
redazione di Marx21
Il 13 settembre si sono svolte a Roma tre interessanti iniziative in occasione della visita in alcuni paesi europei di una importante delegazione dell’Istituto di ricerca sulla storia e letteratura del Partito comunista cinese, nonché dell’Ufficio centrale di compilazione e traduzione del PCC, guidata dal vice ministro Chai Fangguo, docente e vicepresidente dell’Istituto, e composta dalla professoressa Shen Hongwen, direttrice del 5° Dipartimento dell’Istituto di Storia e Letteratura del Partito (ISLP); dal professor Xu Yang, vicedirettore del 5° Dipartimento dell’ISLP; dalla direttrice dell’Ufficio dell’ISLP di cooperazione e scambio con l’estero Li Ping; dalla professoressa Huang Xiaowu, caposezione del 4° dipartimento dell’ISLP e direttrice della rivista teorica cinese “Marxism and Reality”; dal professore associato Hu Xiaochen, vicecapo sezione del 5° dipartimento dell’ISLP.
Il primo incontro è stato dedicato allo stato di sviluppo e diffusione del marxismo in Cina e in Italia, con un focus particolare sulla MEGA2. Con gli studiosi cinesi, che hanno annunciato la nuova edizione cinese della opere complete di Marx ed Engels in 70 volumi, hanno interloquito Roberto Fineschi, studioso della MEGA2 e curatore, tra l’altro, della edizione critica integrale del I libro del Capitale; Salvatore Tiné, dell’Università di Catania, studioso, tra l’altro, del rapporto tra opera teorica di Marx e movimenti operai e popolari nel XX secolo; e Andrea Catone, direttore della rivista MarxVentuno, che ha avviato una cooperazione con la rivista “Marxism&Reality” per la pubblicazione di testi marxisti cinesi e italiani. Vladimiro Giacché, che all’analisi di Marx e alla filosofia marxista ha dedicato e dedica diversi suoi lavori, non è purtroppo potuto intervenire per sopraggiunti e indifferibili impegni di lavoro.
Il secondo incontro della delegazione cinese è stato con i rappresentanti dei 3 partiti comunisti aderenti alla rete internazionale di Solidnet: Herta Manetti (Maurizio Acerbo non è potuto intervenire all’ultimo momento), per il Partito della Rifondazione Comunista; Mauro Alboresi, per il Partito Comunista Italiano, Alberto Lombardo, per il Partito Comunista.
Il terzo incontro, in una sala gremita (e ci scusiamo con coloro che non hanno potuto partecipare per la capienza della sala) è stato dedicato alla presentazione del libro La lunga marcia del Partito Comunista Cinese – Storia del PCC a 100 anni dalla sua fondazione, edito da MarxVentuno. È la traduzione italiana – su licenza del Central Compilation and Translation Press – del libro di Storia del PCC pubblicato in Cina nel 2021, curato dall’Istituto di Storia e Letteratura del Partito del CC del PCC. La professoressa Shen Hongwen, direttrice del 5° dipartimento dell’Istituto di Ricerca sulla Storia e Letteratura del Partito, ha coordinato gli interventi di Andrea Catone, editore della traduzione italiana della Storia del PCC; di Chai Fangguo, vicepresidente dell’Istituto di ricerca sulla storia e letteratura del Partito del CC del PCC, nonché direttore dell’Ufficio centrale di compilazione e traduzione del PCC; di S.E. Jia Guide, ambasciatore della Cina in Italia; e i saluti di Herta Manetti (PRC), Mauro Alboresi (PCI); Alberto Lombardo (PC).
Pubblicheremo nei prossimi giorni report e documenti degli incontri.
Iniziamo con la pubblicazione dell’intervento di Andrea Catone.
Andrea Catone – 13 settembre 2023
Saluto e ringrazio il professor Chai Fangguo, Vicepresidente dell’Istituto di storia e letteratura del partito comunista cinese, e la delegazione dell’Istituto che egli guida, S.E. l’ambasciatore Jia Guide, insieme ai quali presentiamo oggi la prima edizione italiana del libro sulla storia del PCC, redatto, in occasione del centenario della fondazione, nel 2021, dal Comitato editoriale di redazione designato dal Partito. Saluto e ringrazio la direttrice della rivista Marxism&Reality, Huang Xiaowu, con cui collaboriamo nello scambio e pubblicazione di articoli e saggi sulla rivista MarxVentuno, e che ci ha stimolato a lavorare per l’edizione italiana di questa storia. Ringrazio Francesco Maringiò, presidente dell’associazione Marx21, che si è molto impegnato per la realizzazione di questa iniziativa.
Il libro è uscito nella versione in lingua cinese e successivamente è stato tradotto in inglese dall’Istituto per la Storia e la letteratura del partito. La casa editrice italiana MarxVentuno ha lavorato per la traduzione italiana sull’edizione inglese. Le bozze di stampa sono state riviste più volte dagli studiosi cinesi, con cui abbiamo intrecciato per alcuni mesi un fitto e proficuo scambio epistolare per la traduzione italiana di alcune espressioni o termini specifici cinesi, fino alla redazione finale e alla pubblicazione nella veste che vedete qui.
Riteniamo che la pubblicazione di questo libro rappresenti un contributo importante nel panorama dell’editoria italiana, non perché non vi siano altre pubblicazioni sulla storia del partito comunista cinese, ma perché questi lineamenti della storia del PCC (Il titolo inglese è: Breve storia del PCC) rappresentano, a 100 anni dalla fondazione del Partito, l’elaborazione collettiva e la visione della propria storia, dei comunisti cinesi oggi. È quindi sotto questo aspetto anche un rilevante documento storico-politico del più grande e forte partito comunista al mondo, che conta quasi 100 milioni di iscritti su una popolazione di 1,4 miliardi.
Nel suo discorso per il centenario del partito, a luglio 2021, il presidente Xi Jinping ha sottolineato la grande importanza di elaborare e studiare la storia del partito, è ricorso di frequente alla metafora del viaggio per indicare il lungo cammino percorso. Per delineare il cammino futuro è necessario conoscere il punto di partenza, le mete raggiunte, il percorso compiuto, apprendere dal’’esperienza storica.
Questo libro è la riflessione e il punto di approdo dei comunisti cinesi su un secolo di storia. Viene qui tratteggiato lo straordinario percorso compiuto da questo partito che aveva al momento della sua fondazione un piccolo numero di militanti e che si dimostra capace di crescere e di guidare il popolo cinese nella trasformazione da paese semicoloniale e semifeudale, precipitato nell’arretratezza dalle aggressioni imperialiste del XIX secolo, alla seconda economia mondiale (secondo altri indicatori, la prima economia per pil a parità di potere di acquisto), con una presenza fondamentale e imprescindibile nello scacchiere internazionale.
La fondazione del Partito Comunista Cinese nel 1921 – cito dal capitolo conclusivo – fu un evento epocale nella storia cinese. Da quel momento il popolo cinese, che per tanto tempo era rimasto schiacciato dalle avversità, cominciò finalmente a riappropriarsi del proprio destino e ad avere nel Partito un sostegno e una guida per la conquista dell’indipendenza e della liberazione nazionale, per la costruzione di un Paese più forte e prospero e per la propria felicità. Alla sua fondazione, il Partito scelse di fare della realizzazione del comunismo il suo più alto ideale e il suo scopo finale, e si assunse il compito di perseguire la felicità per il popolo cinese e il ringiovanimento della nazione cinese. Nel corso di questi sforzi, il Partito unì il popolo cinese e lo guidò attraverso ardue lotte a risultati epocali.
Durante la rivoluzione di nuova democrazia, di fronte alle tre montagne dell’imperialismo, del feudalesimo e del capitalismo burocratico, i comunisti cinesi, con Mao Zedong come loro principale rappresentante, svilupparono il Pensiero di Mao Zedong combinando i principi fondamentali del marxismo-leninismo con la pratica effettiva della rivoluzione cinese. Unendo e guidando il popolo cinese attraverso ventotto anni di lotte sanguinose, tracciarono con successo il percorso rivoluzionario cinese, utilizzando le aree rurali per circondare le città e conquistare il potere statale con la forza militare. Dopo aver sconfitto l’aggressione imperialista del Giappone, rovesciato il governo reazionario del Kuomintang e portato a termine la rivoluzione di nuova democrazia, fondarono la Repubblica Popolare Cinese. Ciò pose fine alla vecchia società semicoloniale e semifeudale della Cina e al suo stato di disunione, eliminò tutti i trattati ineguali imposti alla Cina dalle grandi potenze e tutti i privilegi di cui godevano gli imperialisti in Cina, e segnò la grande transizione del Paese da una millenaria autocrazia feudale ad una democrazia popolare.
La nascita della RPC fu, nella storia mondiale del movimento comunista e di emancipazione dei popoli, l’evento più importante un trentennio dopo la rivoluzione d’Ottobre del 1917, grazie alla quale, come disse Mao Zedong, fu introdotto il marxismo-leninismo in Cina e potè fondarsi il PCC.
I ¾ di secolo che ci separano dalla fondazione della RPC segnano un lungo e non unilineare percorso. La grandezza del PCC è nella capacità che ha avuto di saper affrontare e superare le contraddizioni interne, uscendone sempre in avanti, con rinnovato slancio alla conquista di nuove mete. Negli anni 20 e primi anni 30 alcuni esponenti del partito propugnavano una linea che ricalcava pedissequamente il modello rivoluzionario russo, che non corrispondeva però alla realtà cinese. Ma poi si affermò la strategia di Mao Zedong, basata sulla concreta realtà cinese, che portò alla vittoria della rivoluzione e alla fondazione della RPC. Il complesso periodo della rivoluzione culturale tra gli anni 60 e 70, in cui sembra prevalere la tendenza alla sottovalutazione dei reali rapporti economici e dello sviluppo delle forze produttive, viene alla fine superato con la strategia di Deng Xiaoping che dà corso alla politica di riforma e apertura con la sperimentazione di un’economia socialista di mercato. Dai disordini contro il Partito e il socialismo della primavera del 1989, il partito esce confermando la linea dello sviluppo delle forze produttive, serrando i ranghi e realizzando un forte ritmo di sviluppo economico e sociale, fino all’ingresso del socialismo con caratteristiche cinesi nella Nuova era inaugurata con il XVIII congresso del 2012 e con la direzione di Xi Jinping. Nel 2021 viene raggiunto l’obiettivo del primo centenario: costruire una società moderatamente prospera sotto tutti gli aspetti. È stato risolto il problema della povertà assoluta in Cina. Per dimensione e numero di persone coinvolte, si tratta del più significativo successo in assoluto nel mondo. E si apre la strada all’obiettivo del II centenario del 2049: trasformare la Cina in un grande Paese socialista moderno sotto tutti gli aspetti.
Nell’economia complessiva delle 600 pagine del libro, il capitolo X, dedicato al socialismo con caratteristiche cinesi in una nova era, con le sue 160 pagine occupa uno spazio importante, è quasi un libro nel libro ed è una fonte preziosa di informazione e sistematizzazione dell’ultimo decennio di vita della RPC, in cui sono in corso processi di modernizzazione socialista e di consolidamento dell’architettura istituzionale e giuridica di grande rilievo.
La storia del PCC non è quella di un percorso progressivo unilineare, astrattamente perfetto. È invece la storia concreta di uomini in carne e ossa guidati dalla bussola della missione originaria del partito, cui il presidente Xi Jinping costantemente si richiama, che è quella della emancipazione del popolo cinese, dell’edificazione di una società socialista prospera e avanzata, all’interno di un mondo per il quale i comunisti cinesi – come hanno scritto nello statuto del partito al XIX congresso del 2017 – si impegnano a costruire una comunità di futuro condiviso per tutta l’umanità.
Volgendo lo sguardo ai 100 anni di storia e al lungo e glorioso cammino percorso si vede come i comunisti cinesi abbiano saputo apprendere dall’esperienza, imparare dagli errori, correggerli, sperimentare vie nuove, sempre tenendo ben ferma la bussola che indica la direzione fondamentale del socialismo. Fermi nei principi e nell’obiettivo finale del comunismo, flessibili nell’adattarsi alle situazioni concrete, i comunisti cinesi hanno proceduto passo dopo passo, hanno “attraversato il fiume tastando le pietre”, per riprendere un detto cinese caro a Deng Xiaoping, hanno combattuto nel loro percorso le deviazioni del dogmatismo e del settarismo, da un lato, dell’opportunismo e del revisionismo, dall’altro.
È grande merito dei comunisti cinesi e della loro direzione politica aver saputo superare, anche in una serrata dialettica interna, le contraddizioni, uscendone in avanti, con rinnovato slancio, alla conquista di nuove mete. Non sempre è stato così nella storia del comunismo mondiale – e anche del comunismo italiano – quando la dialettica interna non è stata governata e diretta verso uno sbocco progressivo, ma ha portato all’arretramento se non alla rovina e distruzione del partito, privando così il proletariato e le masse popolari del loro principale strumento di emancipazione.
Il PCC è un partito fortemente radicato nella realtà nazionale del proprio Paese e al tempo stesso internazionalista: senza il movimento comunista internazionale non vi sarebbe stato il PCC, e d’altra parte, il movimento comunista internazionale non è concepibile senza il grande apporto del PCC.
Questo libro è un documento importante per tutti coloro che studiano la Cina contemporanea. La Cina attuale non esisterebbe senza il PCC. Il partito è il fulcro dirigente degli sviluppi della società cinese, è il suo nerbo, è il pilastro portante ed è il garante dell’orientamento socialista del paese, dei rapporti di produzione basati sul ruolo dirigente della proprietà pubblica e su una pianificazione che orienta l’economia in direzione dello sviluppo della società e non dell’interesse privato.
Ci auguriamo che questo libro diventi per coloro che intendono cambiare lo stato di cose presente, per coloro che sono impegnati in un percorso di emancipazione, un utile strumento di studio per apprendere dall’esperienza dei comunisti cinesi, non per imitarli o copiarli pedissequamente – non è certo questo ciò che auspichiamo né che auspicano i comunisti cinesi – ma per ispirarsi a un’esperienza di successo, per comprendere come unire dialetticamente teoria e pratica, come fare analisi concreta della situazione concreta, come tenere insieme centralismo e democrazia.
Ci auguriamo che questo libro possa favorire in Italia una migliore conoscenza della vasta e complessa realtà della Cina contemporanea, del suo percorso storico, delle sue istituzioni politiche, di cui il PCC è il perno fondamentale.
Grazie per l’attenzione
Unisciti al nostro canale telegram