativa patriottica e di sinistra che presupponga ed esiga una rottura con la politica di destra, che contrasti gli interessi ed il potere dei grandi monopoli e dell’imperialismo, che apra la strada ad una Democrazia Avanzata vincolata ai Valori dell’Aprile, parte integrante della lotta per il socialismo ed il comunismo in Portogallo.

Fiduciosamente, il PCP afferma che con la lotta dei lavoratori e del popolo portoghese è possibile rompere con la politica di destra ed aprire la strada per una politica vincolata ai valori della Rivoluzione d’Aprile. Una lotta che, emergendo in un quadro che esige lo sviluppo di un movimento coraggioso, ha nella classe operai e nei lavoratori la sua più conseguente e determinata espressione.

Per il raggiungimento di questo obiettivo, il PCP, si impegna per l’unità e per la convergenza nella lotta dei lavoratori, di differenti settori e strati sociali anti-monopolisti che, partendo dai propri obiettivi e rivendicazioni concrete, si costituiscono come componenti determinanti nella rottura con la politica di destra e per l’affermazione di una politica patriottica e di sinistra.

Una strada ed una alternativa che passano necessariamente per l’organizzazione, l’unità, lo sviluppo ed il successo della lotta di massa, per la costruzione di un ampio fronte sociale, per la convergenza dei democratici e dei patrioti, e, necessariamente, attraverso il rafforzamento del PCP e della sua influenza come forza di aggregazione.

IV – L’incertezza e l’instabilità sono tratti distintivi della situazione internazionale. I pericoli derivanti dall’inasprimento delle contraddizioni capitalistiche non vanno sottovalutati. Ma la realtà e l’esperienza storica dimostrano che attraverso lo sviluppo della lotta di massa e dell’azione dei comunisti e delle forze di tutto il mondo progressiste e amanti della pace, è possibile allontanare questi pericoli e avanzare sulla strada della trasformazione sociale e del superamento rivoluzionario del capitalismo.

Di fronte alla natura sfruttatrice, oppressiva, aggressiva e predatoria del capitalismo, il PCP ritiene che sia sempre più in evidenza l’attualità e l’importanza dell’ideale e del progetto comunista, la necessità di una nuova società, del socialismo e del comunismo – attraverso differenti cammini e tappe, che sia questa la grande prospettiva che si pone ai lavoratori ed ai popoli di tutto il mondo.