di Fausto Sorini | da Facebook
Caro Giovanni, replico con una nota, per avere più spazio di quello consentito in un commento. Ma ha ragione Leoni: Fb non è il luogo più adatto..
Tu dici (cerco di riassumere senza travisare):
1. “siamo ad una crisi di sistema”, che pone oggi ai comunisti la necessità di prospettare una “visione rivoluzionaria che indichi la strada per il superamento del capitalismo, con una proposta di fase. Cioè. Proporre al paese un governo degli sfruttati”. Che “specifichi un programma e forme di mobilitazione adeguate ai modi contemporanei di formazione del consenso ed espressione della lotta”. Questa sarebbe probabilmente, a tuo avviso, “la strada per ritrovare un’egemonia dei comunisti che spazzi via i miti dello spontaneismo e del ribellismo” ;
2. metti sullo stesso piano “i fatti della TAV e quelli di Roma del 15 ottobre” (ma cogli anche affinità col movimento dei 20 milioni contro la guerra in Iraq e con altre mobilitazioni di massa antagoniste), e ne ricavi che “non è il movimento di massa che ha l’egemonia” . Chi ha l’egemonia oggi – sostieni – sono coloro che propongono obbiettivi e forme di lotta sovversiva. Su questo terreno ottengono risultati non solo diventando il centro dell’iniziativa ma anche crescendo organizzativamente. La loro forza programmatica sta nell’indicare che le forme legali di protesta non ottengono assolutamente niente. In sostanza le processioni di sinistra vengono intese come momenti da utilizzare per il proprio programma”;
3. sostieni che, viceversa, “le componenti ufficiali anticapitalistiche e cioè i comunisti istituzionali” – cioè anche noi stessi – non siamo capaci di proporre altro che “un’alleanza con le componenti organiche al sistema per ottenere una dozzina di deputati in parlamento”.
Direi questo, come primo contributo:
1. In che senso siamo in presenza di una “crisi di sistema”?
Nel senso che si può uscire in avanti da questa crisi, nazionalmente e internazionalmente, con una vittoria del socialismo, con l’instaurazione di un potere socialista? Direi di NO, tanto meno in un paese dell’Unione europea e della NATO. Ciò non esclude che in altre parti del mondo, in questo o quel contesto nazionale più favorevole, la radicalizzazione dei processi sociali e politici possa portare a un potere socialista tout court (è il caso, possibile, del Venezuela…tanto per fare un esempio; ma ciò è possibile anche altrove…). Non direi che ciò sia prevedibile a breve termine nell’UE – almeno per una fase non breve e a meno di eventi catastrofici oggi non prevedibili come una terza guerra mondiale che travolga il continente europeo..ma non mi sembra che siamo ancora lì (e auguriamoci di non doverci mai arrivare…).
Perchè dico questo?
Ricordo a memoria uno scritto di Lenin, citato nell’archivio di Pietro Secchia (ma potrei ritrovare il testo scritto esatto…) sulle condizioni minime perchè una rivoluzione possa affermarsi e vincere. Lenin ne cita tre (ed io le trovo tremendamente attuali e per questo le cito, non perchè – come pensa qualche cretino – sono in adorazione religiosa dell’icona di Lenin…) :
1. condizione esasperata della grande maggioranza della popolazione, che sente di non aver più nulla da perdere;
2. discredito totale della classe dominante agli occhi della stragrande maggioranza della popolazione, che non solo non le crede più, ma comincia ad avere fiducia in un programma rivoluzionario alternativo e alle forze che lo rappresentano;
3. last but not least: i corpi militari dello stato passano dalla parte dei rivoluzionari o almeno si spaccano in due neutralizzandosi, e non sono quindi più utilizzabili per reprimere la rivoluzione popolare, consentendo quindi alla rivoluzione di vincere.
-Non c’è bisogno che io dica a te che nel 1917 questi requisiti si sono determinati, e così in altre rivoluzioni socialiste vincenti del 900 (Cina, Vietnam, Cuba..).
Vedo la condizione dell’Europa di oggi, nonostante una crisi economica anche grave e che potrebbe aggravarsi, ancora molto lontano da uno scenario pre-rivoluzionario vincente, su tutti e 3 i punti.
-In particolare: forte consistenza delle classi medie, che allo stato attuale vedo più propense ad appoggiare soluzioni apertamente reazionarie e di estrema destra, con logica di difesa dei loro piccoli privilegi derivanti dal “banchetto imperialista”, ovvero una reazione tipica delle aristocrazie operaie e piccolo borghesi (Lenin). Il che giustifica, anzi impone, per prevenire simili scenari, una politica di fronte unico a sinistra e di convergenza tattica democratica con forze interne alle compatibilità di sistema non apertamente reazionarie e anti-costituzionali, o cmq pervase da contraddizioni rispetto a questo, anche in relazione alla loro base sociale;
-Sul punto 3: siamo molto lontani da ciò. Forse solo una guerra che investisse tutta l’Europa potrebbe determinare scenari simili: ma non mi pare che siamo vicini ad uno scenario del genere internazionalmente, anche se esso non può essere escluso dallo scenario storico politico del 21° secolo.
Dopo di che, è vero che bisogna sempre cercare di essere pronti ad ogni evenienza, perchè la storia ha più fantasia della nostra più fervida fantasia… Ma anche da questo punto di vista della preparazione soggettiva, siamo molto indietro nei paesi UE, eccetto forse Grecia, Portogallo, Cipro, . In Italia è un disastro, è quasi tutto da ricostruire, e su questo facciamo il congresso…! E tu lo sai, hai partecipato alla stesura delle Tesi congressuali, le hai votate… Trovo indecente e persino offensivo che tu ora scriva qui che “le componenti ufficiali anticapitalistiche e cioè i comunisti istituzionali” – cioè anche noi e il PRC – non siamo capaci di proporre altro che “un’alleanza con le componenti organiche al sistema per ottenere una dozzina di deputati in parlamento”. Questa è una caricatura volgare e inaccettabile della nostra linea e del nostro partito.
-E comunque lasciami gioire per il risultato in Molise della FdS, 2,9%, che è superiore alla percentuale ottenuta in Molise dalla Sinistra Arcobaleno nel 2008. E nel 2008 il risultato nazionale dell’Arcobaleno fu 3,7%. Tutto concesso alla diversità di contesti e situazioni, mi sembra si possa dire ragionevolmente che per una FdS in coalizione elettorale col centro-sinistra un risultato dell’ordine del 3-4% non è una ipotesi fuori dalla realtà. E se il CSX vince le elezioni, con questa legge elettorale, questo può significare qualcosa come 30-40 parlamentari…
Chi non capisce l’importanza di questo per l’avvenire della ricostruzione del partito comunista in Italia e per la riorganizzazione di una più vasta sinistra di alternativa (in termini di risorse, strumenti e presenza mediatica – certo, con una linea giusta…e su questo siamo a congresso..), non ha capito niente di Lenin ed è meglio che cambi mestiere… Oppure lavora per il re di Prussia, ne sia o meno consapevole.. (e non parlo di te, Giovanni, sia chiaro).
-Il tema delicato e contraddittorio del rapporto con le forze di polizia e gli apparati militari dello Stato, qui ed ora, va affrontato secondo la migliore tradizione comunista e leninista, che è cosa assai diversa da una certa vulgata “estremista” post settantasettina…ancora presente in alcuni settori di movimento. E che i comunisti devono contrastare sul piano politico e culturale, attingendo anche alla migliore elaborazione comunista italiana di quanti contribuirono a fondare la nostra Costituzione, e ancora oggi la difendono dall’attacco della destra più reazionarie e dai cedimenti politici e programmatici di una parte (non tutte) le componenti del centro-sinistra. Questo attacco alla Costituzione viene oggi irresponsabilmente favorito dall’estremismo avventuristico, dal qualunquismo di destra e “di sinistra”, e dalla vera e propria provocazione organizzata, che volta a volta si esprime in vari modi (Brigate Rosse e dintorni, nuovi filofofi settantasettini, anticomunismi e qualunquismi vari di matrici pannelliana o grillina…): l’elenco è lungo e non tutto pubblicabile… Ma la regia “di sistema” è una sola.. Ed è una regia che oltrepassa anche i confini nazionali..
Una parte del movimento del ’68, penso ad esempio a quello di matrice leninista come il MS della Statale di Milano (Toscano, Alberganti, e anche il primo Capanna…che per un periodo subirono l’influenza di grandi dirigenti del PCI come Longo, Secchia, Li Causi, Vaia…) comprese questa problematica, almeno in parte… Resta famoso il discorso di Capanna ai poliziotti schierati in occasione della contestazione alla Prima della Scala di Milano, che in qualche modo anticipava alcune parole d’ordine successive sui “proletari in divisa”…E che ricordava alcune parole d’ordine del PCd’I clandestino rivolte ai “fratelli in camicia nera”: e non era per “una dozzina di seggi in Parlamento”, anche se avrebbero fatto comodo anche allora, come sperimentò Giacomo Matteotti..
Ho fatto questo tipo di lavoro – in piena legalità costituzionale – durante il servizio militare, in contatto con dirigenti del PCI, e ti assicuro che è tanto prezioso quanto difficile…ma indispensabile.
-A questo punto, se questa è la parte analitica e critica delle tue posizioni e proposte, resta la domanda fondamentale. Che fare? in questa situazione, anche in relazione ai problemi posti dal 15 ottobre?
Quale strategia e quale tattica avanzare per far fronte ai problemi che sollevi?
Quale strategia e programma di fase, se è vero che il socialismo e l’affermazione di un potere politico socialista non è all’ordine del giorno a breve termine in questa parte del mondo?
Quali tappe intermedie?
In verità alcune considerazioni le ho già espresse qua e là, ma mi riservo di affrontarle in modo più organico in una prossima nota. Sono convinto che la discussione farà emergere spunti e contributi utili. Almeno spero.